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Si fa fatica a trovare le parole per descrivere questo capolavoro dell'animazione dello studio Ghibli. Il film esce nel 1988, diretto da Isao Takahata e tratto da un racconto di Akiyuki Nosaka. Siamo sulla linea del neorealismo cinematografico, il cui manifesto è una produzione italiana, "Roma città aperta" di Roberto Rossellini. Le caratteristiche sono le stesse: la guerra sullo sfondo e la vita delle classi più umili in primo piano.
La storia è ambientata durante la Seconda Guerra Mondiale, tra il giugno e il settembre del 1945 a Kobe, in Giappone. Durante uno dei bombardamenti, Seita e sua sorella, Setsuko, si separano dalla madre per andare nel rifugio antiaereo. Durante l'attacco nemico la madre muore e i due fratellini sono costretti ad arrangiarsi come possono. All'inizio vengono accolti calorosamente da una zia, ma quando il cibo inizia a diminuire la sua accoglienza si fa più gelida. Seita decide di andarsene e si porta dietro la bambina. Si nascondono in una caverna scavata nella roccia vicino ad un lago e lì tentano di sopravvivere con le loro sole forze.
Non ci sono colpi di scena nel plot. Il punto di vista è esterno e calato all'altezza dei due fratellini. E fin dall'inizio lo spettatore sa a cosa andrà incontro nella visione. E' lo spirito di Seita a narrare la storia e a dire quale sarà il suo destino: "La sera del 21 settembre 1945 io morii". Così inizia il film, uno dei più tristi, crudi e commoventi mai realizzati. La guerra è descritta in tutta la sua negatività. Non ci sono scene di battaglie epiche, perchè l'attenzione si concentra sulle condizioni di vita quotidiana dei due orfani. Il ritmo però è fluido e costante.
Ciò che colpisce è la determinazione e la forza d'animo di Seita che non si arrende mai di fronte a tutte le difficoltà che incontra e cerca in ogni modo di cavarsela per il bene di Setsuko. La bimba è di una dolcezza disarmante e la sua innocenza, i suoi capricci per le caramelle e la passione per le lucciole sono gli unici spiragli positivi di salvezza per un'umanità ormai completamente distrutta dalla guerra. Il ricordo positivo dei due fratellini rimane nitido nella memoria, ma la loro presenza viva nel mondo sarà fugace e labile come la brevità della vita delle lucciole che muiono così presto. C'è poesia, pathos e realismo. Impossibile non rimanere coinvolti!
La grafica e i disegni sono semplici, puliti, ma di forte impatto emotivo. Musiche pertinenti e perfettamente inserite nelle scene. Davvero un'ottima piccola creatura di uno Studio che difficilmente delude.