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9.0/10
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Blood-C è la terza opera ispirata al "mito" di Saya, che ha visto la luce nel 2000, nel mediometraggio 'Blood: The Last Vampire', da cui sono stati tratti poi un live action e la serie tv 'Blood+'. Stavolta il lavoro viene affidato alle CLAMP, che danno vita a una loro versione originale della storia, molto differente dalle precedenti. Il cambiamento più evidente è l'eliminazione totale dei vampiri, sostituiti qui da creature mostruose che si cibano di umani, ma per controrisposta abbiamo una dose di sangue smisurata, oltre a un notevole aumento delle scene violente. Di certo, il titolo "Blood" qua ci sta tutto, perché si vedrà così tanto di quel colore rosso, da far pensare che le autrici avrebbero dovuto farsi una scorta, se gli anime fossero ancora disegnati a mano.

La storia, nella sua brevità, risulta molto intensa e godibile, e darà vita a molti colpi di scena, soprattutto nel finale, e quest'ultimo è probabilmente la causa dei troppi commenti negativi ricevuti dall'anime. La protagonista, Saya, è all'apparenza una bella e timida ragazza delle superiori, dai modi un po' buffi e bizzarri, ma in realtà è un'abile combattente, che difende la città da terribili mostri, denominati 'Furuki Mono'. All'inizio si procede in maniera molto lenta, tanto da sembrare una semplice serie a tema scolastico più qualche combattimento, e si comincerà a ingranare solo verso la metà, e ad aumentare sarà anche l'adrenalina e la tensione, per via delle scene sempre più cruente e drammatiche. Ci saranno parecchi momenti in cui lo spettatore sentità un profondo senso di solitudine, specie quando Saya passeggia per la città, dato che non si vede mai anima viva, tranne durante gli attacchi dei mostri. Tale sensazione può servire ad eccentuare l'angoscia, ma allo stesso tempo rende l'anime troppo povero di personaggi.
Bisogna dire che per essere capito a fondo, "Blood-C" andrebbe visto due volte: nella prima, tutto appare normale e non riesce a trapelare neanche un frammento di quello che si celà sotto, e l'impatto sarà notevole quando si arriverà agli episodi fatidici. Nella seconda, invece, tutto sarà visto con altri occhi, e saranno molti gli argomenti che faranno riflettere, sui cui prima non ci si era minimamente soffermati.

Rispetto alle classiche storie delle CLAMP, che trattano temi d'amore e fantasy, ma in maniera delicata, molto vicine al pubblico femminile, qui abbiamo un prodotto adulto, violento e talvota anche esagerato; probabilmente è "la più" adulta tra le loro opere. Come già detto, l'elemento che contraddistingue questa serie è la presenza di sangue in quantità spropositate, che schizza a fiumi durante i combattimenti, ma questa è solo la metà della componente splatter. L'altra è composta da sequenze molto crude, dove vedremo teste che volano, arti mozzati, corpi infilzati e spappolati, e via dicendo. Tutto questo viene concentrato ancora di più nell'ultimo episodio, che contiene le scene più brutali di tutto l'anime, in particolare una, che potremmo chiamare il "frullatore umano", che può risultare pesante da digerire.

Anche il disegno risulta un po' diverso dal solito delle CLAMP, caratterizzato spesso da visi molto triangolari, corpi magrissimi (soprattutto quelli maschili) e vestiti ornati da oggetti e bottoni colorati. Qui il tratto è più maturo e realistico, le corporature sono ben proporzionate e i visi un po' più tondeggianti del solito. Fatta eccezione per Tomofusa, che sembra il fratello di Yukito (Card Captor Sakura). Forse solo le locazioni non sono il massimo, ma la grafica è comunque eccellente. Buone anche le musiche di sottofondo, e molto belle le sigle.

Questo titolo, per essere apprezzato, dev'essere considerato come un prodotto a sé stante, come pure la storia e la protagonista, evitando di fare paragoni con le opere precedenti. Malgrado qualche difetto, è un ottima serie, che gradirete molto se amate l'horror, e ancora di più se siete fan delle autrici.