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Attenzione: la recensione contiene lievi spoiler

Se fossi stato a capo dello staff che ha realizzato Super Robot Wars OG - The Inspector, avrei messo nel titolo un bel PLUS! Sì, esatto, tutto in maiuscolo e con tanto di punto esclamativo finale. Perché questo non è soltanto il sequel di Super Robot Wars OG Divine Wars, ma è una miscela esplosiva che porta ai massimi livelli tutto ciò che avrebbe dovuto esprimere il suo predecessore, ma che non ha mai osato esprimere.
In The Inspector ci sono più azione, più colori, più animazione, più personaggi (ed alcuni anche meglio caratterizzati), più fanservice, più tutto. Elementi che a prima vista sembrano in contrasto tra loro e che fanno pensare ad un minestrone troppo ricco e difficile da digerire. Invece the Inspector riesce a imporsi all'attenzione di chi lo guarda senza mezze misure, fin dai primi secondi del primo episodio. Niente partenze lente come in Divine Wars, qui la sensazione di meraviglia è sempre dietro l'angolo.

Gli eventi di SRW OG The Inspector prendono piede pochi mesi dopo la fine della missione L5, che vede vincitori i terrestri sugli Aerogators. Esattamente come nel videogioco SRW OG 2, sempre per Game Boy Advance. Eppure le similitudini tra serie animata e videogioco finiscono qui. Se in Divine Wars erano comunque presenti delle divergenze tra l'anime ed il videogioco originale, in the Inspector tali divergenze sono ancora più presenti e marcate. E ciò è un bene, perché in the Inspector viene dato più spazio e più coerenza ad accadimenti e personaggi che nel videogioco son sempre rimasti piuttosto nebulosi e difficili da comprendere, come se i programmatori ad un certo punto se ne fossero dimenticati o non sapessero più cosa farci.
Emblematici in tal senso sono proprio gli Inspectors, che danno addirittura il titolo alla serie animata in questione. Nel videogioco erano segregati nel ruolo dei classici cattivi spietati. Ma nell'anime sono date spiegazioni molto più dettagliate sui motivi delle loro azioni, sul loro modo di pensare, addirittura sui loro sentimenti. E infatti non sarà difficile provare un minimo di simpatia per almeno un paio di loro, soprattutto Mekibos e Vigagi.
Il primo è sicuramente il componente dei 5 Inspectors che presenta più sfaccettature, un giovane nato e cresciuto nella guerra, nella distruzione, nella morte, che ha una lealtà smisurata verso i suoi compagni, i suoi ideali e soprattutto verso il leader del gruppo, suo fratello tra l'altro. Ma nel proseguo della serie, a forza di scontrarsi - sul campo di battaglia, ma anche soltanto verbalmente - con alcuni terrestri, avrà modo di sviluppare dei dubbi su ciò che ha sempre fatto e in cui ha sempre creduto, arrivando al punto di farsi delle domande su sé stesso, ma anche su chi e cosa gli è stato sempre intorno. E le conseguenze di ciò si vedranno nelle sue parole e nelle sue azioni, soprattutto nel finale della serie.
Vigagi invece è la parte comica (beh, più o meno) del gruppo. Completamente calvo, occhi bianchi senza pupille, aspetto imponente che ricalca in pieno quello del suo robot personale, sprezzante e feroce nei modi, Vigagi sembra esser nato e cresciuto per incutere paura nel prossimo. Ed il più delle volte ci riesce. Eppure è anche colui che non sa mai stare zitto, che urla, sbraita, e che quando lo fa riesce soltanto a strappare qualche sorriso. Un gigante, non proprio dal buon cuore, ma comunque divertente.

