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Miyuki nel paese delle meraviglie è la trasposizione animata, in due episodi da quindici minuti l'uno, dell'omonimo manga delle CLAMP. Per l'esattezza l'anime copre i primi due capitoli del manga, quelli ambientati nel paese delle meraviglie e nel paese degli specchi (sì, quelli del celebre romanzo di Lewis Carroll). Il manga, invece, aveva altri cinque capitoli, tra cui uno dedicato a X, celebre serie delle CLAMP.

Ho trovato il manga un po' scialbo: nonostante il dichiarato non-sense, il divertissement fine a sé stesso, l'auto-parodia del genere ecchi, mi aspettavo che facesse più ridere. Invece, in poche pagine, si vedeva semplicemente la povera Miyuki passare da una pagina all'altra tra le braccia di numerose bellone ultrasexy.

Dopo aver letto il manga, ho pensato che sarebbe stato meglio se le CLAMP si fossero concentrate unicamente sulla parodia di Alice, tralasciando tutto il resto, in modo da mettere un po' più di carne al fuoco. La versione animata risponde parzialmente a questa aspettativa, essendo giusto un pelo più approfondita. Ho apprezzato in particolare la scena con la "porta". Nel complesso, però, trovo che l'anime sia difettoso come il manga: il non-sense è tale che non sono riuscito a farmi grasse risate, perché le situazioni sono talmente veloci e abbozzate da non lasciare il tempo di viverle (pur nella loro dichiarata assurdità).

Dal punto di vista tecnico la miniserie è ottima. Il manga aveva disegni bellissimi, in perfetto "stile classico di Mokona", e avevo apprezzato molto la sensualità e la caratterizzazione di tutte le varie ragazze. L'anime fortunatamente riesce a riproporre lo stesso, con un character design molto fedele ai disegni originali (cosa non sempre scontata con i difficili disegni delle CLAMP "classiche": a memoria, direi che sono riusciti pienamente nell'intento, oltre a Miyuki, soltanto il film di X, gli OAV di Rayearth e Card Captor Sakura, oltre ai begli AMV celebrativi).
Ho trovato, invece, un po' fastidioso il comparto musicale. Ciascun episodio è accompagnato da un motivetto sintetizzato molto adatto alla situazione scollacciata: soltanto che sentirlo continuamente per più di dieci minuti mi ha dato un po' sui nervi. La canzone finale è assolutamente insulsa (il testo, tra l'altro, non c'entra assolutamente niente col contenuto della storia).

In conclusione, una miniserie creata unicamente a scopo celebrativo e appositamente per i fan delle CLAMP. Se fossero riusciti a tirarne fuori una vera miniserie parodica di Carroll in versione lesbo-ecchi, sarebbe stata decisamente più divertente.