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Attenzione: la recensione contiene spoiler

"Hai sempre la possibilità di cambiare la strada che percorri ogni giorno. Anche se la strada è la stessa puoi vedere cose diverse, non è abbastanza per vivere? O invece, non può essere abbastanza?"

Apro la recensione con la frase che diciamo rappresenta il concept del film stesso. Un film veramente psicologico come viene segnalato anche nel genere e - forse lo dico solo perché l'ho appena finito di vedere alla cieca - anche parecchio inquietante.
Come ho detto, me lo sono visto alla cieca, senza leggere niente prima a riguardo e senza informarmi a riguardo del tema, del genere e degli autori.
Dopo averlo finito di vedere ero rimasto con così tanti dubbi, che da un lato avrei dato all'incirca 5 al film, ma mi ha affascinato anche così tanto da farmi mettere un 10.
Sì, strano, ma ero indeciso se il film meritasse davvero o meno, finché non mi sono informato anche sui pochi dubbi che mi hanno convinto a mettere il voto che do.

Due parole sulla trama, senza spoiler: il protagonista, Yuichi Kannami, è un abile pilota che viene trasferito in una nuova base militare con una giovane donna di nome Suito Kusanagi come capitano. Il nuovo arrivato giustamente inizierà fin da subito a cercare di capire chi era la persona che avrebbe dovuto sostituire e che di norma si sarebbe dovuto presentare al suo cospetto al suo arrivo, ma tutti nasconderanno ogni cosa sul personaggio di cui si saprà pochissimo mano a mano.

Incentrato soprattutto sui personaggi principali Yuichi e Suito, inizialmente "The Sky Crawlers" sembrerà non avere una vera e propria trama interessante, finché soprattutto verso la fine, attraverso un dialogo tra il protagonista e un'altra ragazza, verrà fatta una grande rivelazione che ci rifarà pensare a tutto il film per collegare finalmente ogni cosa.

Passiamo a un approfondimento che contiene dello spoiler, che quindi sconsiglio di leggere se non avete visto il film.
Ebbene, in seguito al dialogo tra il nostro protagonista e un'altra aviatrice, si scopre che tutti questi ragazzi eterni (ossia che non possono invecchiare) non sono altro che dei cloni continui denominati "Kildren" (ragazzi-killer), rigenerati ogni volta con ricordi diversi e destinati a morire durante una battaglia aerea. Ma ciò nonostante potrebbe dare fastidio che tale cosa ci venga rivelata alla fine e lasciando con sé troppi buchi da intuire da soli.

Ma c'è una cosa che ho pensato fin da subito, e in teoria dovrebbe essere anche così: questi ragazzi non combattono una guerra reale, ma anzi si tratta di una lotta-spettacolo, creata solo per intrattenere la gente utilizzando questi cloni esperimento come inutili oggetti, senza un'infanzia e destinati fin dal principio a morire così, finché il progetto non raggiungerà il suo apice. Quindi probabilmente la fazione nemica non sarebbe composta altro che dai creatori dei ragazzi che li mettono alla prova, così come vediamo il famoso "Professore" e padre dei Kildren come il più grande nemico "destinato a non essere abbattuto mai", come ci dice Suito cosciente probabilmente della verità che li perseguita. E sicuramente è così se ripensiamo al fatto che per lei la morte sua o di un Kildren è sinonimo di libertà.

Riflessione finale.
Quindi, in questo film vediamo come i temi di riferimento siano: l'importanza di una buona infanzia, che manca a ogni Kildren; la guerra che coinvolge sempre più i giovani; i problemi d'identità e dell'anima.
In conclusione, nonostante "The Sky Crawlers" possa sembrare noioso fino alla rivelazione finale, in realtà dietro a ogni scena che rimanda alla quotidianità si nascondono dei temi importanti, tra cui viene rivelato il fatto, purtroppo vero, secondo cui non può esistere la pace, se non viene alimentato il rovescio della medaglia, la guerra.
"The Sky Crawleers" è un film veramente consigliato, con una buona grafica digitale, che forse giusto all'inizio può non piacere, ma a cui ci si abitua poco dopo. Un film in cui i personaggi, nonostante siano destinati a rivivere ogni volta la stessa vita, finalmente provano a cambiare qualcosa dimostrandoci, come ci dice il protagonista alla fine, che nella stessa strada si possono vedere cose diverse usando ogni volta "occhi diversi". Quindi una lezione per coloro che si annoiano e si lasciano andare alla quotidianità, dove ci viene suggerito di guardare le cose sempre in modo diverso, seppur ci paiono sempre uguali. Anche solo questo è abbastanza per continuare a vivere? Per me sì.

Con queste parole motivo il mio voto, che forse si potrebbe anche alzare, vista la grandezza che si nasconde dietro a questo bellissimo film d'animazione di Mamoru Oshii e tratto dai romanzi di Hiroshi Mori.
Penso di aver detto molte cose a riguardo, anche se si potrebbe parlare all'infinito di certi temi così profondi. Quindi mi fermo qui, sperando di esser stato anche d'aiuto a chi non ha capito qualche cosa beccandosi un bel trauma post film simile al mio.