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"TUTTE abbiamo sposato un deficiente, perché dopo un paio d'anni di convivenza, alcuni anche prima, i mariti sono tutti deficienti di qualcosa e noi mogli, ugualmente... tutte carenti, cerchiamo di farcene una ragione ridendoci su; con loro ridiamo di noi stesse... che mal li abbiamo allevati!"
(Carla Signoris, "Ho sposato un deficiente")

In un episodio di "Neon Genesis Evangelion" Shinji si lamenta con Kensuke e Tōji di come in privato Misato sia sciatta, gretta e pigra. Loro ribattono che dovrebbe sentirsi onorato di conoscere questo suo lato più oscuro, perché la sua mancanza di riguardi nei suoi confronti sta a significare che lo considera a tutti gli effetti la sua famiglia.
La famiglia di Hideaki Anno, tormentato "papà", tra i tanti, di Shinji e compagni, è la mangaka Moyoco Anno, con la quale è convolato a nozze nel 2002; i rispettivi cognomi sono omofoni ma non omografi. Un'altra cosa che i due hanno in comune, e che in qualche modo spiega come sono finiti a intraprendere quelle specifiche carriere, è la passione per i manga e gli anime: lei da ragazzina si struggeva per il fragile e sfortunato Garma Zabi, mentre lui si imbottiva di tokusatsu. Solo che poi una si è data una calmata, mentre l'altro no. Tratto dall'omonimo manga autobiografico, conosciuto anche come "Insufficient Direction", "Kantoku Fuyuki Todoki" è uno sfizioso spaccato della loro vita di coppia, che com'è facile intuire ruota in gran parte attorno al peculiare hobby di lui. Ma siamo davvero sicuri che l'otaku che è in Moyoco non sia soltanto quiescente?

L'anime si compone di tredici episodi autoconclusivi da tre minuti circa, e spiace constatare che anche così riesce ad avvitarsi più volte su sé stesso, ritornando sullo stesso argomento senza tuttavia ricavarne nuovi spunti. Di questo sembra essere consapevole anche Moyoco Anno, il cui alter ego in 2D è una neonata di nome Rompers; la spiegazione che viene data in-universe è che, essendo ella stessa un po' otaku, col passare del tempo le stramberie del marito, che è il Kantoku del titolo (vale a dire "regista" in giapponese), la colpiscono sempre meno, al punto che spesso si ritrova senza rendersene conto a incoraggiarlo o a far proprio il suo modo di pensare. Anno/Kantoku, da parte sua, si diverte un mondo a rigirare il coltello nella piaga, e per come viene ritratto - grasso, lercio, neghittoso, alienato, immaturo, inaffidabile - un po' c'è da capirlo. Parte del divertimento, ça va sans dire, deriva proprio dalla consapevolezza che l'adorabile cinghialotto mezzo impedito in questione è considerato un peso massimo (ops!) del suo campo, e anche se si potrebbe fare a meno di certe informazioni, tipo la frequenza con cui si cambia le mutande quando la moglie lo lascia solo per qualche giorno, è chiaro che l'opera non intende affatto coprirlo di ridicolo, quanto, semmai, di arricchire il suo "personaggio" di genio insofferente conferendogli delle caratteristiche più umane. Allo stesso modo appare evidente che non è desiderio di nessuno fomentare un dibattito, quello sul fenomeno degli otaku, per il quale esistono senz'altro sedi più adatte, e comunque attenzione a non confondere lo sdrammatizzare col minimizzare.

Una grafica semplicissima ma tirata a lucido come la casetta "parva sed apta mihi" di una sposina assolve il suo compito senza particolari problemi; le animazioni sono in Flash, ma comunque abbastanza curate. Per volere dello stesso Anno, Kantoku è doppiato da Kōichi Yamadera, mentre la voce di Rompers è quella di Megumi Hayashibara, che in "Neon Genesis Evangelion" interpretano rispettivamente Kaiji e Rei (e nel caso della Hayasbhibara anche PenPen e Yui). L'anime non possiede un'opening, e anche l'OST è, per forza di cose, estremamente limitata; i credits finali sono invece accompagnati da temi di anime e telefilm famosi reinterpretati dal gruppo delle AŌP.

Fan d(egl)i Anno o meno, casomai vi avanzassero quaranta minuti ora sapete come potete riempirli. Che la caccia alle citazioni vi sia propizia!