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Visual novel, serie anime, manga, drama CD, videogiochi: il fenomeno "Higurashi" ha praticamente invaso ogni forma d'intrattenimento giapponese per tutto il primo decennio del XXII secolo; all'intricata storia horror partorita dalla fervida mente dello scrittore e disegnatore noto attraverso il nickname di Ryiukishi07 mancava solo la trasposizione in live action cinematografico e, detto fatto, ecco uscire questa pellicola nel 2008.
Ricreare una struttura narrativa come quella della serie originale era di per sé abbastanza difficile, e infatti la pellicola in questione sarà incentrata esclusivamente sul primo arco narrativo, basando la storia solo sull'aspetto horror-thriller, escludendone invece quello demenziale fumettistico, la giusta miscela dei quali aveva costituito il fulcro dell'inaspettato successo di "Higurashi".

Siamo nell'estate del 1983 quando il giovane Keiichi Maebara si trasferisce nella bucolica cittadina di Hinamizawa con la sua famiglia, ricostruendosi senza grossi problemi una vita sociale in cui tutte le principali amicizie sono femminili e tutte ben disposte verso di lui. Un idillio, no? E invece la serenità durerà poco e il giovane ragazzo si troverà ad affrontare particolari situazioni senza un'apparente spiegazione. Queste lo porteranno a sempre più inquietanti scoperte, mettendo a repentaglio la sua stessa vita.

La trama vi intriga? Bene allora saltate a pie' pari questo film e recuperate la serie animata, perché purtroppo a livello emozionale questa pellicola non ne è che una pallida fotocopia. Niente da dire per la fedeltà al corrispettivo animato: la trama, le battute e persino i paesaggi e le ambientazioni sono ricalcate pari pari senza grandi eccezioni. Certo alcuni sfondi sono clamorosamente finti e si respira sin dall'inizio un'aria da b-movie a basso budget ma, tutto, sommato ci sono trovate che possono anche non dispiacere al cultore delle "cicale che piangono".

Tuttavia, la valutazione di tale titolo piomba drammaticamente verso il basso soprattutto a causa del lavoro svolto dai giovani attori, paragonabile per intensità ed espressività a quello di una recita scolastica organizzata male. Non ci siamo proprio, questo "Higurashi" pare confermare in pieno il cliché che vede l'attore orientale di solito molto più che mediocre, e se quindi si poteva soprassedere su certe ingenuità scenografiche, invece sui lunghi silenzi, sulle risatine fuori luogo e sull'assenza di una seppur minima drammaticità sui volti degli attori non si può tacere.
Consiglio quindi questa pellicola solamente ai fan più accaniti, coloro che non sono ancora sazi delle due belle serie e dei dimenticabili OAV venuti dopo, e a chi ha la curiosità di dare un'occhiata a una Hinamizawa ricostruita in maniera fedele. Se volete invece immergervi in una trama originale e molto gore, basta seguire il pianto delle cicale, ma quelle "vere" targate Studio Deen.