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Makoto Shinkai, con questo ennesimo capolavoro, ha dimostrato di seguire uno stile proprio, con momenti lenti, poetici e profondi, e momenti di tensione molto rapidi e allo stesso tempo intensi; insomma, chi dice sia l'erede di Miyazaki si sbaglia di grosso, non essendoci quella spensieratezza infantile. Anzi, i film di Shinkai hanno molta drammaticità. Come si è visto in "5 cm per Second", i ragazzi ancora nella fanciullezza vengono fatti sembrare più maturi, quasi adulti, insomma vengono caricati di responsabilità e pensieri, e questo accade anche ne "Il Viaggio verso Agharta". Su questo film c'è poco da dire, è un capolavoro, è una poesia, e il poeta è Shinkai: colonne sonore da dieci e lode, paesaggi che parlano da soli, un livello d' animazione mozzafiato e temi toccanti come la solitudine, la morte e l'amore.
Consiglio a tutti di vederlo in sub ita, è molto più godibile: anche se il film dura due ore, scorre senza intoppi, lasciando molto spazio ai paesaggi suggestivi che, accompagnati dalle varie OST, danno un risultato magnifico. Il voto è dieci, perché finalmente Shinkai fa un film completo che non si limita a trattare solo di temi sentimentali; per il resto il comparto tecnico è favoloso, i personaggi ben fatti e la trama interessante, attingendo alcuni elementi dalla mitologia precolombiana e greca.

"Il Viaggio verso Agharta" è un film consigliatissimo, che, a parer mio, se la gioca alla pari con i pilastri Ghibli, quindi non perdetelo.