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"Sora no Manimani" è un anime tratto dalla omonima serie manga lunga ben dieci volumi (della quale non si riesce a reperire niente in italiano e persino quasi niente neppure in inglese). Ciò significa che nelle sole dodici puntate a nostra disposizione è raccontata purtroppo solo una parte della storia originale, e sottolineo il "purtroppo", dato che siamo davanti a un'opera di pregevole fattura sotto molti punti di vista.

La trama ha uno spunto originale, non mi era mai capitato di vedere un anime centrato totalmente sulle stelle (non dite "I Cavalieri dello Zodiaco" per favore!), dove tutto il resto è puro contorno. Lo sviluppo è rapido (d'altronde le puntate a disposizione sono poche) e la storia prende subito una piega piuttosto scontata, ma tra una stella e l'altra c'è spazio anche per una serie di sotto-trame che, seppur banali, riescono a emozionare non poco.
I personaggi principali inizialmente sono pochi, i cinque del club di astronomia più il membro non ufficiale, nonché compagno di classe di Saku. Appunto Saku, insieme con Mihoshi, sono i veri protagonisti con i loro siparietti divertenti e, anche se la storia è raccontata dal punto di vista del primo, la seconda spesso riesce a rubare la scena a tutti, sia che si tratti di scene comiche sia più serie e introspettive. Mihoshi mi ricorda tantissimo Momoko Kuzuryū di "Sumomomo Momomo", non solo per la stazza fisica ma anche per i suoi modi di fare. Gli altri quattro non fanno le semplici comparse, chi più chi meno ha una sua importanza nella storia e tutti godono di una splendida caratterizzazione. A metà circa delle puntate il numero di personaggi aumenta esponenzialmente e, come in precedenza, nessuno di quelli a cui viene ritagliato un piccolo spazio sembra essere un personaggio di serie B, anche se con il terminare dell'anime la caratterizzazione sarà solo abbozzata.

I disegni non sono male, però sinceramente non sono nemmeno troppo esaltanti. Si tende più a concentrarsi sui paesaggi che sui dettagli delle persone (le mani spesso sono rappresentate in maniera oscena) e questo a volte mi ha dato un po' di fastidio.
Il finale è molto bello, senza troppo miele; così facendo però si riesce a non scontentare nessuno.
Le musiche infine non mi sono sembrate niente di eccezionale, così come le sigle, carine ma niente di memorabile.

In definitiva non posso che consigliare a chiunque questa visione; io ero dai tempi di "AnoHana" e "Toradora!" che non mi emozionavo così. Il 9 è più che meritato, sperando di poter leggere in un futuro non troppo lontano la controparte cartacea, che secondo me si può rivelare persino più bella.