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Parlare di "Kodomo no Omocha" non è facile come sembra.
È la versione animata del manga più conosciuto di Miho Obana, ma è fondamentalmente un'opera a parte, dove momenti di serietà e di drammaticità si alternano a scene comiche e divertenti. Difatti, "Kodocha" è un anime che offre per lo più momenti molto rilassati e spassosi, senza farsi prendere veramente sul serio, ma comunque propone diverse tematiche piuttosto delicate e ci sono alcuni momenti molto teatrali e seriosi.
In tutta sincerità, io ho apprezzato di più il lato melodrammatico di questa serie, più che altro perché forse sono troppo grande per ridere di fronte a certe cose, ma comunque difficilmente non si verrà contagiati dall'allegria e dall'ottimismo che "Kodocha" e Sana sanno offrire.

La trama è, bene o male, piuttosto conosciuta.
Sana Kurata - Rossana Smith - è una ragazza undicenne dal carattere molto energico e vivace, a tratti un po' fuori di testa, che quando non è a scuola lavora in televisione. Lei è, infatti, un'idol e, come tale, deve prestarsi a numerosi spot televisivi, trasmissioni, interviste e, in particolare, è la star di punta di Kodomo no Omocha ("Il giocattolo dei bambini"), trasmissione molto popolare in Giappone. Il perché lei faccia l'idol non viene lasciato al caso, ma viene spiegato con calma. Sana frequenta l'ultimo anno alle elementari, in una classe colma fino all'orlo di piantagrane, ragazzi che non hanno voglia di studiare e che disturbano prepotentemente le lezioni. Il responsabile di tutto ciò è Akito Hayama - Heric Akito -, che non partecipa direttamente ma se ne sta in disparte ad ascoltare la musica con le cuffiette. Così Sana, arcistufa della situazione, cercherà di trovare una soluzione al problema, ma nel farlo scoprirà anche chi è in realtà Akito e perché agisce così.

Questo è fondamentalmente solo l'inizio dell'anime, poi gli eventi prenderanno numerose pieghe e certo non ci sarà noia. La trama viene gestita piuttosto bene, intervallando puntate dal ritmo serrato a puntate più calme e divertenti.
Gli argomenti che tratta "Kodocha" sono svariati, ma non sono assurdi, li si possono trovare in qualunque famiglia, come i divorzi o i genitori dalle aspettative troppo elevate. L'unica famiglia che pare essere normale nella sua stranezza è quella di Sana, ma onde evitare spoiler - per chi non l'avesse visto - il perché non sarà svelato.

Principalmente è solo il cast dei protagonisti a subire un'adeguata caratterizzazione, salvo qualche rara e sporadica eccezione; per il resto invece ci troviamo di fronte a elementi piuttosto di contorno, come i compagni di classe di Sana, che non hanno delle vere evoluzioni caratteriali.
Un personaggio che più di tutti spicca è certamente quello di Sana. Amato o odiato, c'è chi lo trova irritante e chi invece lo considera veramente ben fatto. Anche io ho fatto fatica ad abituarmici, e fino all'ultimo non riuscivo a sentire le sue stonatissime canzoni, ma alla fine è un personaggio davvero positivo, dalla grande grinta e passione, ma che, come tutti, ha quei momenti in cui ha bisogno di sorreggersi a qualcuno. Credo che abbia poco senso guardare "Kodocha" se non si riesce a sopportare Sana, perché credo sia qualcosa di autolesionista: insomma, fondamentalmente l'anime gira attorno a lei.
Mentre il personaggio che più ho apprezzato è Akito, perché in lui l'evoluzione caratteriale è più marcata. Dalla situazione iniziale davvero drammatica riesce finalmente a risollevarsi e abbandonare il suo guscio scontroso e apatico. Nell'adattamento italiano ciò non si nota, ma Akito inizialmente parla omettendo soggetto e il complemento oggetto, e il suo tono vocale è particolarmente basso e cupo; atteggiamento che via via scompare fino a riuscire a esprimere a parole i propri pensieri e le proprie emozioni con frasi che, sebbene sempre piuttosto corte, sono dotate di soggetto, verbo e complemento.