Ma non sono gli Inspectors i veri protagonisti dell'anime. I protagonisti sono le donne. Non che in Divine Wars le numerose fanciulle presenti fossero delle belle statuine, però in The Inspector il ruolo di alcune di loro, vecchie e nuove conoscenze, è semplicemente fondamentale.
Excellen è forse colei che ha maggiormente goduto del passaggio tra prima e seconda serie. Non è solamente una bella bionda provocante e dalla battuta sempre pronta, ma è una donna che ha avuto modo di crescere nelle difficoltà di una guerra di cui ha sempre compreso e voluto comprendere poco. Una guerra in cui ha dovuto lo stesso rischiare la vita, combattendo in prima linea, per salvare ciò che le sta più a cuore. Di Excellen verrà svelato un passato molto doloroso, che lei stessa ha sempre cercato di esorcizzare con i suoi modi fin troppo gioviali. Ma proprio nel suo passato si troveranno gran parte, se non tutte, le risposte agli inquietanti eventi che caratterizzeranno la serie.
A questo punto viene quasi naturale paragonare Excellen a Misato Katsuragi, una delle protagoniste del famigerato Neon Genesis Evangelion. Ma mentre Misato è una persona abbastanza cinica, che non ha saputo tenersi stretti i suoi affetti, addirittura fuggendo da essi, Excellen dimostra invece il coraggio, l'umiltà, la capacità di sorridere sempre al momento giusto di chi non ha nessuna intenzione di arrendersi.
E questo suo modo di fare avrà una enorme influenza sui suoi compagni, ma soprattutto darà finalmente una giusta dimensione al suo rapporto amoroso con Kyosuke. Chi non si è mai chiesto, durante i videogiochi, come mai un freddo musone antipatico come Kyosuke sia stato addirittura capace di innamorarsi di una (finta) oca giuliva come Excellen e viceversa? Ecco, in Super Robot Wars OG The Inspector verrà finalmente svelato tale mistero.
Un altro personaggio chiave, sempre femminile, che proprio e soprattutto grazie ad Excellen avrà modo di avere un notevole sviluppo nella serie, è Lamia.
Lamia sembra esser stata creata apposta per non passare inosservata. E non ho usato il termine "creare" a caso. Lamia è un'androide, punta di diamante di una ristretta elite di soldati perfetti. E fin qui nulla di eccezionale, tutta roba vista e rivista. Lamia è ovviamente bellissima ed efficiente. E pure qui nulla di nuovo. Ma Lamia presenta fin da subito una curiosità, diciamo innata, per gli esseri umani con cui si troverà a interagire, dando modo di far nascere anche situazioni abbastanza surreali e divertenti. E chi meglio di questi umani, se non Excellen, poteva tirar fuori da un'androide fredda e ligia al dovere la capacità di provare dei sentimenti? Sentimenti soltanto d'amicizia, sia chiaro.
Excellen prenderà subito in simpatia Lamia, comportandosi verso di lei come una sorta di sorella maggiore. E tra pettegolezzi (da parte di Excellen), battutine a doppio senso (sempre e solamente da parte di Excellen) e missioni combattute insieme, le due diverranno a tutti gli effetti amiche.
Sarà in virtù di quest'amicizia che Lamia si farà delle domande, per la prima volta, riflettendo sulla differenza tra l'essere nati umani e l'esserci diventati. Interrogativi di certo profondi, che diciamolo, non ci aspetterebbe mai di trovare in un anime pieno di robottoni e per di più tratto da una saga di videogiochi.
Altre due figure femminili di spicco sono le giovanissime Latuni e Zeora. La prima era già presente, ovviamente, in Divine Wars, ma stavolta gode di più visibilità. Mentre Zeora, nemmeno a farlo apposta, era una carissima amica di Latuni, nonché compagna di addestramento in un'organizzazione che in pratica era la Tana delle Tigri per piloti di robot. Le due si erano poi perse di vista loro malgrado, in eventi che accaddero prima di quelli narrati nell'anime, ma l'amicizia che le lega sarà la base per dar vita ai momenti forse più toccanti della serie.

