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Attenzione: la recensione contiene spoiler

Sono stata avvicinata da alcuni amici alla visione di quest'anime, "Sword Art Online", per i numerosi(ssimi) commenti positivi e per i picchi epici che (secondo loro) la serie riusciva a raggiungere. Ammetto che, data la trama, se non originale, perlomeno interessante, e anche grazie a un'opening molto piacevole e delle animazioni sicuramente accattivanti, mi potevo certamente dire emozionata. Ma la delusione fu tanta. Anzi, dire "tanta" è assolutamente riduttivo!

I pregi, in quest'opera, risiedono certamente nella grafica e nel comparto sonoro. Molti pensano che la A1 abbia, con il suo adattamento, rovinando la novel, ma, secondo me, ha fatto un lavoro egregio. Non si può non rimanere affascinati da una grafica di tale portata, e le opening sono davvero azzeccate. E tutto ciò lascerebbe pensare che l'anime, di conseguenza, sia straordinario; ma non è così. Non è minimamente così.

La trama è stata già ampiamente spiegata dai miei predecessori, ma rinfrescare la memoria certo non fa male. Ci ritroviamo in un futuro non troppo lontano, dove la tecnologia ha permesso ai videogiochi di sperimentare nuove modalità di intrattenimento. SAO (acronimo di Sword Art Online) è un MMORPG, un mondo fantasy medievale fatto di incantevoli paesaggi e una grafica mozzafiato, nel quale il giocatore, tramite un casco, si può immergere, entrando in una realtà realistica in contrapposizione con il mondo reale. Il creatore di questo gioco è Kayaba Akihiko, il quale ha messo a disposizione solo 10.000 copie, che vengono vendute nel corso di pochissimo tempo. Allo stesso tempo, Kazuto Kirigaya, un adolescente otaku amante dei videogiochi, nonché beater, si infila a sua volta il casco ed entra in SAO, con il nome di "Kirito". Tutto procede al meglio e nulla sembra andare storto, fino a quando non arriva sera e i giocatori, Kirito compreso, si accorgono che il tasto log out è scomparso. Tutti i giocatori vengono quindi teletrasportati nella piazza principale e Kayaba li informa che potranno uscire dal gioco solo nel momento in cui questo verrà portato a termine, ossia quando non verrà raggiunto anche il centesimo piano e verrà sconfitto il boss finale. Inoltre, chiunque si toglierà il casco o morirà in-game, perderà la vita anche nel mondo reale.
Fin qui, né macchia né gloria. Nulla di particolarmente originale, ma che sa interessare: vuoi vedere come va a finire, in poche parole. La grafica è strabiliante, dunque la visione - per quanto riguarda i primi episodi - è praticamente inevitabile. Se vedi il primo ti vedi anche il secondo. Inoltre, il clima di pressione e di paura è molto interessante.
Dov'è il problema? Tutto il resto. E' pura immondizia, commerciale a livelli straordinari e più banale del seicentesimo episodio di "One Piece". Scrivendo questa recensione, escludendo grafica e audio, non faccio altro che rovistare in una pattumiera.

