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Danganronpa è tratto dall'omonimo videogioco prodotto dalla Spike dove quindici studenti si ritrovano rinchiusi in una scuola chiamata "L'Accademia della Speranza" il cui bizzarro preside è un orso giocattolo chiamato Monokuma.
Quest'ultimo si presenterà come il burattinaio e alla cerimonia di apertura rivelerà agli studenti una sconcertante realtà: l'unico modo per poter uscire da quella scuola è commettere un omicidio riuscendo a farla franca nei processi di classe.
Se il colpevole non verrà scoperto potrà "diplomarsi" e i restanti ragazzi verranno uccisi per punizione; viceversa se l'assassino viene smascherato, sarà giustiziato dallo stesso Monokuma.

Anche se questa è la versione animata, non sono riuscita a staccarmi di dosso la sensazione di vivere all'interno del videogioco e rivivere passivamente il tutto. La grafica, la regia, il sangue fucsia e addirittura la soundtrack dava l'impressione di una visual novel animata e questo non mi ha influito positivamente.
I personaggi sono fin troppo scontati e stereotipati, anche senza la presentazione iniziale non è difficile indovinare i loro ruoli.
La trama, inoltre, nel corso degli episodi procede molto a rilento, riscattandosi solo negli ultimi episodi dove vengono accennati i motivi della reclusione degli studenti.
Purtroppo anche in questo, che è il mistero principale della storia, lo spettatore non ha avuto una spiegazione sufficiente lasciandogli solo grossi punti di domanda e il pensiero di essere stato trollato da Naegi ed i suoi proiettili della speranza.