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Natsume Yuujinchou tratta del solito ragazzo diverso dagli altri in quanto dotato di capacità sovrannaturali che gli consentono di vedere gli spiriti (youkai). Poteri ereditati dalla nonna insieme allo Yuujinchou, un libro contenente un elenco di nomi di youkai sconfitti da quest'ultima ed in quanto tali obbligati a servirla. Natsume, da nuovo possessore dello Yuujinchou, piuttosto che sfruttarne i poteri per fini personali, decide di restituire i nomi ai legittimi proprietari in modo da liberarli da ogni vincolo di sottomissione. Nelle sue avventure è accompagnato da uno strano gatto-youkai che gli fa da guardia del corpo. Le atmosfere e le musiche sono bucoliche e rilassanti, in linea con le ambientazioni e il carattere del protagonista.

Sebbene costituito da una trama non particolarmente originale e da puntate stand-alone, non esattamente la struttura narrativa che prediligo, ritengo Natsume Yuujinchou un ottimo lavoro. La "diversità" del protagonista, derivante dalle sue capacità e che lo porterà ad essere etichettato come strano e ad essere isolato, è lo spunto per trattare il tema dell'emarginazione individuale. Grazie a questa condizione di isolamento, il protagonista comprende l'importanza delle cose e delle persone care. Il desiderio di proteggerle, il suo carattere gentile nonostante tutto, il modo di porsi prestando attenzione a non ferire gli altri ed a sacrificarsi per loro, la capacità di trattare tutti allo stesso modo senza pregiudizi, saranno in realtà le vere caratteristiche della diversità ed unicità di Natsume.

Consiglio anche la visione della seconda serie, mentre durante la terza e quarta ho avuto un calo di interesse, probabilmente a causa della perdita di originalità e della ripetitività con cui vengono enfatizzate determinate dinamiche comportamentali, i sentimenti e le emozioni dei protagonisti e i messaggi etici che gli autori vogliono passare.