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Attenzione: la recensione contiene spoiler

Cavalcare la cresta dell'onda, aiutarsi tramite la spinta di essa, per buttar giù una nuova fatica animata incentrata sul successo di qualche predecessore dal buon cammino: tratta da una light novel di Kawahara Reki, "Sword Art Online" tenta di percorrere, e forse superare, il traguardo già raggiunto da "Accel World" accomodato dalla A-1 Pictures, che non è di certo nuova ai fenomeni commerciali del momento. Chi non ha mai visto sbucare il nome di questa incredibile versione animata, che tenta di farsi famosa nel nome di un genere che ormai è stra-abusato come quello dei giochi on line? Impossibile, proprio dopo aver visto insistentemente pubblicità in ogni dove ho pensato che valesse la pena guardarlo, anche se probabilmente ci si trovava dinnanzi ad un qualcosa che avrebbe solamente evidenziato quanto si sfrutti la situazione. Sicuramente, già dal voto capirete che per me è stato tempo perso. Ma non è del tutto vero; infatti vi assicuro che questo anime mi ha dato talmente tanti pareri negativi che la mia voglia di recensirlo si è spinta oltre alle solite righe. Avrei volentieri fatto analisi di ogni episodio e personaggio, ma ammetto che non è nemmeno leggero, per cui mi atterrò ad una linea veloce del tutto, perché qua, malgrado si tratti di qualcosa di... spiazzante, merita che esso venga ben delineato così che non ci siano dubbi sul perché "Sword Art Online" è così in bilico tra odio ed amore di molti.

