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9.0/10
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"Mushishi" è la serie tratta dal manga omonimo di Yuki Urushibara, da ventisei episodi tutti auto conclusivi.
Posso prontamente affermare che "Mushishi" sia un'opera di quelle il cui apprezzamento è bianco o nero. Non ci sono vie di mezzo.
"Mushishi" è, nel suo genere di puro racconto tradizionale, un capolavoro, ed il suo apprezzamento è dato unicamente da come possa o non possa piacere il genere a cui appartiene.
I Mushi sono organismi che possono essere percepiti da pochi umani e, fino ad un certo gradino della scala di specie, dagli animali. La loro esistenza è strettamente collegata alla natura e le loro azioni, come i loro capricci od i loro sentimenti, riescono a contaminare, influenzare o distruggere la vita degli esseri umani, essendo essi stessi parte strutturale del "fiume della vita" da cui viene a crearsi l'intera esistenza degli esseri viventi. Essendo i Mushi visibili anche ad alcuni esseri umani, essi vengono studiati dai Mushishi, umani capaci non solo di vederli ma di poterli capire ed in altri casi di poterli contenere. Ginko è un Mushishi il cui passato viene descritto leggermente in soli due episodi molto distanti tra di loro. Egli viaggia in giro per un antico Giappone per studiare e sopratutto "imbattersi casualmente" nelle vicende che vedono coinvolti gli umani e i Mushi. In molti dei casi che si vengono a trattare, le conseguenze che si ha dal contatto tra questi due esseri distinti è quanto mai distruttivo. In altri casi, i Mushi fungono da consolazione per gli umani, i quali vanno a chiudere dei buchi, delle lacune, delle mancanze che solo con l'esistenza umana non si sarebbe mai potuto colmare.
Le soluzioni che Ginko riesce a trovare vanno sempre a favore dei Mushi, o meglio, tendono sempre a non infrangere quello che è il delicatissimo equilibrio di questa coesistenza incompresa.
Ogni episodio se pur auto conclusivo e se pur dalla stessa struttura narrativa (problema con un Mushi, arriva Ginko, risolto (o meno) il problema) riesce ad esprimere una poesia ed un sentimento unico in ogni episodio.
La storia di ogni Mushi, la fantasiosa invenzione di queste creatura dagli effetti così naturali ma ben lontani dall'umano, sono chiaramente ispirati alla tradizione popolare giapponese dedita ad una fantasia ed un sentimento ricchi di un mondo troppo lontano se pur disegnato proprio sotto i nostri piedi.
Il punto da tutti definito forte di quest'opera (e che a forza di dirlo lo è diventato) è lo stile grafico. Molto simile ma più maturo, sotto il punto di vista di personaggi, rispetto al manga e dalle ambientazioni elegantissime e poetiche, capaci di trasmettere l'atmosfera di nature solenni, eterne ed incontaminate, decorate da questi organismi invisibili ma pesantissimi.
Nonostante debba ammettere che questo sia il punto forte dell'opera, voglio anche aggiungere che ogni struttura di quest'opera sia piena di poesia, sentimento e "sostanza".
Consigliato agli amanti del Giappone erboso ed antico, di esseri un po' mostruosi e di atmosfere malinconiche.