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Danganronpa è la storia di 15 studenti, ciascuno dotato di un particolare talento, che vengono a loro insaputa rinchiusi in un'accademia che si rivela essere una prigione. L'unico modo per uscirne è uccidere qualcuno senza farsi scoprire. A gestire il tutto, un tenero (si fa per dire) orsetto per metà bianco e per metà nero, per questo chiamato monokuma.

Fatte le dovute presentazioni, veniamo subito alle mie impressioni. Innanzitutto, quest'anime è tratto da un videogioco, elemento che si riflette notevolmente nello schema di narrazione, il quale segue tre fasi: nella prima, uno studente viene ucciso; nella seconda, i sopravvissuti hanno un breve lasso di tempo per raccogliere indizi; nella terza, la più importante, si tiene un processo nel quale ognuno dovrà formulare delle ipotesi e trovare il colpevole.

Riflettendo la natura di videogioco, anche i personaggi, il loro design e il loro caratteri si rivelano alquanto irrealistici. Colui che mi ha deluso maggiormente è proprio il protagonista, che dovrebbe essere il rappresentante delle persone "ordinarie" in mezzo a un gruppo di geni, ma che per far andare avanti la storia, viene trasformato in qualcuno ancora più intelligente persino della ragazza che ricopre il ruolo di super-detective.

Dal punto di vista narrativo, gli ultimi episodi sono l'anello debole della catena: un sacco di misteri posti nel terzultimo e penultimo episodio, a un episodio dalla fine, sono naturalmente destinati ad avere spiegazioni solo abbozzate e del tutto insufficienti. Oltretutto non capisco perchè
Attenzione :: Spoiler! (clicca per visualizzarlo)
non sopravviva un solo studente com'era stato detto all'inizio, ma si salvino invece più persone. [FINE SPOILER]. Il finale fa presagire una seconda serie, che probabilmente combacierà con gli avvenimenti del secondo capitolo del videogioco.

Nel complesso, devo dire di essermi goduta abbastanza quest'anime: finito un episodio, sono corsa subito a vedere il successivo. Tornando sull'aspetto grafico, personalmente apprezzo il design coloratissimo, esagerato e un po' tamarro dei personaggi. Peccato che per i limiti di lunghezza non si sia approfondito in maniera appropriata il loro carattere. Per il resto, abbiamo musiche orecchiabili e facili da memorizzare, soprattutto l'ending spicca per la sua originalità.

Per concludere, ho apprezzato questa serie ma non posso dargli un giudizio oltre la sufficienza per le seguenti ragioni: primo, essendo tratto da un videogioco non è una creazione a sè stante, pertanto non può certo brillare per innovazione. Secondo, i limiti oggettivi di lunghezza della serie che hanno compromesso gli episodi finali. Se se ne ha la possibilità, penso sia molto meglio provare il relativo videogioco.