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Mi unisco al coro degli estimatori di questo anime, un lampo di genio che si eleva sopra un panorama di anime studiati a tavolino dal marketing. La trama è ben fatta e coinvolgente, le animazioni sperimentali e visionarie, la colonna sonora ben si adatta al ritmo frenetico delle partite di ping-pong. In sintesi "Ping Pong The Animation", si colloca su quella fascia di anime sportivi adolescenziali in cui i protagonisti si iscrivono al club sportivo della loro scuola e, attraverso un percorso di crescita, diventano uomini.

I protagonisti principali sono due, Peco e Smile, ma vi sono moltissimi altri comprimari che meritano di essere seguiti. Peco è il talentuoso, svogliato e un po' presuntuoso giocatore a cui piace vincere facile. Smile è l'introverso, riflessivo e metodico giocatore dotato di talento ma con poca voglia di vincere. China è il giocatore cinese escluso dalla sua nazionale e finito in Giappone per insegnare in un liceo a giocare a ping-pong. China vive l'esilio come una punizione e cerca un riscatto. Kazama è l'asso giapponese, l'antagonista assoluto, fortissimo, infaticabile, potente, che fa del ping-pong la sua vita rinunciando ad affetti, amici, relazioni, tutto per il ping-pong. Ma poi abbiamo l'amico d'infanzia invidioso di Peco, abbiamo gli allenatori, ben tre differenti, ognuno un po' padre, fratello, padrone in misura differente. L'allenatore di China ha un rapporto fraterno con il suo allievo, dialoga e motiva, ma piuttosto che cercare in lui il successo a tutti i costi, cerca un percorso di maturazione nel suo allievo. Poi abbiamo il maestro di Smile, Koizumi detto Butterfly, ex giocatore settantenne, che nell'introverso Smile vede sé stesso. Aiuterà il ragazzo a uscire dal guscio e a diventare padrone della sua vita, anche se saprà fin da subito che gli stessi motivi che hanno fermato lui dal diventare un giocatore della nazionale potranno influire anche sul suo giovane allievo. Poi abbiamo l'anziana signora che gestisce una sala da ping-pong che invece seguirà Peco. Una estrosa e forse disillusa signora che rivede nel giovane allievo il suo prematuro ritiro dall'agonismo a causa di un problema al ginocchio. Infine, pur essendoci altri comprimari, non posso fare a meno di citare il ragazzo sconfitto da Smile alla prima partita di un campionato che parte alla ricerca di sé stesso, andando al mare, in montagna, all'estero, per poi ritornare al ping-pong. Tutti questi personaggi svolgono egregiamente il loro lavoro nella trama complessiva, supportati da una trama mai banale, da un intreccio narrativo misurato e da un crescendo inevitabile verso le ultime puntate con il torneo.

Che non fosse il risultato sportivo ma umano il vero obiettivo narrato da questo anime lo si vede proprio nell'ultima puntata, in cui la partita clou non viene narrata se non l'inizio. Il risultato lo apprenderemo da una foto appesa nella palestra dell'allenatrice di Peco. E che le conclusioni a cui arrivano i protagonisti siano giuste o sbagliate è tutto da discutere. Io infatti non mi ritrovo in alcune delle conclusioni a cui arrivano questi giovani ragazzi. Però il loro successo sta nell'esser riusciti a rompere il guscio che li intrappolava e ad aver desiderato vivere. Qualunque sia il loro futuro, sarà sicuramente una vita differente.
Spendo due parole sulle animazioni, davvero uniche, visionarie, che ricordano molto schizzi cartacei a volte a matita a volte ad acquerello. Nelle partite di ping-pong la videata viene divisa in varie finestre come nei manga e ciò rende davvero bene la frenesia di una partita, composta da scambi veloci e punti su punti in pochi minuti. Uno stile davvero incredibile da vedere, che si allontana completamente dal classico moe e dal facile marketing per le action figure. Ci vuole coraggio e spero siano stati ricompensati in patria dagli otaku più maturi, che ricercano negli anime anche la qualità e la voglia di sperimentare.
Chiudo con la sigla d'apertura, dopo due episodi cambia completamente e non solo, ho come l'impressione che tra la prima e la seconda, e la terza e la quarta, vi sia sempre qualche elemento nuovo che viene aggiunto, spostato, colorato. Davvero ho avuto l'illusione ottica di vedere cambiamenti fino all'ottava, ma penso sia dovuto solo allo stile adottato, non immediatamente assimilabile. In sintesi quest'anime è una piccola perla da guardare che fa, ancora una volta, apprezzare l'estro dell'animazione giapponese.