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Nell'autunno del 1969, il mercato automobilistico mondiale era spartito principalmente tra i costruttori presenti in Germania, Italia, Gran Bretagna e Stati Uniti. Queste quattro nazioni bastavano a produrre autovetture a prova di ogni esigenza. Ma un tale stato delle cose sarebbe cambiato inevitabilmente il 22 ottobre 1969, quando la prima Nissan Datsun 240 Z fece il suo debutto nei listini dei venditori automobilistici americani, praticamente in contemporanea al suo ingresso nel mercato nipponico. In patria verrà però chiamata Fairlady Z, oppure, più in breve, S30.
Da allora, in poco più di un decennio, cinque generazioni di quella che fu conosciuta subito come la "Serie Z" furono acquistate da oltre un milione di automobilisti in tutto il mondo.

Sicuramente, la pubblicità in un grosso mercato estero come quello americano ha contribuito in larga misura a un tale successo, ma non è l'unico fattore da considerare. In realtà la Z non era soltanto veloce, ma era stata progettata fin dall'inizio con l'intento di essere facilmente riparabile con parti di altri modelli, in modo da tenere i costi più bassi possibile. Una sportiva autentica nelle prestazioni, ma tutt'altro che esclusiva nel prezzo. Questa filosofia di progettazione, sicuramente insolita per i modelli sportivi, avrebbe trovato la sua evoluzione più oscura in una pratica che qualche anno dopo si sarebbe enormemente diffusa in Giappone: il tuning.

A una prima ricerca su internet, il termine "tuning" può facilmente portare a una rassegna di immagini in cui sono raffigurate automobili esteticamente eccessive, con carrozzerie pesantemente modificate e ricoperte di decalcomanie dai colori sgargianti, come ad esempio quelle che si vedono nella saga cinematografica The Fast & The Furious. In realtà, il tuning vero e proprio riguarda i motori e altre importanti parti meccaniche dell'autovettura: l'intento principale è quello di aumentare le prestazioni prima di tutto.

E sono proprio questi i due veri protagonisti di "Wangan Midnight": una Z color blu notte e il tuning. La Z che vediamo in questo anime del 2007 fa parte dell'ultima generazione della serie S30, prodotta dal 1975 al 1978. Fin da subito, viene presentata allo spettatore come un'auto particolare, più unica che rara, una vettura che cattura l'attenzione di chi le sta intorno soltanto girando la chiave sul cruscotto per avviarla. Non serve un orecchio particolarmente allenato per apprezzare l'ottimo lavoro di audio fatto appositamente su quest'auto: sarà molto facile riconoscere il caratteristico suono rauco del suo motore quando gira a bassi regimi.
La Z è sempre al centro dell'attenzione, tra i ventisei episodi non ce ne sarà mai uno in cui non venga menzionata almeno una volta. Dal punto di vista sia della sceneggiatura che della regia appare subito evidente l'intento di farla apparire come qualcosa di più di una semplice macchina. Lo si evince dai dialoghi tra i vari personaggi, che sembrano tutti affascinati da essa in qualche modo, dal sinistro passato che questo specifico esemplare si porta dietro, dalla telecamera che indugia spesso e volentieri, quasi morbosamente, su differenti parti della carrozzeria, delle ruote o del motore, con inquadrature che scorrono il più delle volte di pari passo con le note spettrali e il coro latineggiante del brano intitolato, molto appropriatamente, Voice of S30Z.

L'altro protagonista, si diceva, sarà il tuning, rappresentato dai numerosi meccanici e preparatori che popolano il cast di "Wangan Midnight". Tutti personaggi che si danneranno l'anima per mettere a punto una concorrente degna della Z, che le possa dare filo da torcere nelle folli gare notturne a 300 all'ora in autostrada. E lo faranno a furia di assetti ribassati, alleggerimenti di peso al limite, telai rinforzati, variazioni dei valori di coppia motrice, collettori di scarico rifatti da zero, cilindrate maggiorate... e numerose altre modifiche, sempre descritte minuziosamente nei loro discorsi - e che faranno sicuramente la gioia degli spettatori più appassionati.

