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Esordisco dicendo che, a mio parere (dunque "molto probabilmente"), "Honey & Clover II" è superiore alla tanto amata prima serie. I motivi sono diversi e proverò a elencarli in ordine sparso in questa recensione. Una cosa su tutte è evidente: la crescita esponenziale dei singoli personaggi.
Ogni volta che finisco di vedere un nuovo anime mi rendo conto sempre di più che sono i personaggi a rendere grandioso o meno il tutto. Perché la trama deve essere chiara, i colpi di scena non possono mancare, i dialoghi devono arrivare allo spettatore, tutto giusto, ma senza dei personaggi credibili, i cui lati profondi della mentalità rimangono oscuri, niente di tutto questo potrà mai essere valorizzato.

Hagu è quella che cambia più di tutti. Da bambina timida e che si esprime a gesti (prima puntata) a ragazza forte che lotta con coraggio e che non ha paura di esprimere le proprie emozioni. Io ho criticato fortemente la scelta di raccontare un amore tra dei ragazzi/adulti e quella che visibilmente appariva come una bambina, forse per principi morali - ma non moralisti. In questa seconda serie questa differenza non l'ho più notata, almeno non in modo così marcato.
Morita è un altro che si eleva in modo cristallino. Rimane il solito burlone e folle di sempre, ma rivela un lato della sua personalità incredibilmente profondo, che già comunque aveva lasciato trapelare in alcuni passaggi della prima serie, ma che qui diventa chiaro e determinante nello svolgersi delle vicende. Si scopre anche quello che è stato il suo passato e quale è il motivo dei suoi tanti pellegrinaggi economici.
Takemoto matura e diventa un ragazzo più sicuro, con le idee chiare, grazie anche al viaggio "alla ricerca dell'anima" compiuto durante la prima serie. Di contro, in questa stagione due, non gli viene dato molto spazio, seppure conserva un ruolo di tutto rispetto: gli viene anche concesso il palcoscenico più grande nel momento più grande, ovvero nel finale. In un anime che non ha un protagonista unico, vero e proprio, Takemoto sembra svolgere questa funzione in modo un po' oscuro.
Il prof. Shuuji cambia e stupisce, e forse più di tutti colpisce per la sua interpretazione della vita, e per alcune frasi davvero bellissime.
Se c'è una cosa che è rimasta invariata è l'intreccio amoroso (quanto mai intricato) tra Yamada, Riku e Mayama. Tuttavia, quasi mai arriva a essere stucchevole. Anche se gli autori la pongono in una prospettiva centrale, io l'ho vista sempre come una storia di sfondo a quelle degli altri personaggi che ritengo ben più interessanti.

Dopo le prime puntate gli autori mi avevano dato l'impressione di non avere più spunti per colorare questa seconda serie e portarla al livello della prima. Invece mi sbagliavo. La storia ingrana e non si ferma più, in una valanga di emozioni che travolge tutto e tutti. I personaggi non sono l'unica cosa che migliora. Le musiche, già di grandissimo livello nella prima serie, aumentano di grado, se possibile, soprattutto nell'opening e nell'ending, delicata al punto giusto.

Spesso nelle mie recensioni ho criticato il finale, perché in molte occasioni viene lasciato un po' in sospeso, troppo all'immaginazione dello spettatore. Sarei falso se non dicessi la stessa cosa per "Honey & Clover", eppure non mi ha dato questa impressione. E' vero, non c'è un finale clamoroso, di quelli che ti lasciano senza fiato, ma in fondo, in questo specifico caso, è giustificato. L'anime mantiene sempre una certa piega, dando valore sopratutto alla forza delle immagini e delle riflessioni dei protagonisti, e quindi finire in questo modo mi è sembrato giusto e coerente con il tutto, chiudendo così il cerchio senza bisogno di grandi stravolgimenti. Anche se si potrebbe obiettare che il vero finale e il vero colpo di scena stanno nella penultima puntata e non nell'ultima.
Ho voluto scrivere molto di quest'anime perché mi ha dato davvero molto. E' sicuramente tra i migliori che io abbia mai visto e lo consiglierei a chiunque fosse alla ricerca di un'opera di altissimo livello. Buona visione a tutti, con il miele e il trifoglio.