Tuttavia, se è vero che alcune protagoniste femminili di questa serie brillino di luce intensa, non è certo detto che i protagonisti maschili stiano lì a guardarle, anche se in un certo senso non darei torto a quest'ultimi, se facessero soltanto quello, vista l'indubbia avvenenza di molte delle suddette fanciulle.
Seriamente, ci sono alcuni protagonisti maschili che meritano di essere citati. E citare due nomi come Arado ed Axel è a questo punto obbligatorio.
Il primo è un coetaneo di Zeora, anche lui ex membro della suddetta Tana delle Tigri per piloti. Un ragazzo dall'enorme appetito gastronomico, gran testa calda, molte volte indiscreto in certe sue osservazioni, soprattutto riguardo a Zeora. Tra l'altro dimostrerà all'inizio di avere doti da pilota ben inferiori della stessa Zeora e soprattutto di Latuni, il vero asso dei tre ex membri della School (così si chiama, semplicemente, questa crudele organizzazione). E il suo coraggio si confonde facilmente con la semplice incoscienza.
Eppure avrà modo di riscattarsi totalmente durante la serie, imparando a dare ascolto a coloro che della vita ne sanno più di lui, soprattutto Kyosuke.
Un personaggio che conquista subito, per la sua vitalità.
Ma non meno energico è il più maturo Axel, senza dubbio l'esponente di maggior spicco, sotto ogni punto di vista, dell'altra fazione in gioco nelle vicende di quest'anime, ovvero gli Shadow Mirror.
Axel Almer, per gli appassionati del brand SRW, non è certo un nome nuovo. Infatti è stato il protagonista assoluto del videogioco Super Robot Wars Advance. Un eroe tutto sommato buono e abbastanza stereotipato, anche se comunque carismatico.
Ma la sua versione animata è sensibilmente più complessa. Axel all'inizio è brutale, arrogante, violento. Sembra che per lui non esista altro che il combattimento fisico, unico modo per risolvere ogni questione. Il suo robot personale, poi, incarna in pieno questo suo modo d'essere. Il SoulGain, un super robot dai caratteristici "baffoni", costruito e potenziato appositamente per il combattimento corpo a corpo, quindi ravvicinato, quindi il più violento possibile.
Questo modo di fare di Axel, però, non è una conseguenza del suo carattere, ma piuttosto degli ideali del gruppo di cui fa parte. Inoltre, Axel non è una bestia insensibile come sembra, ma di episodio in episodio sarà sempre più chiaro ed evidente il suo legame con l'unico componente femminile degli Shadow Mirror, Lemon. Un legame che tirerà fuori in lui addirittura un lato tenero, se così si può chiamare, visto il personaggio. Ma soprattutto un legame che metterà in crisi la coesione degli Shadow Mirror e che influirà su decisioni importantissime, che Axel dovrà prendere con una consapevolezza che prima di allora non avrebbe mai pensato di avere.
A mio modesto parere, Axel è il personaggio più carismatico di tutta la serie. Una qualità che brilla ulteriormente anche grazie alla sua accesissima rivalità con Kyosuke.

Sì, ma... i robottoni? Questo anime non si chiama Super ROBOT Wars?
Ma certo, i robottoni ci sono e ce ne sono tanti. E belli. Alcuni bellissimi.
Una cosa che balza subito all'occhio in SRW OG The Inspector è il ritorno in grande stile di disegni e animazioni fatte a mano del mecha. La computer graphic c'è sempre e si nota, ma stavolta il budget per realizzare la serie è di gran lunga più elevato. E questo si nota molto di più, per fortuna.
Gli appassionati della saga si rifaranno sicuramente gli occhi quando si troveranno di fronte allo scintillante restyling del rosso Alteisen, alle funamboliche evoluzioni aeree del bianco Cybaster, al possente aspetto dell'oscuro DaiGenGuar ed alla sua ancor più imponente Zankantou, l'enorme spada che "taglia l'essenza stessa del Male!". E come non citare i piccoli, a prima vista innocui, addirittura pucciosi Fair Lions, guidati dalle ancor più pucciose Latuni e Shine? Il loro colpo finale congiunto, il Royal Heart Breaker, è uno dei momenti più esaltanti di tutto l'anime.

Tuttavia SRW OG The Inspector non è soltanto una gioia per gli occhi, ma anche per le orecchie. In Divine Wars la colonna sonora era già notevole, forse l'aspetto più immediatamente apprezzabile della serie.
The Inspectors non è certo da meno. I pezzi già noti hanno subito un ulteriore miglioramento per quanto riguarda la pulizia del suono, ma le new entries sono, se possibile, ancora più entusiasmanti. Pezzi, seppur solamente strumentali, come Shooting Star Cut Through the Night, Fairy Dancing, Gate of Magus, Violent Battle, Dark Knight sono difficili da dimenticare.
E come da tradizione, le due opening songs sono un concentrato di potenza ed adrenalina sonora ad opera dei JAM Project.
Menzione speciale merita comunque la seconda sigla di chiusura della serie, in cui si vedono tutte le protagoniste femminili in provocanti costumi da bagno. Fanservice? Certamente. Ma anche un'ulteriore prova della maggiore presenza delle protagoniste femminili, sotto ogni aspetto, in questa bella serie.

Ecco, se dovessi trovare un difetto in quest'anime, è la sua brevità. Poteva benissimo durare il doppio degli episodi e non annoiare mai. Il finale è senza dubbio coerente e chiude degnamente la storia, ma se fosse stato più articolato questo anime sarebbe stato semplicemente perfetto.
Tuttavia il voto massimo non glielo toglie nessuno, perché è semplicemente il miglior anime tratto da un videogioco che io abbia mai visto. L'unico, vero termine di paragone per i successivi anime tie-in, anche non dello stesso genere.