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"Uta no Prince-sama: Maji Love 1000%" (Utapri) è l'attuale punto di riferimento del fandom femminile: opera nata come visual novel della nota casa Broccoli, è divenuta poi un otome game (letteralmente "maiden game"), che ha generato un enorme afflusso di donne dedite a strapparsi i capelli alla sola comparsa di uno dei personaggi.
Questo enorme successo ha generato CD, fan book e una moltitudine di gadget che hanno convinto lo studio A-1 Pictures a crearne un anime, indirizzato ovviamente al pubblico femminile, mandato in onda nel luglio 2011 e terminato nel settembre stesso. In Giappone l'anime ha ottenuto un enorme successo e così anche la serie dei videogiochi, portando così "Utapri" ad ottenere nel 2013 la seconda stagione, che segue la versione del gioco "Debut", chiamata "Uta no Prince-sama: Maji Love 2000%".

La storia è semplice e contorta allo stesso tempo per svariati motivi, ma procediamo con calma: Haruka è una ragazza che ama la musica, soprattutto da quando si è innamorata della voce di un idol chiamato Hayato, e da quell'istante decide di voler scrivere canzoni per lui. Si iscrive a una scuola di cantanti e compositori, e lì conoscerà svariati personaggi la cui vita è dedicata alla musica, con cui potrà confrontarsi per arrivare al successo e formare un gruppo musicale: gli Starish.
Essendo una storia tratta da un otome game, il tutto si potrebbe esprimere con il termine "reverse-harem", quindi bei ragazzi che piovono dal cielo come la pioggia durante una tempesta; l'importanza di questi giochi sta nel fatto che tutti possono credersi la protagonista, che deve essere anonima. Partendo dai difetti di quest'anime, la signorina Haruka è senza ombra di dubbio il più inutile elemento che abbia mai incontrato: tonta, ingenua e possiede anche una voce infantile. Lei è l'oggetto del desiderio di tutti... ma povera, mettetevi nei suoi panni! E' costretta ad essere voluta, bramata e corteggiata da ben sette splendidi ragazzi, che potrebbero avere qualsiasi donna o uomo in ogni momento, ma invece scelgono proprio lei che è attraente come una tegola... senza senso.
La prima puntata si apre con Haruka intenta a passare l'esame d'ammissione per la scuola, che ovviamente richiederà una preparazione musicale adatta al livello di un possibile idol, ma lei lo supera tranquillamente seppur non sappia leggere uno spartito musicale, come poi ci verrà fatto notare per circa tredici puntate (ricordiamoci che vuole suonare il pianoforte). Non solo risulta inutile e un peso per tutti, ma continua inesorabilmente a piangersi addosso ogni volta che qualcuno di bello le si dichiara - mamma mia, mi sono detta, deve essere terribile avere così tanti ammiratori da dover frignare e lagnarsi sempre. Ah, comunque, tra il piangere e l'essere un peso morto, lei continuerà a non capire che tutti sono pazzi di lei.
Tredici puntate sono poche, infatti vi sono tanti elementi in eccesso e buchi nella storia, tra cui il classico finale tirato e affrettato con troppi sviluppi dato il breve tempo rimasto. Alcuni personaggi, tra l'altro, vengono ampiamente oscurati dagli altri (vedi Cecil, compare giusto cinque minuti durante la sua puntata personale), causando molta confusione allo spettatore: prima tutto ruota su uno, poi si corre da un altro e dopo ancora si va altrove. Ma è sbagliato, questo infatti è un anime e non un videogioco, e tutto è una corsa verso il nuovo amore della ragazza.

Ho gradito molto la musica, protagonista forse più di quella spazzatura ambulante di Haruka, che possiede voci come quella di Mamoru Miyano. Seppur mi facesse senso sentire Light Yagami ("Death Note") pronunciare cose come "Voglio diventare un idol", nel complesso le melodie mi sono piaciute, ma non come sono state impiegate: un abuso di fantasia è quest'anime, un vero e proprio arcobaleno di stelline e arcobaleni dove i ragazzi danzano sulle note dell'amore (nudi) assieme alla splendida Haruka, che non si accorgerà mai di niente. Mi spiego, avete presente quando nei cartoni della Disney iniziano tutti a cantare dal nulla e la musica parte senza che ci sia nessuno a suonare, e anche quando compaiono ballerini dai cespugli e cose simili? Ecco, lo stesso accadrà qui, solo in modo ancora più ridicolo: nessuno, e dico, nessuno, si chiederà mai come possano comparire dal nulla le colonne sonore e i brillantini, ma invece si apprezzerà la voce di chi sta cantando, come se non ci fosse mai stata nessuna canzone di sottofondo.
Il soundtrack in generale è piacevole, peccato per la troppa presenza di Haruka e del suo pianoforte, che richiederanno una notevole dose di pazienza e di yoga per placare gli istinti omicidi.

Il character design è molto pulito e i lineamenti dei nostri adoni sono quasi impeccabili, ma ciò che catturerà subito l'attenzione saranno i colori sgargianti che tingono gli ambienti, ma, soprattutto, tutti si chiederanno almeno una volta perché Haruka ha gli occhi gialli neon mentre tutti gli altri sono normali esseri umani.
Tutti i personaggi, chi più chi meno, usufruiscono di almeno un episodio a testa dove potremo goderceli sotto la doccia, oppure assorti nei loro pensieri musicali mentre suonano, e ognuno di loro avrà una puntata dove poter raccontare tutto di sé, quindi li potremo conoscere meglio.

Quest'opera è scarsa come anime e ottima come gioco, ma è difficile realizzare qualcosa del genere senza cadere in un mare di sdolcinatezza con tanto di caramelle in stile "bazinga", quindi, ragazzi e gay, statene alla larga: gli etero lo odieranno per i bishounen e i gay per via della fantastica protagonista, anche perché già la detestano le ragazze, ma voi, come minimo, vi suicidereste.

La parte migliore di quest'anime? L'ending: sederi e accenni yaoi ovunque. Forza Starish, dateci dentro!