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Nel 1964, anno delle olimpiadi di Tokyo, l'animazione subì notevoli cambiamenti. L'evento sportivo che riempiva la capitale giapponese rappresentava qualcosa di ben più significativo per gli abitanti di un paese che circa 20 anni prima era morto. Le olimpiadi erano una rinascita. Il Giappone si ripresentava al mondo nuovo e più potente di prima. Lo sport diventa un simbolo, una via per potersi perfezionare, la propria ragione di vita. Ce lo hanno dimostrato Naoto protagonista dell'Uomo Tigre che lotta per gli altri orfani come lui e che in lui vedono un esempio o Mimì, della nazionale della palla a volo, che giocando con molta dedizione riesce a superare tutti gli ostacoli. Ma l'anime più importante per poter comprendere la situazione dell'epoca è Tommy, la stella degli Gians (kyojin no hoshi): la guerra ha frenato tutti i suoi sogni e il desiderio di fare quel tiro perfetto tanto agognato si realizza solo dopo aver disintegrato per sempre una parte di se'. Se ci si impegna al massimo ogni ostacolo può essere superato,ma bisogna fare tanti sacrifici.

Negli anni ottanta invece col boom economico, gli anime appartenenti al genere supokon cambiano direzione. Non si fa più sport per dimostrare al Giappone che nessuna sfida è impossibile, ma per un sano senso di competizione. Vincere diventa la nuova parola d'ordine. Ce lo hanno dimostrato più volte Mila con la sua squadra di palla a volo e Capitan Tsubasa, vincendo ogni sfida. I valori che venivano dati alla generazione degli anni ottanta erano certamente positivi, ma fra questi mancava quel senso di estremo sacrificio. La vittoria alla fine risultava scontata e i sacrifici non erano estremi.

Oggi il genere sportivo è principalmente orientato sulla scia degli anni ottanta. Ma esiste un anime sportivo che è riuscito a cambiare tutto. In Hungry Heart non conta né vincere,né dimostrare al Giappone qualcosa, ma crescere ed imparare a credere nei propri sogni. Sudore, fango, corsa, piedi, testa e cuore. Solo questa è una vittoria.

Tratto da un minore manga di Yoichi Takahashi, il celebre mangaka di Capitan Tsubasa, Hungry Heart (in Italia la squadra del cuore) è un anime di 52 episodi del 2002. Nel 2002 in giappone si tennero i modiali di calcio, vinti poi dal Brasile. L'animazione giapponese destò nuovamente la sua attenzione sul calcio che era quasi stato dimenticato dopo l'ondata di Capitan Tsubasa. All'inizio la storia resta fedele al fumetto, ma nel corso degli episodi comincia a staccarsi sostanzialmente, ribaltando addirittura il finale, e in più punti migliorando la trama del manga.

Capelli arancioni, sguardo arcigno e un calcio a dir poco spaventoso. Roy (Kyosuke)Kanou è un giovane ribelle che entra a far parte della squadra di calcio mediocre del suo liceo, l'Orange Hill. Con il suo contributo Roy riuscirà a portare la squadra a grandi livelli.

La trama è apparentemente semplice e banale, ma in realtà è ricca di profondi spunti. Infatti i personaggi, dal protagonista a quelli meno importanti, sono tutti ben caratterizzati. L'introspezione psicologica di Roy è davvero notevole. Soffre di un profondo senso di inferiorità nei confronti del fratello, giocatore del Milan. Peter(seisuke) Kanou ha insegnato al suo fratellino tutto ciò che bisogna sapere sul calcio, ma Roy di questo sport non ne vuole sapere. Non vuole essere paragonato al fratello. Da giovane scapestrato , egoista e superficiale Roy impara a crescere e a credere negli altri. Il calcio è il collante di undici ragazzi profondamente diversi che insieme crescono, lottano e scoprono nuovi valori. Consci del fatto che lo sport è molto più che una semplice disciplina, ma è fatto di amore, passione, dedizione e sacrificio i ragazzi riescono ad affrontare le numerose sconfitte ed i pareggi senza mai arrendersi, fino al sorprendente finale.

L'anime per la sua struttura è indirizzato sia ad un pubblico maschile, sia ad un pubblico femminile. Infatti non mancano spunti tipici del genere Shojo. Il disegno è molto ben curato rispetto agli altri anime dello stesso periodo, decisamente superiore a quello del manga. Le animazioni non sono eccellenti, ma in compenso la colonna sonora, è meravigliosa: avvincente e piena di energie durante le partite, tragica nei momenti clou, delicata nelle scene romantiche. L'intensità del sonoro fa da cornice ad un prodotto davvero ben fatto .
Consigliato soprattutto a chi non ama il genere sportivo. Per potersi ricredere.