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Pochi anime possono fregiarsi dell'appellativo di "capostipiti di un genere", capaci non solo di crearne uno dal nulla, ma di influenzare le produzioni degli anni a seguire. Uno di questi è "Orange Road". Assieme a "Maison Ikkoku", dal quale però si discosta, è considerato infatti il primo (e meglio riuscito) esempio di anime sentimentale.
Come al solito vediamo i pregi e gli annessi difetti della serie in questione, partendo dai primi.
Madoka è il personaggio, uno tra i più riusciti dell'intera produzione nipponica ad oggi. Fascino, sensualità, forza, carisma, poesia e dolcezza si fondono indissolubilmente nella sua figura iconica. L'alternarsi delle sue molteplici sfaccettature e la perfetta adesione alle vicende della trama la rendono un personaggio azzeccato. A causa di queste sue doti spicca notevolmente rispetto agli altri personaggi, i quali sono un po' stereotipati. Lo stesso Kyosuke, il coprotagonista, pare il classico personaggio da harem story: indeciso e a volte incomprensibile nelle sue scelte. Nonostante ciò rimane comunque anch'egli interessante, in virtù delle sue doti extrasensoriali e del perenne sforzo di mantenerle segrete.

Le musiche si inseriscono perfettamente nella vicenda, sottolineando la poeticità di alcuni momenti topici. Stesso discorso per le intro e le ending, decisamente orecchiabili e riuscite. Menzione particolare per quanto riguarda i brani di sassofono suonati da Madoka, perfetti non solo nel riuscire a emozionare, ma anche nell'esaltare la sua figura.
Per quanto riguarda l'atmosfera: raramente se ne ritrova una tanto poetica quanto luminosa e viva. Gli scorci, i panorami, le ambientazioni non sono solo cornice delle storie del triangolo, ma proiezioni degli stati d'animo degli stessi e - perché no? - di chi guarda.
La vicenda, seppur rappresenti il classico triangolo amoroso, essendo tra i primi esempi,
non pecca di inoriginalità. 48 puntate sembrano tante, ma la storia viene sviluppata tutto sommato bene, con le tempistiche giuste. La lentezza non è per forza un elemento negativo, se il fine è quello di lasciare lo spettatore in attesa dell'episodio successivo.

Per il doppiaggio l'edizione Yamato è perfetta. Le voci (tutte, dalla prima all'ultima) sono perfette e donano carattere ai personaggi stessi. Laddove la vicenda rallenti o perda mordente l'interpretazione dei doppiatori sopperisce a ciò e anzi valorizza il tutto.
L'unico difetto che imputo a questa serie è il tempo: l'animazione e i disegni, per quanto ancora piacevoli, non reggono ovviamente il confronto con le produzioni moderne. Le stesse abitudini, luoghi e situazioni sono figlie di quegli anni '80 che oggi sembrano distanti anni luce. Va anche detto che le rughe non per forza deturpano il viso, ma anzi possono donare fascino ed è questo il caso.
In definitiva, se siete dei fan della commedia romantica-harem-sentimentale oppure delle atmosfere anni '80 guardatelo. Dopotutto l'amore non è mai fuori tempo.