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Samurai Champloo può essere considerato a tutti gli effetti l'erede spirituale di Cowboy Bebop: in effetti pur condividendo in parte il limite principale di quest'ultimo, Samurai Champloo riesce a fare meglio su (quasi) tutti i fronti, riuscendo a brillare di luce propria.
È questo il motivo che mi spinge ad assegnare all'opera il massimo dei voti; al di là dei meri gusti personali infatti, è indiscutibile che si stia parlando di uno dei massimi esponenti del genere.
Ma andiamo per ordine.

La storia ha inizio (tranquilli la faccio breve!) con l'incontro fatale tra i tre protagonisti: Fuu, una giovane cameriera di una casa da thè; Jin, un samurai senza padrone ed infine Mugen, un galeotto attaccabrighe proveniente dalle isole Ryukyu. L'incontro/scontro causerà un putiferio, al calmarsi del quale i due uomini di spada decideranno "spontaneamente" di accompagnare la piccola Fuu nel viaggio che questa ha intenzione di intraprendere: attraverseranno così mezzo Giappone alla ricerca del "samurai che profuma di girasoli".

Una simile premessa, soprattutto durante la visione dei primi episodi, dà la sensazione di essere solo un pretesto per raccontare le vicissitudini dei nostri eroi, attraverso il familiare (vedasi Cowboy Bebop) schema degli episodi auto-conclusivi. In realtà, si ha in Samurai Champloo un parziale superamento di quello che molti considerano il maggiore difetto delle avventure di Spike Spiegel & co.: infatti, seppure in modo flebile, la ricerca del fantomatico "samurai che profuma di girasoli" rappresenta il filo logico che lega la maggior parte degli episodi, in maniera tutto sommato coerente. Questo perché, bene o male, è messo subito in chiaro dove si voglia andare a parare, andando ad attenuare quindi quel senso di disomogeneità, quella sensazione di procedere a tentoni che potrebbe saltuariamente far capolino nel cuore degli spettatori.
In poche parole: Watanabe la prende larga, ma la strada questa volta viene imboccata da subito.

Una cosa che ho particolarmente apprezzato è l'evoluzione comportamentale e caratteriale dei protagonisti, resa in modo garbato e credibile: nel corso degli eventi assisteremo in prima persona a come il legame tra i tre si faccia sempre più forte, in maniera inesorabile ma senza mai scadere nel banale. Samurai Champloo, invece di ricorrere a flashback o digressioni, descrive i suoi protagonisti con i fatti, le parole dette e quelle non dette: il risultato è talmente efficace da far provare la sensazione di avere a che fare con degli amici di lunga data, dei quali capite cosa stanno pensando da una semplice espressione o sapete già come reagiranno a determinate situazioni. Ammetto molto sinceramente che, alla fine del viaggio, l'affetto che ormai provavo per il trio mi ha reso molto dolorosa l'ormai inevitabile separazione: è stato come perdere degli amici.

Per quanto riguarda il tono dell'opera, ci si trova di fronte ad un equilibrio ben bilanciato tra momenti seriosi e situazioni decisamente più scanzonate: pur non scadendo mai nel melodrammatico né tantomeno nel demenziale, Samurai Champloo riesce a toccare le corde dell'anima, divertendo ed emozionando.
Personalmente ho trovato superbe le sequenze di combattimento: tra queste si distinguono quelle contro gli avversari principali, davvero memorabili.
Da notare che tra gli episodi ve ne sono alcuni che considero delle vere e proprie perle della comicità animata.
L'unico appunto che mi sento di fare per quanto riguarda l'argomento, è la presenza di un certo episodio, verso la fine, che ho trovato banalotto, confuso ed in definitiva poco interessante. Ma si sa, la perfezione non è di questo mondo: si parla comunque di un piccolo neo che non riesce minimamente a scalfire il valore complessivo dell'anime.

Dal punto di vista tecnico, non ho nulla da eccepire: le animazioni sono sempre molto fluide, la loro qualità rimane costante per tutta la durata dell'opera ed il character design è decisamente ispirato.
Secondo il mio personalissimo parere, il personaggio più riuscito è Mugen, l'incarnazione stessa del mix ("champuru") che caratterizza la serie fin dal titolo.
In particolare, sono rimasto molto colpito dall'uso dei colori: oltre ad un'ottima resa del giorno e della notte, gli stessi colori diventano uno strumento efficacissimo per la resa delle situazioni più ricche di pathos.
In tal senso, un esempio lampante [NO SPOILER] è dato dal duello nel boschetto tra Jin e il sicario, nel secondo episodio: qui la freddezza dei colori taglia quasi quanto le lame dei due spadaccini e la tavolozza è così ridotta da sfiorare la monocromia. Il risultato finale è indubbiamente d'effetto.
Ultimo appunto per la resa delle ombre, a mio parere ottima e capace di regalare alcune vedute ispirate e coinvolgenti.

Analizziamo ora uno dei grandi punti di forza dell'opera: il comparto sonoro.
Il doppiaggio è di qualità cinematografica, uno dei migliori in cui mi sia mai capitato di imbattermi in un anime.
Vorrei spendere invece qualche parola in più sulla colonna sonora. Una storia di samurai accompagnata da brani japanese/alternative hip-hop? Così assurdo che non poteva che funzionare alla perfezione! Le musiche di Samurai Champloo, pur nella loro eccellenza, se considerate come opera a sé probabilmente non riescono a raggiungere gli apici toccati dalla controparte del già citato Cowboy Bebop (vero punto di riferimento a riguardo); l'effetto finale invece, a mio parere è addirittura superiore. Mi spiego meglio: guardando Cowboy Bebop, avete mai provato la sensazione che un brano nel bel mezzo di un episodio fosse come un po' forzato, che quasi stridesse con le immagini proposte? Ebbene, nella più recente fatica di Watanabe ciò non avviene mai: qui l'amalgama tra immagini e musica, nonostante provengano da due mondi così lontani, è perfetta; ciò fa sì che durante la visione (e l'ascolto) non ci si renda nemmeno conto dell'enorme contraddizione implicita in una scelta musicale tanto singolare.

Ed è proprio qui che secondo me sta la grandezza di Samurai Champloo, ciò che permette all'opera di innalzarsi sopra la media e distinguersi dalla massa.
In definitiva, un anime che consiglio veramente a chiunque.