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10.0/10
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Una volta giocavo a basket, ma era molto tempo fa.
In seguito me ne dimenticai quasi totalmente, forse perché non era la pallacanestro in sé a piacermi ma l'idea del gioco di squadra, o forse perché preferisco giocare le partite piuttosto che guardarle in tv, e di amici disposti a giocare a basket non ce ne sono molti.
Poi incominciai a vedere "Slam Dunk". Pian piano quell'interesse assopito da tempo venne fuori ridestando in me un certo apprezzamento per quel gioco, che è una sorta di evoluzione del "lancio della palla di carta nel cestino", sport nazionale scolastico.
Mi rivenne in mente l'odore di cuoio del pallone, il tonfo sordo e cadenzato che emetteva rimbalzando sul parquet consumato, quando si rimaneva fermi, indecisi sul da farsi, tutte le volte che l'ho maledetto, quel dannato pallone, perché non aveva la benché minima intenzione di andare a canestro.

Ma ciò che mi ha fatto innamorare di questa serie sono senza dubbio i suoi personaggi: ognuno di essi possiede un certo spessore, anche quello più relegato (a parte i "sempre panchinari" dello Shohoku che secondo me non hanno neanche una personalità loro), ma allo stesso tempo nessuno si prende mai troppo sul serio, e anche se volesse non sarebbe possibile.
Il personaggio a cui più mi sono affezionato, scontato dirlo, è Hanamichi Sakuragi, il protagonista. Di certo i difetti non gli mancano: egocentrico, egoista, irascibile, testardo, e l'elenco potrebbe andare avanti a lungo. Eppure non riesco a non immedesimarmi in lui. Succede spesso che guardandolo fare una delle sue solite stupidaggini mi ritrovo a esclamare "Ma sono io!"
Ed è proprio così, quello sono io. Magari non così impulsivo o presuntuoso, ma sono io. Togliete il campo da basket e metteteci il campo da calcetto del martedì sera con gli amici… e sono io! A Hanamichi va tutta la mia solidarietà.

Come tralasciare poi uno dei motivi fondamentali che hanno portato me, e tanti altri, ad amare "Slam Dunk": la comicità, anzi che dico, lo spirito demenziale di certe situazioni, demenziale allo stato puro. I siparietti tra i personaggi che confabulano cinici alle spalle dell'idiota di turno, i deliri di onnipotenza di Hanamichi seguiti inevitabilmente da uno sbaglio clamoroso o da un bernoccolo in testa da parte del capitano Akagi. Il tutto amplificato dallo stile caricaturale del "super deformed".

Infine mi sembra giusto fare un doveroso apprezzamento al doppiaggio italiano, che difficilmente ho trovato così adatto a un anime. Sembra quasi che sia nato con esso. Voci e personaggi si amalgamano perfettamente, diventano una cosa sola. So che alcuni storcono il naso per via dell'adattamento nostrano, ma io lo trovo molto azzeccato. Inoltre c'è anche da considerare l'ambientazione liceale e la forte impronta umoristica dell'anime e che quindi probabilmente nella lingua originale i dialoghi abbiano contenuto esclamazioni e modi di dire tipici di quell'ambiente, che con una traduzione alla lettera avrebbero certamente perso di spessore.

Saranno il sole e il cielo perennemente sereno (in "Slam Dunk" è sempre bel tempo), sarà l'aria spensierata che questa serie mi trasmette, ma se dovessi associare a ogni manga o anime una stagione, "Slam Dunk" sarebbe senza ombra di dubbio l'estate. Non parlo tanto dell'estate fatta di spiagge, gelati e bikini, quanto dell'estate dei campi da gioco, degli allenamenti massacranti a quaranta gradi all'ombra… e dei cambiamenti.
Credo sia questa la parola chiave di "Slam Dunk": cambiamento. Un rinnovarsi, se così vogliamo chiamarlo, che sarà di fondamentale importanza per molti personaggi della serie. Uno su tutti Hanamichi, che subirà una virata di rotta nella sua vita, passando da teppista sfortunato in amore e imbranato a giocatore di basket volenteroso e imbranato. Passerà dall'odiare la pallacanestro all'amarla e dal praticarla per una ragazza al praticarla per passione.

Una passione coinvolgente che porteranno lo spettatore a "divorare" gli episodi come fossero patatine al formaggio, uno dopo l'altro. E si sa, se una cosa piace quando finisce sembrava sempre troppo poca. L'unica pecca di "Slam Dunk" è forse quella di assuefare lo spettatore per poi lasciarlo con un senso di non finito, perché purtroppo l'anime si interrompe bruscamente. E così se ne vuole ancora, ma non c'è più, proprio come le patatine al formaggio.