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8.0/10
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Probabilmente sarò stata l'unica durante l'infanzia a domandarsi dove si allenava Shiro dopo aver salutato Mila, ma soprattutto quali fattezze avessero i maschi che componevano la sua squadra. Con chi cavolo si allenava?

La risposta è giunta nell'estate del 2014 con Haikyuu!, anime tratto dal manga di Haruichi Furudate, incentrato esclusivamente sul mondo della pallavolo maschile, una bella novità per chi è cresciuto a pane e Attack!
Certo, la trama presenta il classico protagonista da spokon, ambizioso e desideroso di arrivare ai massimi livelli olimpionici, eppure nell'ovvietà risiedono due piccole innovazioni. La prima è da ricercarsi nella figura dell'avversario, il re degli tsundere Kageyama, che da nemico muta sin da subito in amico, scatenando prevedibili gare di rivalità con Hinata, smussate lentamente dall'affiorare della fantastica combo alzata + schiacciata, in continua fase di progressione. La seconda si manifesta nel rispetto dei tempi fisiologici.
I "primini", seppur dotatati di un indiscusso talento, rimangono per tutto l'arco narrativo dei "primini". Nessuno si erge ad atleta arrivato, ne tanto meno ad Ace della squadra. Ognuno svolge il suo ruolo in perfetta armonia con gli altri, evitando di tirare delle bombe infuocate e roboanti (qualsiasi riferimento alle battute di Mila non è casuale).

Invece, per quanto riguarda la grafica, alcune scelte stilistiche lasciano molto a desiderare, o meglio, a me non sono piaciute esteticamente, tipo:
- l'affiorare del volto dei protagonisti dalla rete durante gli incontri (in stile "apparizione della Madonna") atto a crea una testa mozzata inutile.
- l'ombreggiatura sotto il mento resa da tante linee "effetto disegno", sensate nella versione cartacea, meno nella versione animata, dove si poteva giocare con le sfumature o i chiaroscuri per non creare quel doppio mento obbrobrioso.

Attendo, comunque, una seconda stagione. Troppi fatti sono stati lasciati sospesi e sarebbe veramente un peccato bloccare tutto a metà, anche perché il manga continua a mietere successi. Incrociamo le dita.