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8.0/10
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L'acclamato regista de La ragazza che saltava nel tempo e Summer Wars, tale Mamoru Hosoda, è riuscito finalmente a fare breccia nella mia mente e nel mio cuore con la sua ultima fatica cinematografica: mi riferisco a Wolf Children, conosciuto in Italia anche come "Ame e Yuki - i bambini lupo" e distribuito nelle sale nipponiche nel 2012. Se con gli altri due film Hosoda aveva dimostrato di essere abbastanza abile nel narrare storie sentimentali e familiari con protagonisti degli adolescenti, è con questo film dalla trama semplice ed efficace che il regista mostra davvero tutto il suo potenziale: la pellicola ruota infatti attorno a pochi personaggi ben strutturati che lottano con tutte le loro forze per trovare il proprio posto nel mondo. È il momento di parlarne un po'.

Wolf Children parte dal presupposto che la credenza folkloristica degli uomini-lupo sia una realtà, seppure una realtà ormai dimenticata, quasi alla stregua di un'antica leggenda. Nel Giappone odierno, la studentessa umana Hana si innamora dell'ultimo esponente degli "Dei Ululanti", soprannome con il quale venivano indicati gli esemplari di una specie di lupi giapponesi estintasi poco più di cento anni fa. Un amore, quello di Hana, più che corrisposto, tanto che darà vita ai due splendidi bambini del titolo, Yuki e Ame. Tuttavia, gli ostacoli della vita sono sempre dietro l'angolo e per la giovanissima Hana le cose si complicano drasticamente: in un modo o nell'altro dovrà crescere i due piccoli uomini-lupo per conto suo, con tutto ciò che questo comporta, ossia nascondere la loro natura ferale, curarli e accudirli senza l'aiuto di altre mamme e medici, e così via. Per cercare di dare una svolta alla loro vita, Hana decide di trasferirsi con i suoi bambini in campagna, ma coltivare un campo producendo cibo in proprio non è così facile come sembra. Inoltre, col tempo, Hana dovrà fronteggiare la delicata e problematica fase dell'adolescenza dei suoi figli, periodo durante il quale i due "cuccioli di uomo" si avvicineranno inesorabilmente alla fondamentale scelta se prediligere la propria natura umana o quella di lupo...

Ad accompagnarci lungo il viaggio nella crescita interiore ed esteriore dapprima di Hana e poi dei suoi figli è proprio la voce fuori campo di Yuki, che sostiene la narrazione coprendo le ellissi temporali fra un evento e un altro. Il film è sostanzialmente una storia d'amore: all'inizio si tratta del sentimento affettivo di una coppia di innamorati, e in seguito dell'amore di una madre per i figli. Ed è proprio questo ad avermi colpito: a dispetto del titolo, la vera protagonista di Wolf Children è secondo me proprio una mamma, in questo caso la coraggiosa Hana. Se da un lato quindi ci affezioniamo a Yuki e Ame per via dell'ottima articolazione delle loro personalità e dei loro problemi, dall'altro non possiamo fare a meno di ammirare la straordinaria capacità di Hana di rispondere cocciutamente alle mille difficoltà della vita con un sorriso e di commuoverci di fronte al suo essere una mamma umanissima e amorevole. A condire il tutto è un velato messaggio ambientalista (personalmente l'ho apprezzato moltissimo) che ben si unisce al tema tutto umano dell'importanza di trovare uno scopo e di vivere la propria vita come meglio si crede.

Per quanto riguarda il comparto tecnico, il character design netto e ormai quasi privo di ombreggiature a cura di Yoshiyuki Sadamoto (fra le altre cose, celebre designer dei personaggi di Nadia - Il mistero della pietra azzurra e Neon Genesis Evangelion) si immerge bene e con estrema fluidità nei fondali dettagliatissimi coadiuvati dall'uso di una Computer Graphic per nulla invasiva. La delicata colonna sonora di Takagi Masakatsu accompagna con dolcezza e un pizzico di malinconia sia le scene più tristi e drammatiche sia quelle più gioiose e allegre. L'edizione italiana a cura della Dynit, ormai una garanzia in termini di qualità, si distingue per la consueta attenzione ai gusti degli spettatori, proponendo il film sia in DVD che in Blu-ray. Personalmente prediligo l'alta definizione e il Blu-ray di Wolf Children si attesta su eccellenti standard audiovisivi, offrendoci ben due dischi, uno per il film e l'altro per i contenuti extra, un booklet ricco di dettagli sulla produzione e alcune illustrazioni su cartoncino. In conclusione, forse Wolf Children non è il film del secolo, ma certamente si tratta di uno dei lungometraggi più brillanti e meglio riusciti della recente animazione nipponica. E con un otto abbondante, lo consiglio davvero a chiunque.