Partiamo dunque dalla trama o quel che secondo molti non c'è, c'era o ci sarà. Un ragazzo abbastanza anonimo, improvvisamente, dopo essersi seduto sulla sua scrivania per inserire un gioco, in un luogo che vanta un bell'arsenale di computer ed elettronica, senza far capir nulla indossa uno speciale casco in grado di alterare la realtà che lo circonda, immergendosi così in un mondo virtuale, che da titolo rinomina l'anime. Come farsi catapultare in un sogno, Kazuto finisce in questo nuovo universo dai tratti medioevali e fantasy, con tanto di natura incontaminata, colori bellissimi, paesaggi mozzafiato ed una fantastica isola torre a far da scenario alle fantasie dell'autore. Lui ovviamente non sarà l'unico giocatore: infatti, nel corso del prologo, potremo trovare vari personaggi che parlano e discutono sul gioco, piccole spiegazioni sul come funziona, su come ci si possa muovere dato che questa tecnologia non esiste realmente nel nostro mondo, e va almeno un poco inserita con coerenza perché si possa comprendere. Comunque, essendo il giorno di lancio per questo nuovo 'capolavoro', ci sarà una bella riunione tra tutti i giocatori che l'hanno acquistato, e verranno tutti riuniti in una piazza del primo livello dove apparirà quel che è il creatore a spiegargli le regole: questo forse è uno dei punti che vuole spiazzare di più lo spettatore, anche se era ovvio pensare che qualcosa di cattivo fosse nella penombra. Chiunque ha effettuato l'accesso, non può uscire. Nessun tasto con su scritto "log out": sono imprigionati là e non potranno tornare nel mondo reale finché non avranno completato la bellezza di tutti i cento livelli. Chi non verrebbe traumatizzato da tutto ciò? Ti stanno imponendo un gioco di morte, dato che se muori in "Sword Art Online" il casco per la realtà virtuale manderà il tuo cervello in paradiso. Ed allora tutti si chiederanno la reazione disastrosa di tutti, la disperazione che viene fuori episodio per episodio, la corsa per sopravvivere, emozioni senza tempo per respirare... nulla di tutto ciò.
Quel che nel gioco è Kirito (il protagonista all'anagrafe Kazuto) affronterà la situazione con freddezza, anche se in un primo momento apparirà un po' titubante a partire da solo senza un amico conosciuto pochi attimi prima. Inizierà così la sua avanzata solitaria da guerriero delle tenebre, nel senso che nessuno può stargli vicino. Lui è fortissimo, perché è stato un volontario al test della versione beta, ovvero quella per provare il gioco in anticipo prima della messa sul mercato; per questo motivo già dall'inizio ci appare una spanna sopra di tutti. Affronterà ogni avversario, che siano uno o cento, in scioltezza, supererà livelli così, a casaccio, per episodi ed episodi senza spiegarci mai come c'è arrivato. Un episodio è al livello due, quello dopo al quarantesimo; stranamente, gli unici che si trovano spiazzati da tutto ciò sono gli spettatori. Ma cosa farà mai Kirito saltando quaranta livelli a puntata? Sicuramente ci saranno scontri mozzafiato, nemici formidabili, così come alleati alla sua altezza. No, scordatevelo. In ogni episodio lui incontrerà qualcuno, quel qualcuno si innamorerà di lui, questa persona sarà sempre penosa e poi verrà mollata a fine episodio mentre sogna i fiori d'arancio ed un velo bianco, che mai avrà, a coprirle il volto. Inizialmente, e per molti episodi a caso, questo diventa un vero e proprio harem! Kirito entrerà in ogni situazione dove vi è un essere femminile con qualche problema di debolezza fisica, caratteriale o disgrazia. La tirerà su perché lui è figo, la aiuterà perché lui è forte, e senza motivo la ragazza, che prende sempre l'aspetto di una mania fissa degli otaku (la idol, la lolita, la timidona, la tosta, ecc.), lo ama. Che lo abbia conosciuto per un giorno o per un'ora, nessuno potrà mai odiare questo personaggio senza macchia alcuna, e già qua ti chiedi come fai a continuare prendendo anche sul serio gli scontri, che sono un continuo tagliare e tagliare chi sta davanti a Kirito, facendo al massimo un taglio alle doppie punte di lui come contraccolpo. Inizialmente puoi anche pensare che ci sta: vuoi introdurre un mondo, anche se in maniera fastidiosa... ma non si fa nemmeno quello! Saltando i livelli sembra quasi che si voglia solo far capire che chi vince è sempre lo stesso, che chi lo conosce lo amerà sempre e tutto sarà perfetto! Episodi fatti a stampo finché improvvisamente si ferma la trama su un numero di livelli del gioco che press’a poco non cambia di molto. Qua, incontriamo, dopo qualche apparizione lampo, una ragazza che diventerà molto importante ai fini della trama, ovvero Asuna. Bellissima, un giorno innamorata, l'altro acida, l'altro timida, l'altro forte, l'altro abbattuta, l'altro orgogliosa, tutto per andar meglio a Kirito, che ovviamente le farà perdere la testa. Quando i due troveranno nella loro antipatia ciò che cercavano per vivere insieme, improvvisamente la trama avrà una rallentata: questi due sembrano proprio aver problemi di mente, dato che scappano in una puntata, nell'altra dicono che devono restare a combattere per superare i livelli, che la loro presenza è importante... Ma loro hanno in fondo voglia di stare insieme, se mai finisse il gioco come si troverebbero ancora? Ma sono gli eroi, dannazione! Hanno delle responsabilità verso i giocatori deboli, e Kirito non vuole più che nessuno muoia! E fu così, che per due episodi a metà battaglia se ne vanno in viaggio di nozze, non prima di aver consumato abbastanza tranquillamente il frutto della passione, come se nessuno crepasse nella realtà. Andranno a far casa in un livello nascosto, adotteranno figli e se la spasseranno a cucinare, finché non ricorderanno ancora che ci sono vite da salvare e partiranno finalmente verso la fine del gioco, dove è inutile dire chi batterà e come, dato che non esistono i colpi di scena, anzi, è ancor più ridicolo il come si possa terminare il tutto con una puntata che pare tratta dalla famosa "Pasqua di Gesù Cristo". Il gioco termina e così si immagina l'avventura del nostro paladino che si risveglia dopo due anni costretto in un letto senza muoversi, alimentato da macchine, con traumi che teoricamente avrebbe chiunque rischia ogni giorno la propria vita, tutto tranquillo. Cammina, è un po' più magro, con i capelli ovviamente più lunghi, ma passeggia come se nulla fosse per l’ospedale, andando a bussare qua e là alle porte per cercare la sua amata Asuna. Sfido chiunque a non aver sperato che la trovasse subito per chiudere il velo pietoso creato dal realismo che fa concorrenza ad un coccodrillo rosa, ma no, l'amata del prode Kirito è in un altro ospedale ed ancora non si è svegliata. Da qui parte quello che possiamo definire un secondo arco, ove si andrà a capire cosa è successo a lei, perché è ancora incosciente, e finalmente si tenterà di capire perché diamine Kirito se ne è stato tranquillo su quel gioco come se nulla fosse, perché scappa dalla realtà, cosa ha la sua famiglia che non va: ovviamente ciò che non va è tutta la storia, soprattutto sua sorella che è innamorata (che cosa strana) di lui, che soffre come una folle e cova gelosia che però mai manifesterà; da brava piccola di casa, lei sarà una colonna importante della seconda fetta d'anime, dove ovviamente il fratello senza cervello e senza shock per l'esperienza precedente, inutile dirvelo, entrerà in un altro gioco come se nulla fosse per lui. Non andrò oltre la trama per ovvie questioni di spoiler, ma posso assicurarvi che non cambia nulla, se non il danneggiare ulteriormente la credibilità dei protagonisti.

