Recensione
Una piccola introduzione: di recente, il pubblico giapponese sembra avere sviluppato un interesse verso il particolare rapporto che si ha tra un fratello e una sorella. Manga come AkiSora e KissxSis hanno sicuramente suscitato molto clamore, nel bene e nel male, dividendo il pubblico. C'è chi li considera appassionanti e trasgressivi, chi cerca di rimanere indifferente, e chi li condanna per via dei tabù che infrangono - persino il governo giapponese!
C'è da dire, però, che i titoli suddetti non solo fanno dell'incesto il protagonista della storia, ma lo fanno anche in un modo molto, molto spinto, sottolineando l'elemento erotico. Per questo motivo, questo titolo potrebbe trarre in inganno: la solita storiella del fratellone che salta addosso alla sorellina? E invece no.
Oreimo è la storia di due fratelli che si sono sempre perlopiù ignorati finché un giorno, per caso, il ragazzo scopre che la sorellina, una ragazza modello (che fa la modella) ha segretamente un hobby un po' fuori dal comune: non solo è una otaku, ma è una otaku di eroge (videogiochi con storie erotiche) aventi per tema proprio l'incesto.
Sembra un pretesto per le solite cose: fanservice a non finire, scene ecchi, malintesi, e l'immancabile innamoramento tra i due. Invece, per la prima volta (almeno per me) i due fratelli protagonisti hanno un rapporto da normali fratelli. Si punzecchiano, si ignorano, ma poi nelle difficoltà si aiutano. E' questa forse la cosa che più colpisce di Oreimo.
La seconda cosa che colpisce è che, accanto al rapporto fratello-sorella l'altro tema fortemente trattato è quello degli otaku e della società. Anche se qualche volta troviamo un otaku negli anime (vedi Lucky Star) questo tratto serve solo a caratterizzare il personaggio, mentre qui forse per la prima volta diventa protagonista. Oreimo è un anime che tratta dei problemi e della passione che scaturiscono dal vedere anime.
La trama scorre tranquilla: non vi aspettate particolari colpi di scena o un climax. Difatti, siamo di fronte a una commedia che punta semplicemente a intrattenere con qualche risata e con dei momenti di tenerezza. Come già accennato, trattando di giochi erotici e incestuosi, sorprende come (per fortuna) il fanservice sia pochissimo, come siano praticamente inesistenti le inquadrature ecchi (talvolta volgari) di seni rimbalzanti, sederi e mutandine.
Anche la componente sentimentale è più bassa di quel che si potrebbe credere: pensi sempre "ecco, ora questo si innamora di quest'altro!" perché così le commedie ci hanno abituato, e invece i rapporti tra i personaggi sono meno scontati e banali del solito.
Già, i personaggi; anche qui all'apparenza sembra che abbiamo i soliti stereotipi eccentrici degli anime: la tsundere, la yandere, la fredda gothic loli, la ragazza della porta accanto. Il meno eccentrico è proprio il protagonista maschile che però si potrebbe rifare a un altro stereotipo, quello del maschio ingenuo e stupidone in mezzo a tante donne. Invece, dietro le apparenze, tutti i personaggi nascondono un'anima più umana, qualcosa che ti fa affezionare a loro.
Due parole sulla parte tecnica: l'animazione e la grafica sono buone, e soprattutto abbastanza costanti. Molto risalto viene dato ad alcuni, piccoli dettagli: le unghie della protagonista cambiano sempre colore, gli eyecatch mostrano sempre una custodia e un dischetto di dvd/videogiochi con disegni diversi, e spesso si vede un anime dentro l'anime (quello di Meruru).
Anche le sigle hanno una particolarità. Le ending cambiano a ogni episodio, con uno o più personaggi che cantano una canzone mentre scorre un'illustrazione a lui/lei/loro dedicata. Tuttavia, in questo caso si è puntato alla quantità più che alla qualità, poiché la maggior parte delle canzoncine sono molto banali.
Più carina invece l'opening delle bravissime debuttanti ClariS, che all'inizio presenta delle scenette piuttosto scarse e banali, ma che si arricchiscono molto con il passare degli episodi (sì, neanche l'opening è sempre uguale) e in particolare negli ultimi episodi diventa migliore.
Dunque, domani esce l'ultimo episodio di quest'anime che non sarà ricordato come capolavoro, ma che brilla tra le commedie per la sua simpatia e tenerezza, e anche perché mette in scena temi semplici ma quasi mai trattati in questo modo.