Il primo arco narrativo, SAO, è molto veloce. Ci sono una marea di avvenimenti in poco tempo e dei salti temporali a dir poco allucinanti. Si passa dal restare un mese al primo piano a causa del boss incredibilmente forte all'arrivare al ventesimo piano nella puntata dopo. Ma, nonostante tanti eventi in così pochi episodi, quegli intelligentoni cosa fanno? Dei filler, naturalmente! Stupidi, inutili e orripilanti filler, che, vederli o non vederli, poco cambia. Anzi, nulla. Scontati e banali.
Al di là della psicologia dei personaggi (che merita una sezione a parte, se me lo permettete), cosa //censura// serve mettere degli episodi in cui inserire una schifezza spacciata per slice of life in cui Kirito e Asuna (l'eroina della serie, follemente innamorata - e corrisposta - di Kirito) vanno a vivere in una baita (?) sulle rive di un lago? Cosa serve metà episodio per una scena di pesca? Cosa serve il fanservice propinato qua e là per rendere più eccitanti gli avvenimenti di per sé noiosi a livelli inverosimili? A nulla. Assolutamente a nulla.
In pratica: Kirito e Asuna sono intrappolati nel gioco. Se muoiono lì dentro, muoiono pure là fuori e i loro corpi potrebbero cedere da un momento all'altro. Che cosa farebbe una persona normale? O darebbe sé stesso al fine di finire il gioco, oppure andrebbe in preda alla disperazione e deciderebbe di finire la sua vita seduta stante. Cosa fa Kirito? Va in vacanza con la ragazza e una bambina trovata nel bosco. Il che è tutto molto sensato e verosimile.
Per condire la prima parte di SAO ci sono numerose storielle di personaggi secondari, che non servono a nulla se non cercare di far sorridere o di far piangere. Io ho pianto, ma certo non per la tristezza.
Per terminare il primo arco narrativo, c'è uno strabiliante e assolutamente geniale colpo di scena! Si viene a scoprire che il creatore del gioco non è altri che un giocatore all'interno di SAO! Kirito è subito pronto ad affrontarlo e riesce giustamente a batterlo, salvando di conseguenza sé stesso e le migliaia di persone intrappolate nel gioco, che sono sopravvissute all'interno di SAO per così tanto tempo. Kirito si risveglia nella vita reale - dell'aspetto medico del suo risveglio è bene parlarne in seguito - e, senza dire né sì né ma, cerca la sua amata. Trovata, scopre che non è si è ancora svegliata, ma in compenso viene a conoscenza di un suo imminente matrimonio. Ha sedici anni, è in coma, ma si sta per sposare. E' mai possibile una cosa del genere? Quale padre sano di mente permetterebbe tutto ciò? Quale uomo sano di mente sposerebbe una minorenne in coma? Inutile dire che, se mi pongo tutt'oggi queste domande, di soluzioni non ve n'è l'ombra. Kirito viene quindi a scoprire che Asuna è intrappolata in un altro gioco, ALfheim Online, nato dalle rovine di SAO e anch'esso fantasy. Senza troppi problemi, Kirito entra nel nuovo mondo - noncurante delle sue esperienze vissute in SAO - e va alla ricerca dell'amata. Allo stesso tempo, fa la conoscenza di Lyfa. Questa è in realtà la cugina, anche se nessuno dei due lo sa, e - inaspettatamente! - questa si innamora di Kirito. Inutile dire quanto questo scenario incestuoso sia patetico, ma non importa. Dopo molte ricerche, riescono finalmente a capire dov'è rinchiusa Asuna e, tra incontri "mozzafiato", lumaconi pervertiti, tentacoli, fanservice a go-go e un cattivone finale peggio di Akihiko, i due amanti riescono finalmente a tornare a casa.
Se non s'è capito, tutto ciò è incredibilmente patetico. Spazzatura. Vomito di neonato.

