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Un vero capolavoro di Yonkoma, definito da una comicità dolce e lieve che mano a mano esplode nella quarta vignetta risolutiva. La formula di "Azumanga Daioh" abbandona il comico costrittivo dell'eccesso per abbracciare una forma più calda e comprensibile.
La dolcezza dei protagonisti, il tratto lieve del disegno, che riesce a caratterizzare con un colpo d'occhio e minime alterazioni la scena e le vicissitudini, sono la vera anima di questo manga.
Laddove l'eccesso di moe e di terminologie tecnologiche possano rendere soggettivo l'apprezzamento di "Lucky Star", ciò non avviene nell'opera di Kiyohiko Azuma; dove ogni elemento appare vicino al lettore, comprensibile quasi terra terra nel suo essere comune, di tutti i giorni. Eppure queste tematiche così comuni riescono sempre a creare un ambiente unico in cui la scena, i personaggi, la battuta comica vivono di luce propria.

L'opera inizia e finisce con la vera e propria Polpa dell'ambiente narrato. La scuola: uno scenario che si presta ai racconti più disparati si allontana dal bullismo, dagli amori adolescenziali, dalle piccole tragedie, dalla solitudine, dall'odio, dalla gelosia, dalle differenze di casta economica così tanto presenti in Giappone. Si butta la scorza, il ruvido, la buccia e si tiene solo il succo dell'opera, senza mai divergere dal cammino e dall'idea di percorso. Perché la parola d'ordine in "Azumanga Daioh" non è tanto fare ridere a tutti i costi, quanto dolcezza e calore. Umani.
Il contesto, i personaggi e le tematiche così tanto riconoscibili come proprie, abbandonano i tratti più duri e scuri della realtà percorrendo unicamente il sentiero caldo della comicità in quattro vignette. Ed è proprio questa la formula vincente: le storie di tutti i giorni, vissute da personaggi amabili sotto ogni punto di vista e che riescono a completarsi a vicenda, senza mai che l'uno scavalchi l'altro; senza mai imporre oggettivamente una "Konata Izumi" protagonista e icona dell'intera serie. Tutti i protagonisti sono centrali, e il lettore potrà solo distinguerli soggettivamente a seconda dei gusti personali.

Questa comicità calda che lievemente raggiunge il culmine soddisfacendo qualunque lettore possibile; talmente unica, forte e apprezzabile da potere essere utilizzata con molta semplicità come un ariete, per sfondare i pesanti portoni di una nazione da troppi anni addormentata su shounen di combattimento, tette e culi e genericità, ci viene negata. Questo manga così colorato e unico, nelle sue gesta di vita quotidiana e nelle sue strisce Yonkoma in bianco e nero, rimane inedito in Italia; lasciando la gran parte dei lettori a potere unicamente conoscere e gustare questa opera tramite un'altra forma di media: l'anime.

Ma il prodotto animato di "Azumanga Daioh" non è assolutamente paragonabile al manga. La dispersione del momento, dell'attimo della scena comica è impossibile da evitare con le immagini in continuo movimento; l'impossibilità di ottenere un fermo immagine veramente focalizzato e concentrato come un'unica vignetta della striscia di quattro fa perdere la gradevolezza e l'unicità di ciò che stiamo vedendo. La singola vignetta delimita tra le sue tinte d'inchiostro un piccolo mondo a sé stante, un frammento della scena complessiva ma universo nella sua soggettività.
L'immobilità delle figure in carta non è tanto lentezza quanto assaporare l'attimo, l'idea, il tratto, la narrazione. Il rapido susseguirsi di immagini non si può assolutamente coprire dietro alla scusa del rendere Vivi i personaggi dalla carta; poiché "Azumanga Daioh" riesce in ciò che molti falliscono: la semplicità, la dolcezza, il calore, il lieve crescendo della narrazione rendono Vive quanto e più che mai le figure disegnate. Il colore rossastro delle divise, le voci storpiate e mal collegabili alla fisicità e alla natura dei singoli personaggi, i vuoti dell'anime danneggiano quest'opera. La staticità momentanea delle vignette, anche sprovviste di dialoghi, nella procedura di copia da parte dell'anime lasciano il posto a vuoti. La leggerezza dei tratti e le minuscole variazioni del segno, per definire una bocca, gli occhi, le mani, non sono visibili da uno schermo. Solo con il proprio naso a pochi centimetri dalla carta si può ottenere la migliore, più soddisfacente e unicamente reale esperienza di "Azumanga Daioh". Solo con il fermo immagine provvisto dalle singole vignette si può godere appieno della narrazione, che altrimenti nell'anime si appesantisce di vuoti, o congiunzioni aggiunte proprio per evitare un sovraccarico eccessivo di tempi morti; impossibile comunque da evitare nel suo complesso, sfociando così in un impaludamento delle tempistiche comiche, indebito e dannoso per l'equilibrio complessivo della narrazione.

Ed è proprio questa la forza di "Azumanga Daioh": il sapersi equilibrare costantemente, l'abbandonare qualsiasi forma di eccesso a favore di una narrazione semplice e comprensibile da tutti; lo speziarsi di una comicità unica nelle proprie tempistiche e nei suoi attimi fuggenti, il cancellare completamente la comicità rozza mediata tramite la fisicità e la corporeità come drasticamente avviene in Noritaka. L'esperienza migliore, in questo caso, si può avere solo con l'opera manga.

E' triste essere sicuri che la versione cartacea di questa opera non verrà mai pubblicata in Italia. Il suo essere "passato", "diverso" dai pugni, dalle tette e dai culi; il suo essere troppo unico, il suo essere troppo dolce e caldo da venire scambiato per un'opera per sole ragazze sono pesi insormontabili per la cultura attuale degli editori; che non rischieranno mai sul campo economico per portare alle mani, agli occhi, alle menti e ai cuori dei lettori quest'opera stupenda. E allora al lettore italiano insoddisfatto dell'anime o che voglia possedere la fisicità di questo racconto non resta altro che abbandonarsi all'acquisto internet dall'Inghilterra, della versione con traduzioni più aggiornate. Quella Yen Press, con il balloon grigio-verde con Sakaki in copertina. La versione precedente della ADV non era aggiornata, lasciando inconcludenti alcune scenette comiche troppo "giapponesi" e non facilmente traducibili.