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Era il 1998 quando i Giapponesi salutavano le avventure animate di "Trigun", accontentandosi di seguire il Tifone Umanoide nelle sua versione originale cartacea. Nel 2009 terminano anche queste ultime, ma l'autore Yasuhiro Nightow promette che presto il biondo pistolero sarebbe arrivato sui grandi schermi.
Finalmente nel 2010 lo Studio Madhouse realizza il sogno dei fan portando il nuovo film "Trigun - Badlands Rumble" sui grandi schermi, ma quello che più colpisce non è il coinvolgimento dello stesso autore - cosa relativamente rara per film d'animazione - o la certezza dovuta all'intero cast della serie riunito (dal regista Satoshi Nishimura alle musiche di Tsuneo Imahori), ma è semplicemente l'emozione di rivedere quel cappotto rosso svolazzare al vento, il simbolo di una figura fermamente legata ai propri ideali e sempre sorridente. E' l'inconfondibile sagoma, nuovamente in movimento, di Vash The Stampede.

Il pericoloso criminale Gasback compie un terribile errore durante una rapina: ha calpestato una ciambella. Ma non è una ciambella qualsiasi, è la Sua Ultima Ciambella! E' per questo motivo che si ritrova letteralmente appiccicato addosso un tipo strambo e sregolato che, tuttavia, lo salva dal tradimento dei compagni.
Dopo 20 anni Gasback è ancora in libertà ma la sua taglia da 300.000.000 $$ attira cacciatori di taglie da tutto il pianeta, tra i quali c'è per "puro caso" il disinteressato Vash che farà la conoscenza di una bella pistolera.
L'opera fin dalle battute iniziali sfrutta la commedia nata dalle gag e dall'atipico stile di combattimento di Vash nato dalla sua finta stupidità, mentre il sipario sul plot principale si alza gradualmente tenendo sempre alta l'attenzione dello spettatore. Gli sceneggiatori in tal senso sono stati molto abili, perché sono riusciti a intessere una tela di eventi che permette contemporaneamente l'entrata in scena dei personaggi - nuovi o graditi ritorni - mentre la storia svela nuove sfumature e sviluppi, andando così a fornire una gradita simbiosi che elimina ogni forzatura (o quasi).
Tra le risate, gli atipici combattimenti e le tonnellate di bossoli che volano nell'aria, si va a espandere anche il background psicologico di Amelia, sfruttando abilmente il toccante passato - semplice ma d'impatto - e permettendo una crescita interiore non indifferente, innescata da un colpo di scena spiazzante che lascia a bocca aperta.
Tuttavia il finale propone qualche sfumatura prevedibile e blasonata in linea con lo stile di "Trigun", chiudendo però la storia con qualche piccolo dubbio.
Un finale approssimativo, quindi? Certo che no, perché le sorprese non sono finite qui. Il desiderio di divertire il pubblico fino alla fine, espresso dal regista, sfrutta ogni singolo minuto rimasto e, nella carrellata finale di immagini dei titoli di coda, offre piccoli scorci sui personaggi della storia, dove avviene un ultimo scambio di battute che regala l'attesa verità, sistemando l'ultimo pezzo del puzzle che forma così una storia ricca di sfumature emotive e sentimentali, donando nuovo spessore al tema del film. Il lancio dei dadi, una metafora leggermente criptica, regala però gradite chiavi di lettura.

Vasti deserti soleggiati, città in stile western ammucchiate a ridosso dei Plant e tanta gente dall'aspetto strambo che crea casino: insomma, l'ambientazione e l'atmosfera in stile western tipica della serie sono ancora presenti, se non maggiormente riuscite. La profonda cura dei disegni e delle animazioni dona paesaggi vivi e in movimento, dove gli strambi cacciatori di teste affollano strade e saloon facendo baldoria, dando vita a grandi risse o infastidendo gli abitanti.
La maggiore qualità tecnica permea ogni singolo fotogramma, ma a trarne grande profitto sono anche le scene d'azione, dove le sparatorie sono più belle da vedere che mai, sfruttando anche le nuove tecnologie d'animazione digitali, con un'ottima integrazione della computer grafica, creando addirittura il leggero spostamento d'aria nella scia dei proiettili e tanti altri particolari che rendono il tutto più vivo e movimentato.
La regia è perfettamente affine a quella della serie, visto che il regista è il medesimo, ma senza dubbio questa nuova veste più curata e tecnologica dona nuova bellezza alle atmosfere. Ottime invece sono le piccole scene che rimandano al passato, come un paio di inquadrature identiche a quelle della vecchia opening o di Vash che gioca con dei bambini: questi e altre piccole trovate ravvivano il cuore del fan più nostalgico.

Le musiche, ancora una volta affidate a Tsuneo Himahori, offrono un'ampia gamma di varietà passando dalla chitarra elettrica, per le situazioni più movimentate, a leggere pizzicate sulle corde di quella a acustica, per sottolineare i momenti più delicati o intimi. Ma ancora una volta a rubare la scena sono le bellissime arie profondamente radicate nella cultura musicale dei nativi americani, dove i tipici flauti e i tamburi subiscono raramente l'influenza delle melodie moderne.
Il tocco finale è dato però dalla traccia che fa da sfondo all'ultimo scontro, un'emozionante rivisitazione dell'indimenticabile "H.T.", la sigla di apertura della serie.

In Italia la Dynit ha proposto il film in DVD e Bluray, fornendo anche una limitata "First Press Edition", che offre un digipack contenente una cartolina metallizzata e un piccolo art book. Invece il contenuto dei dischi è il medesimo, ovvero un'altissima qualità audio e video, qualche gradito extra e l'immancabile audio multicanale.
Anche il doppiaggio è ben fatto, mentre si ritrovano con piacere le stesse voci della serie.

Dopo tanti anni "Trigun - Badlands Rumble" riporta con efficacia le avventure del tifone umanoide, riproponendo efficacemente tutte le ottime qualità della serie in una storia intrigante, ricca d'azione e sentimenti, e che diverte fino all'ultimo fotogramma.
"Badlands Rumble" è uno spin-off che nulla aggiunge alla serie, ma regala una nuova avventura memorabile di Vash The Stampede che difficilmente si dimentica, riproponendolo con una veste grafica più ricca e curata. Proprio per questo potrebbe anche essere un punto d'incontro con le nuove generazioni che non si sono mai avvicinate a "Trigun" proprio per l'età della fattura tecnica, in modo che possano scoprire questa perla dell'intrattenimento giapponese.