Il mio voto sarebbe un 7 e mezzo, per ora arrotondo a un 7 che potrebbe diventare 8 se la seconda stagione (che sicuramente ci sarà) andrà ad approfondire certi aspetti come sembra.
C'è da dire, però, che i titoli suddetti non solo fanno dell'incesto il protagonista della storia, ma lo fanno anche in un modo molto, molto spinto, sottolineando l'elemento erotico. Per questo motivo, questo titolo potrebbe trarre in inganno: la solita storiella del fratellone che salta addosso alla sorellina? E invece no.
Oreimo è la storia di due fratelli che si sono sempre perlopiù ignorati finché un giorno, per caso, il ragazzo scopre che la sorellina, una ragazza modello (che fa la modella) ha segretamente un hobby un po' fuori dal comune: non solo è una otaku, ma è una otaku di eroge (videogiochi con storie erotiche) aventi per tema proprio l'incesto.
Sembra un pretesto per le solite cose: fanservice a non finire, scene ecchi, malintesi, e l'immancabile innamoramento tra i due. Invece, per la prima volta (almeno per me) i due fratelli protagonisti hanno un rapporto da normali fratelli. Si punzecchiano, si ignorano, ma poi nelle difficoltà si aiutano. E' questa forse la cosa che più colpisce di Oreimo.
La seconda cosa che colpisce è che, accanto al rapporto fratello-sorella l'altro tema fortemente trattato è quello degli otaku e della società. Anche se qualche volta troviamo un otaku negli anime (vedi Lucky Star) questo tratto serve solo a caratterizzare il personaggio, mentre qui forse per la prima volta diventa protagonista. Oreimo è un anime che tratta dei problemi e della passione che scaturiscono dal vedere anime.
La trama scorre tranquilla: non vi aspettate particolari colpi di scena o un climax. Difatti, siamo di fronte a una commedia che punta semplicemente a intrattenere con qualche risata e con dei momenti di tenerezza. Come già accennato, trattando di giochi erotici e incestuosi, sorprende come (per fortuna) il fanservice sia pochissimo, come siano praticamente inesistenti le inquadrature ecchi (talvolta volgari) di seni rimbalzanti, sederi e mutandine.
Anche la componente sentimentale è più bassa di quel che si potrebbe credere: pensi sempre "ecco, ora questo si innamora di quest'altro!" perché così le commedie ci hanno abituato, e invece i rapporti tra i personaggi sono meno scontati e banali del solito.
Già, i personaggi; anche qui all'apparenza sembra che abbiamo i soliti stereotipi eccentrici degli anime: la tsundere, la yandere, la fredda gothic loli, la ragazza della porta accanto. Il meno eccentrico è proprio il protagonista maschile che però si potrebbe rifare a un altro stereotipo, quello del maschio ingenuo e stupidone in mezzo a tante donne. Invece, dietro le apparenze, tutti i personaggi nascondono un'anima più umana, qualcosa che ti fa affezionare a loro.
Due parole sulla parte tecnica: l'animazione e la grafica sono buone, e soprattutto abbastanza costanti. Molto risalto viene dato ad alcuni, piccoli dettagli: le unghie della protagonista cambiano sempre colore, gli eyecatch mostrano sempre una custodia e un dischetto di dvd/videogiochi con disegni diversi, e spesso si vede un anime dentro l'anime (quello di Meruru).
Anche le sigle hanno una particolarità. Le ending cambiano a ogni episodio, con uno o più personaggi che cantano una canzone mentre scorre un'illustrazione a lui/lei/loro dedicata. Tuttavia, in questo caso si è puntato alla quantità più che alla qualità, poiché la maggior parte delle canzoncine sono molto banali.
Più carina invece l'opening delle bravissime debuttanti ClariS, che all'inizio presenta delle scenette piuttosto scarse e banali, ma che si arricchiscono molto con il passare degli episodi (sì, neanche l'opening è sempre uguale) e in particolare negli ultimi episodi diventa migliore.
Dunque, domani esce l'ultimo episodio di quest'anime che non sarà ricordato come capolavoro, ma che brilla tra le commedie per la sua simpatia e tenerezza, e anche perché mette in scena temi semplici ma quasi mai trattati in questo modo.
Il mio voto sarebbe un 7 e mezzo, per ora arrotondo a un 7 che potrebbe diventare 8 se la seconda stagione (che sicuramente ci sarà) andrà ad approfondire certi aspetti come sembra.