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C'è poco da fare, è la miglior serie della stagione. La sceneggiatura tiene incollati allo schermo e la regia è ottima; anche le animazioni, che possono far storcere il naso a una prima visione, vengono valorizzate al meglio durante gli incontri. Probabilmente la tecnica "classica" non riuscirebbe a far trasparire allo stesso modo la fluidità dei movimenti durante le partite, i quali vengono estremizzati grazie alla flessibilità del tratto utilizzato. Il risultato è devastante soprattutto negli ultimi due incontri dell'ultimo torneo interscolastico, dove di ping-pong "c'è davvero poco": piuttosto diventa uno scontro tra anime sportive, tra stili di vita e di gioco, tra energie contrastanti.
Ben fatti anche i background dei personaggi, tutti ben pesati per dare il proprio contributo alla storia, che non risulta mai lineare.
"Ping Pong The Animation" riesce a stupire, a estremizzare ancora una volta lo sport così come avviene da sempre nell'animazione giapponese, ma al tempo stesso riesce a farlo in una maniera totalmente diversa e con un'animazione che potremmo definire, non per sminuirla, "grossolana". Potrebbe essere un messaggio del tipo: "Non ci serve la tecnologia, non ci servono né il fan-service né il moe, per produrre una buona serie bastano cuore e anima".