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8.0/10
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"Silver Spoon" racconta la vita in fattoria in maniera semplice, positiva e divertente, mettendo in luce soprattutto il buono di questo stile di vita duro, ma che regala soddisfazioni (almeno a detta dei personaggi coinvolti). L'opera è breve (undici episodi) e lascia poco spazio ad approfondimenti particolari, mentre invece vengono mostrati di sfuggita diversi aspetti e settori del mondo agricolo, in una maniera che riesce a interessare anche chi, come me, è lontano anni luce dal guardare con occhi curiosi quel mondo snobbato dagli abitanti delle città.

Hachiken è uno studente modello, abituato a essere pressato dai genitori per riuscire negli studi e nella vita. Stanco di questo controllo decide di iscriversi alla scuola agricola, un po' per ribellione, un po' perché è l'unica del Paese con dormitorio, e che quindi gli consenta di restare lontano da mamma e papà, ovviamente scontenti della scelta. Superate le enormi difficoltà iniziali tipiche dello stile sobrio e schizzinoso degli abitanti della città (ha paura degli animali, vede tutto sporco, ha difficoltà a mangiare alcuni alimenti che ritiene sporchi e poco igienici dopo aver visto da dove provengono), riesce piano piano a integrarsi in un mondo e una società piena di persone abituate alla vita bucolica fin dalla nascita, molto preparati nella pratica, ma ignorantoni nello studio. Infatti Hachiken non fatica a eccellere in classe, ma è imbranatissimo nelle prove pratiche. Qui esce l'anima comica, ma anche profonda, dell'anime, che racchiude in queste due facce la propria bellezza e unicità. Con opera di umiltà si affida ai suoi nuovi amici per imparare tutto quello che c'è da sapere, e ogni puntata è un'avventura nuova, tutto contornato dal filo principale, ossia il rapporto del ragazzo con un cucciolo di maiale, Spezzatino, che prende in simpatia e aiuta a crescere sano fino al momento della macellazione, nonostante il conflitto morale che gli viene posto. Proprio il fatto di lasciare andare l'animale segna la completa maturazione di Hachiken, e ora sappiamo che ce l'ha fatta e che quella ribellione ai genitori si è trasformata in una vera e propria passione.

Le puntate sono tutte godibili, danno un senso di pace e tranquillità. E' una serie da vedere a cuor leggero quando si ha voglia di pace. La cosa più bella è proprio quella di riuscire a trasmettere quanto il ritmo in campagna sia più lento rispetto a quello frenetico della città, cui siamo abituati solitamente.
Ma il titolo da dove viene? Cos'è questo Silver Spoon? Il nome deriva dall'usanza di regalare a un neonato un cucchiaino d'argento, perché un tempo si riteneva che l'argento avesse proprietà magiche e tenesse lontani gli spiriti cattivi. Questo cosa c'entra con l'opera? Nulla, rappresenta un minuto di una puntata in cui si vede un cucchiaio simbolico appeso al muro della mensa. In questo caso il titolo è scollegato dall'opera, almeno per quanto si vede nella prima stagione dell'anime. È infatti confermata una seconda stagione, prevista per l'anno prossimo, il 2014.

La storia in sé non rappresenta nulla di eccezionale, uno slice of life con apparentemente nulla da dire, ma la magia si trova invece nel modo di raccontarlo, quella pace di cui parlavo prima. Una serie che mi sono guardato tutta di un fiato quando era appena finita e che mi ha catturato nonostante i pregiudizi che avevo. Di conseguenza mi sento di consigliarla a tutti, anche a quelli abituati a un altro tipo di genere, perché costituisce una piacevole eccezione. Voto: 8.