Tuttavia, fin dalle prime puntate, soltanto un'auto e il suo pilota saranno gli unici, veri avversari della Z. Avranno le sembianze di Blackbird, il tetro soprannome con il quale è conosciuta una Porsche 964 (ennesima generazione della 911) Turbo nera, modificata fino all'ultimo bullone, e del giovane chirurgo Tatsuya Shima, un individuo freddo e razionale, ma anche molto leale.
Ci saranno anche altre auto, altri piloti, altre gare, ma la Z e la 964 rimarranno sempre e comunque le regine incontrastate della Shuto Expressway, la rete di autostrade nella Grande Area di Tokyo, famosa per il lunghissimo tratto in rettilineo chiamato, per l'appunto, Wangan, sul cui asfalto si decidono solitamente le varie gare automobilistiche - rigorosamente clandestine - che movimentano l'intero anime.

Quello che dovrebbe essere il protagonista umano, invece, è il giovane Akio Asakura, proprietario e pilota della Z, il quale subirà l'influenza della sua auto al punto da esserne presto ossessionato. Akio dà subito l'impressione di essere il classico bello e dannato, con il suo atteggiamento da lupo solitario e il suo giubbotto rosso che ricorda quello di James Dean in Gioventù Bruciata (Rebel without a cause). Il 99% del suo tempo lo dedicherà alla sua Z, non riuscirà a diplomarsi a causa della sua Z, non degnerà di uno sguardo una sola ragazza a causa della sua Z, lavorerà giorno e notte per trovare i soldi necessari a mantenere la sua Z. Anche perché, essendo questa particolare Z pesantemente modificata, sarà sempre molto difficile trovare i pezzi di ricambio adatti, senza contare che fa comunque parte di un'intera serie di modelli ormai uscita da tutti i listini molti anni prima rispetto al tempo in cui si svolge l'anime, ambientato ai nostri giorni. Insomma, il pregio più caratteristico della Z, ovvero la facilità di riparazione, era andato ormai irrimediabilmente perduto in questo specifico modello, quasi una diabolica beffa verso chi la possiede.
Non è un caso, infatti, che per tutta la serie verrà spesso chiamata "Akuma no Zetto", la Devil Z, la Z del diavolo, un soprannome tutt'altro che incoraggiante, e che fa riferimento soprattutto alla lunga lista di incidenti che l'hanno coinvolta in passato, ma anche alle prestazioni assolutamente fuori dalla norma di cui è capace.

Lo spettatore appassionato di motori non ha comunque nulla da temere: nonostante certe atmosfere, in "Wangan Midnight" non ci sarà nessuna incursione nel paranormale. A scanso di ogni equivoco, non ci si troverà di fronte alla versione anime di Christine - la macchina infernale, perché tutto sarà presentato in modo realistico.

I difetti di "Wangan Midnight" sono piuttosto da ricercare altrove, e diventano evidenti fin dalle prime puntate. Tutta la prima metà dell'anime, infatti, è appesantita da ritmi narrativi lenti e sconnessi, alcuni personaggi entrano in scena soltanto per sparire un paio di episodi più tardi, senza che abbiano contribuito minimamente allo svolgersi della trama principale.
I flashback sono tanti, troppi, a volte persino riciclati.
Il chara design, per un anime del 2007, non si può certo definire la fiera del dettaglio: i personaggi sono capaci di due o tre espressioni al massimo. Si può chiudere un occhio per Akio o il suo eterno rivale Shima, poco propensi per natura a esternare le proprie emozioni, ma è un alibi che non si può certo usare in favore di Reina, l'unico pilota donna della serie, nonché personaggio femminile principale. Reina viene penalizzata particolarmente da questo trattamento grafico così poco ispirato, giacché il suo comportamento lascia facilmente trasparire un'indole alquanto vivace e persino un po' civettuola, ma basterebbe starla a guardare in una qualsiasi scena con l'audio spento e l'unica impressione che riuscirebbe a dare è quella di una cernia pronta per essere tagliata a tranci.
Infine, "Wangan Midnight" soffre di un difetto di cui è piena la stragrande maggioranza di anime tratti da manga ancora in corso (il manga terminerà nel 2008): non ha un finale vero e proprio, tutti i personaggi più importanti continueranno a fare quello che si era visto già nelle primissime puntate, senza alcuno sviluppo rilevante nella loro caratterizzazione.

Chi cerca un anime che parli di motori prima di tutto sarà magari disposto a passar sopra le suddette imperfezioni, ma un tale approccio è davvero l'unico possibile per godersi "Wangan Midnight".