In Italia, "Kodocha" si chiama Rossana. Questa è, probabilmente, una delle opere più censurate da parte di Mediaset. I nomi sono stati cambiati, l'ambientazione nipponica totalmente oscurata, ogni riferimento alla cultura giapponese è rimosso e i dialoghi sono orrendamente censurati, modificati ed edulcorati. A mio avviso è uno stupro legalizzato. In questo modo, tutto ciò che "Kodocha" aveva di positivo lo perde, viene banalizzato, reso infantile, per bambini. Tutti i temi più maturi vengono snaturati e violentati: una madre che abbandona il proprio figlio perché ancora adolescente e perché priva di un qualche aiuto viene trasformata in una madre che ha perso la memoria in un incidente e che non si ricorda più di sua figlia.
La versione italiana pare provenire da un'altra parte, o più probabilmente chi traduceva l'anime non aveva grandi conoscenze della lingua giapponese. È stata dura trovare frasi in italiano che trovassero un corrispettivo giapponese, anche nelle frasi più banali.
E non pensiate che le uniche cose censurate siano gli argomenti scomodi. Ad esempio quando il padre di Tsuyoshi - Terrence - viene arrestato perché aveva malmenato un paio di tipacci in mezzo alla strada, in Italia la cosa viene spiegata dal fatto che quei ragazzi avevano i capelli tinti e i piercing, cosa che non era andata giù al padre di Tsuyoshi. In realtà la storia era diversa: lui era pelato e vedere persone trattare così a malo modo i capelli, tingendoli, lo ha fatto infuriare. La domanda è: perché censurare? Rispetto per i pelati?
In conclusione e per farla breve: non c'è più nulla che accomuna Rossana a "Kodocha", sono due opere distinte.

Un'ulteriore aspetto su cui volevo soffermarmi è il doppiaggio, che io ho trovato davvero ottimo. La doppiatrice che più di tutti s'è sforzata è senz'altro quella di Sana, tra continui cambi di tonalità, grida, attacchi di isterismo, canzoni sconclusionate un po' ovunque e una grande comicità; non può nulla la voce nostrana, che per quanto non sia sgradevole non ha lo stesso impatto e la stessa grinta dell'originale.
Il doppiaggio italiano è inferiore a quello giapponese, che invece ha scelto le voci con criterio. Basti pensare a Babitt, quell'assurda ma simpaticissima fusione tra un coniglio e un pipistrello, che in Italia ha una voce che starebbe meglio su un uomo sovrappeso.
E il personaggio che più risente del doppiaggio italiano è Akito, dove non si riesce a rendere il personaggio tetro e di poche parole come dovrebbe essere in realtà, ma anzi ha un tono vocale piuttosto alto, usa espressioni piuttosto a modo ed è anche educato. Mah.

Il comparto sonoro dell'anime è discreto. La prima opening è davvero piacevole e frizzante, mentre la seconda mi ci è voluto un po' a farmela piacere. Le ending sono piuttosto anonime.
In Italia abbiamo la sigla cantata da Cristina d'Avena, che parla di come nella classe di Rossana ci siano solo ragazzi brutti e cattivi. Nemmeno la trama di "Kodocha" ruotasse solo attorno a questo! Nella versione originale poi, a parte le orride canzoni di Sana, ci sono delle piacevolissime canzoni di sottofondo nei momenti drammatici, e i momenti divertenti sono accompagnati da ritmi allegri e vivaci.
La grafica è nella media, con animazioni buone nei momenti importanti e invece piuttosto legnose negli episodi più rilassati.

In conclusione, dopo aver visto tutti i 102 episodi della serie, posso dire che "Kodocha" sia un buon anime e il successo che ha avuto è più che meritato.
C'è un po' di amarezza nel finale, ma... c'è il manga! Ve lo consiglio con il cuore!