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8.0/10
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Aku no Hana è stata una sorpresa in tutti i sensi che fin dal primo episodio ha fatto parlare subito di sé nel bene o nel male.
La tecnica utilizzata è stata propensa verso il rotoscopio, il quale per via dei disegni "grezzi" e ben lontani dal chara design a cui si è abituati, ha fatto infiammare tutti gli amanti dell'opera nipponica.
Secondo il regista Hiroshi Nagahama, questa scelta è stata appurata per dar vita alla finzione e connetterla al mondo reale. La live action non avrebbe reso la stessa idea che aveva in mente: gli attori reali non avrebbero rappresentato appieno i personaggi del manga e lo spettatore avrebbe visto passivamente degli attori che semplicemente interpretano.
A mio parere la sua scelta ha voluto scuotere gli animi di tutti per, forse, voler dimostrare che un chara design non è l'unica misura su cui si può giudicare un anime.
Un modo per voler esaltare la trama dal resto.

Il clima creato in Aku no Hana è alienante e pare vedere i Fiori Del Male "sporcare" la realtà tralasciando molte volte i visi dei personaggi (ma con occhio attento si può notare che i dettagli di sfondo sono ben curati) e aggiunta ad una musica inquietante, rende l'idea del "deviato" che è argomento centrale dell'anime.
I personaggi sono ben caratterizzati e affronta un tema delicato come il sentirsi fuori posto in una società... e si comprende inoltre che non tutto ciò che appare è veritiero.

L'anime nonostante abbia toni cupi, mi ha strappato un sorriso perché la tragedia che mostra suona totalmente esagerato. In ogni caso è proprio per questo che non si è voluto usare la solita tecnica.

E' un peccato che la parte migliore sarà vista solo nella seconda parte e ammetto che i tempi morti negli ultimi episodi si sono fatti sentire parecchio (alias le lunghissime camminate silenziose di Takao).