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7.0/10
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Di solito, quando qualcuno sente parlare di zombie, pensa immediatamente a titoli del calibro di "Resident Evil" tra i videogiochi o a "La notte dei morti viventi" tra i film. Siamo inoltre abituati all'idea che uno zombie sia un essere soprannaturale non più dotato di raziocinio e affamato di carne umana. "Sankarea" ritengo che abbia avuto il grande merito di reinterpretare la figura dello zombie, donando una ventata d'originalità piacevole da guardare.

Riassumendo l'incipit della storia, vediamo il protagonista Chihiro Furuya morbosamente appassionato di zombie, tanto da volerne baciare uno di sesso femminile. Sfortunatamente, il gattino a lui caro muore, provocando in Chihiro la tentazione di resuscitarlo attraverso un antico di libro di pozioni appartenuto ai suoi primi antenati. In un vecchio edificio abbandonato incontrerà la compagna di scuola Sanka Rea, determinata a fuggire dall'insopportabile clima familiare, comprendendo come possa essere la sua salvezza la pozione resuscitante dell'amico Chihiro.
La trama si preannuncia interessante e rappresenta il perfetto incipit di una storia principalmente a sfondo sentimentale. Comunque, la serie in questione alterna il sentimentalismo a qualche gag comica o momento drammatico. Il dramma nasce dal rapporto burrascoso che ha Rea nei confronti della sua famiglia: il padre ha solo occhi per lei ed è iperprotettivo, mentre l'attuale madre, che è la seconda moglie e matrigna di Rea, è infastidita dalla mancanza di attenzione che gli viene data e così trova conforto solo attraverso l'alcol. Chihiro dal canto suo vive agiatamente in una famiglia che è proprietaria del tempio cittadino e passa il suo tempo con lo visionare film di genere horror/zombie o con la cugina Ranko.

Lo svolgimento della storia è lineare e non sono presenti molti flashback. Quest'ultimi sono principalmente associati alla precedente vita familiare di Rea, in modo che si possa comprendere la difficile infanzia che ha dovuto sopportare. I primi episodi vengono utilizzati come presentazione dei vari personaggi, ma dall'episodio 4/5 le cose iniziano a cambiare: l'intreccio assume maggior importanza e le scene di vita quotidiana lasciano il posto a dei colpi di scena anche piuttosto inaspettati e piacevoli.
Per quanto riguarda il comparto tecnico, "Sankarea" si attesta su ottimi livelli. La cura dei dettagli è molto elevata e inoltre sia le ambientazioni che il disegno in generale sono di eccellente fattura. Il sonoro appare nella media: l'opening non è nulla di eccezionale ma comunque gradevole, e lo stesso vale per l'ending, dal carattere un po' più dolce e sentimentale. Le soundtrack sono fatte bene e rientrano nella media.

Dopo un'analisi del genere molti si aspetterebbero che uno come me desse almeno 8 o addirittura 9 a quest'anime, ma non mi è permesso per colpa di un difetto abbastanza fastidioso dal mio punto di vista: la brevità. Ritengo che "solo" tredici puntate non bastino per accattivarsi a sufficienza lo spettatore, poiché il ritmo dell'opera è molto lento. Ritengo inoltre che la serie finisca sul più bello, non dando spazio a sufficienza al rapporto dei due protagonisti, rendendo la serie dal punto di vista sentimentale povera di momenti interessanti. Per questo motivo il mio voto finale non può che essere un 7. Spero proprio che i produttori di questa serie, in un'ipotetica seconda stagione, decidano di approfondire di più il genere sentimentale, limitando il più possibile quello comico/ecchi oltre che il fanservice. Tuttavia, una serie di questo calibro la consiglio vivamente a tutti, sperando venga gradita.