Ora arriviamo al lato davvero dolente: so che sembra la trama, ma non è nemmeno quella a rendere "Sword Art Online" ciò che reputo un inspiegabile successo! I personaggi sono la vera rovina.
Prendiamo ad esempio Kirito: il solito ragazzo anonimo su cui troviamo valanghe di personaggi identici da altri anime. È il classico prototipo dai tratti altamente nipponici e nessuna bellezza travolgente, atto ad aiutare ogni otaku ad identificarsi al meglio nella sua figura. Questo posso capirlo, gli anime sono a scopo di lucro, dobbiamo pur attirare anche l'aspetto psicologico di chi li visiona, ma non è "banale" solo il tratto del ragazzo che dovrebbe aver carisma, essendo un protagonista. Non ha un carattere definito: nella prima puntata appare come un normale quindicenne un po' amante dell'avventura, che trova il suo mondo virtuale e fa amicizia con qualcuno da cui poi si deve separare con dolore, perché non pare amar poi tanto l’esser solitario. La puntata dopo è uno spietato guerriero che guerriglia da solo, ha un livello altissimo e tutti lo temono perché ha fatto la versione di prova e pare saperla più di tutti, essere avvantaggiato in ogni quest (missione). Quella dopo, inspiegabilmente, si unisce a qualcuno perché non vuol star più solo, quella dopo dice di non voler nessuno dietro perché non al suo livello e perché ha paura di non proteggerlo, quella ancora dopo ritorna indietro ed aiuta qualcuno anche se rischia più dell'individuo che ha salvato la puntata precedente. Va a convenienza, dove la trama suggerisce vada meglio, perché lui è un tutto ma nessuno, non ha nulla che si evidenzia sempre, appare una casuale variante psicologica ad ogni esigenza, lasciando allo spettatore il dubbio su quanti fratelli gemelli abbia qua e là, dato che è veramente incoerente, non è per nulla figo e persino noioso. Sfido qualcuno a creare una scheda sulla figura mentale di questo individuo. Ma non è il solo, questo modulo varia per chiunque si prenda in considerazione: ad esempio Asuna, che, essendo il sogno erotico di tutti i fans, apparirà a convenienza ciò che conviene; come citato già nella recensione, è capace di dare un colpo in testa a Kirito e spogliarsi due secondi dopo aver ripetuto che lei ha un orgoglio e non va sottovalutata. Inutile, signore e signori, se manca la materia prima (i neuroni dei protagonisti), puoi avere trama da superare anche "One Piece", ma non potrai mai rimanere un’ombra credibile nel panorama dell'animazione o della narrazione generale.

"Sword Art Online" sembra il diario di un adolescente; ecco in cosa si rispecchia questo lato incomprensibile, il fatto di non aver un personaggio classificabile: molte persone, spesso, da piccole o adolescenti sognano di essere qualcosa, ed a volte, presi da un attacco di coraggio, lo si scrive per lettere o tasti. Da piccoli tutti avranno messo su la storia del loro viaggio sulla luna o del loro scontro con qualche eroe dei "cartoni animati". Kirito sembra proprio ciò. Il protagonista che è in noi, perfetto e adatto a come lo vorremmo ogni volta, con poteri inspiegabili e fighi che possano renderci il massimo, ed ogni situazione emozionante per noi. Tutti che ci amano, una bellissima compagna, un mondo favoloso, una reputazione amata da chi è degno e temuta da chi no. Quando sei piccolo ti piace semplicemente viaggiare con la fantasia, fai dei balzi assurdi e scrivi cose incredibilmente senza senso; credo che molti capiranno il nesso: sì, sembra il racconto di un adolescente che fantastica. Peccato che non si può chiudere un occhio, dato che vi è una perversione che va oltre il sopportabile.
Donne usate per soffiarsi il naso o altre cose, tentacoli rosa che vanno nei pertugi di Asuna, inquadrature più di sederi e seni che di facce, spogliarelli, strappi di vestito, pervertiti qua e là che leccano, sbavano e toccano senza decenza... altro che ragazzino sognante, sembra il diario di un maniaco alle prime armi! Il tutto è sicuramente messo su anche dall'esigenza di fare fanservice, ma che c'è di bello in questo continuo sfruttamento della figura femminile? Solo il guadagno.

Per farla breve, dato che mi sono davvero prolungata anche troppo per il merito che ha questa serie, se volete veder le fantasie semi eroiche-erotiche di qualcuno, questo "Sword Art Online" fa per voi. Ottimi disegni ed animazioni, musiche messe in perfetta simbiosi con i momenti e le opening/ending sempre piacevoli. I personaggi son fatti abbastanza su uno stampo comune, ma se piacciono tanto gli harem, qua ve ne è una dose enorme. Non metto uno perché è pur sempre una produzione grandiosa per ammassare un numero cospicuo di fans, una cosa tra l'altro che è riuscita; nulla da rimproverare da questo punto di vista. Anche se mi domando con quale serietà si possa trovar che delle persone che fuggono senza motivo dalla realtà, che rischiano la vita pur dovendo avere dei traumi, possano continuare come se nulla fosse. Sembra un insulto a chi davvero ha degli incidenti gravi alla psiche.