Partiamo dai personaggi, così vedrò di spiegare meglio tutto ciò.
Kirito/Kirigaya Kazuto. Un otaku adolescente e amante dei videogiochi; ha un aspetto carino e coccoloso, "stuprabile", come ho letto nei fandom più ritardati, dal carattere gentile, premuroso, socievole, amichevole, solare, simpatico, un ragazzo per bene e privo di ogni difetto. Un personaggio d'oro! Tutte le ragazze (bambine, cugine, sorelle, amiche, proprio tutte!) si innamorano di lui. Senza nemmeno conoscerlo. Il che è esattamente ciò che sognerebbe il tipico otaku giapponese, dunque non mi meraviglio che tale personaggio sia tanto amato. Personalmente, trovare un personaggio peggiore di lui è davvero dura. Un ragazzo perfettamente inverosimile, creato per far crescere l'invidia/ammirazione da parte degli otaku e far sciogliere le ragazzine; privo di una qualche caratterizzazione. Tale era e tale è rimasto, non è cresciuto dopo le migliaia di avventure e ripete sempre gli stessi errori. Una cosa che mi ha fatto davvero ridere è quando Asuna crede che lui voglia fare sesso e lui, vedendola spogliarsi, con aria tanto innocente quanto 'cucciolosa', le dice che voleva soltanto dormire accoccolato con lei. Tenero. Se non ho vomitato è perché lo avevo già fatto prima e forse nel mio stomaco non era rimasto più nulla.
Asuna/Yuuki Asuna. Una valorosa e impetuosa combattente che rischia la vita per uscire da SAO; senza nemmeno farlo apposta, s'innamora di Kirito in meno di una puntata e questo sentimento, nato perché doveva nascere, senza una ragione precisa, viene portato avanti per tutta la serie, tanto da essere talmente odioso e irritante da poter essere paragonato a una zanzara che compare puntualmente nei momenti in cui non serve o in cui non è richiesta. Inoltre, Asuna, oltre ad essere il feticcio degli otaku a cui è indirizzata la serie, oltre ad essere 'sexissima' (?) e dalle poppe molto verosimili per una ragazzina, non ha carattere. Insomma, ogni tanto è simpatica, poi è diffidente, poi arrabbiata, poi felice, poi amichevole, poi fredda e infine irascibile. Insomma, nemmeno avesse il ciclo ventiquattro ore su ventiquattro. C'è una particolare ragione per tutto ciò? No. E la cosa mi meraviglia? No. Perché? Perché stiamo parlando di SAO!
Lyfa/Suguha Kirigaya. E' la sorella minore di Kirito, anche se in realtà sono cugini. Oramai era quasi scontato che fosse innamorata di lui, ma lasciatemi dire che tutto ciò è a dir poco penoso. Insomma, ma è mai possibile una situazione del genere? Realismo, ti prego, dove sei? Ci fosse una sacrosanta ragione per cui nutre questi sentimenti, ma non c'è. Non c'è, non c'è mai stata, eppure è innamorata di Kirito. Oramai è un dogma. Il suo carattere è ancora più incognito di quello di Asuna - il che è tutto dire -, perché lei semplicemente non è niente. Un foglio di carta è già più concreto di lei; Suguha è il vuoto.

La parte medica di SAO - alla quale tengo non poco - è assente. I personaggi rimangono in coma per anni senza nessuna conseguenza fisica o psicologica e con un po' di riabilitazione si risolve tutto. Il fatto che il corpo rimanga immobile per tutto questo tempo avrebbe delle conseguenze devastanti sul corpo e il cervello perderebbe non poche facoltà, ma così non è. I personaggi riacquistano la mobilità nel giro di poco tempo e nessuno sembra averne risentito dal punto di vista psicologico. In più, nonostante la testa fosse intrappolata in un casco, nessuno ha perso i capelli. Poi, nel momento in cui i giocatori vengono a conoscenza del segreto di SAO, ci sarebbe dovuto essere il delirio totale. Il cervello, se sottoposto a tale stress, smette di ragionare ed entra nel panico, commettendo azioni a dir poco imprevedibili, cosa che in SAO non avviene. I personaggi mantengono la lucidità sempre e dovunque, nessuno impazzisce, né dà di matto. Realistico, molto. In più, la gente non ha la minima paura della morte. Insomma, tutti quei giocatori kamikaze che si gettano contro il boss senza concludere nulla sono realistici? Ma dove!? L'uomo cerca di aver salva la vita per natura, perché mai dovrebbe fare un gesto tanto stupido e (alla fin fine) inutile? Mistero.

Lasciatemi dire che SAO è l'anime più sopravvalutato e peggio concepito che abbia mai visto. Do un 2 solo per via di grafica e audio, tutto il resto andrebbe al di sotto dello 0. Lo consiglio? Certo! Piace a tutti, quindi perché no! C'è di meglio da vedere? Assolutamente.