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Partito in sordina con ottime potenzialità grazie ad un'ambientazione spettacolare ed un incipit di base molto peculiare ed intrigante, Kami-sama no Inai Nichiyoubi è il classico esempio di anime che spreca in malo modo ciò che potrebbe portarlo ad essere un ottimo anime.

Sin dall'inizio Sunday without God sembra voler catturare lo spettatore per portarlo in un mondo oramai privo di un Dio a governarlo, e mandato quindi a scatafascio. Gli uomini non muoiono più, ma vivono in una condizione di non morte che non li rende certo degli zombie, ma ne deteriora con il tempo corpo e spirito. In questa desolazione la piccola Ai, una Guardiana di Tombe, vive in un modesto villaggio fino all'arrivo di quello che si scopre poi essere il padre, ovvero un avventuriero di nome Humpnie Humbert. La visione del mondo di Ai viene sconvolta, il mistero che stringe il mondo rivelato e la sua vita poco a poco stravolta dall'incontro con i vari personaggi e dalla separazione dal padre finalmente ritrovato.

Come si può vedere la trama è particolarmente interessante, e presenta una sequela di misteri ed interrogativi che nel corso della serie vanno a moltiplicarsi in maniera esponenziale, distribuendosi equamente all'interno dei vari episodi. Abbiamo in tutto 4 archi narrativi - per un totale di 12 episodi - in cui la nostra Ai sfoggerà continuamente un buonismo allucinante causato dalla sua giovane età: uno dei punti deboli della serie si rivela infatti essere la nostra protagonista, che per quanto abbia 11 anni e non sia mai uscita dalle mura del suo villaggio natio si ritrova ad essere il leader carismatico del suo gruppo, composto da persone molto più anziane di lei e sicuramente più esperte, prendendo decisioni che manifestano un totale egoismo oltre che una nauseante vena moralista. Risulta infatti surreale che una bambina totalmente priva delle conoscenze basilari riguardanti il mondo che la circonda sia l'unica a decidere le sorti del suo gruppo, ed è qui che sorge il problema dei comprimari, che risultano veramente pessimi; da Yuri a Scar fino al manipolo degli studenti dell'Accademia Goran vedremo personaggi totalmente privi di una volontà propria, manichini che anche quando tentano un accenno di reazione alle parole della nostra Ai finiscono per cambiare idea nel giro di un nanosecondo, aiutanti che finiscono per non avere una minima utilità ai fini della trama (vedi Scar che, per quanto abbia un arco a sè dedicato, non ha un vero e proprio ruolo all'interno dell'anime e, anzi, non si troverà mai in un singolo momento decisivo di esso).

Altro problema rilevante sono le spiegazioni dei misteri che ci vengono forniti nei vari episodi, spesso confusionarie e mai ben chiare: faccio l'esempio di Celica, o del finale che ha una spiegazione al mistero alzato durante l'arco che in realtà non spiega un bel niente, e così via. Tutti piccoli elementi che, uniti ad un ritmo spezzato ed irregolare, contribuiscono a confondere molto lo spettatore, riempendolo di interrogativi e facendogli concludere la visione dell'anime con un sacco di domande ancora irrisolte. E' importante dire anche che, per quanto gli archi siano sempre ben impostati e interessanti a livello di trama, finiscono spesso per essere conclusi in maniera veramente frettolosa e sommaria - fatta eccezione per il primo arco che contiene nella sua conclusione un colpo di scena non da poco -, lasciando quasi sempre l'amaro in bocca.

Ma allora cosa ha di buono questo Kami-sama no Inai Nichiyoubi? Innanzitutto l'ambientazione, in pieno stile fantasy, davvero suggestiva ed ammaliante, che sembra essere la Francia, viste le varie scritte in francese che compaiono nella serie, e che sposa inoltre elementi del mondo attuale, come le macchine, senza però strafare. Poi degna di nota è anche la grafica, condita da giochi di luce sapientemente usati per rendere sempre più intrigante l'ambientazione, che però durante gli ultimi episodi subisce un grave calo fino a ricordare per gli evidenti problemi grafici l'anime di Kanon. Inoltre i primi due archi, fino a poco prima della conclusione dell'arco di Ortus, sono molto piacevoli da guardare e narrati abbastanza bene.

E' davvero un peccato dover mettere appena la sufficienza ad un anime oggettivamente partito bene, ricco di potenzialità e voglia di sfondare; il problema è che risulta tutto troppo superficiale e "alla buona", narrato una volta bene e molte volte male, confusionario e dispersivo, e la sufficienza si potrebbe quindi considerare anche un regalo.