Recensione
Bugie d'Aprile
6.0/10
"Stare con lei è come andare sulle montagne russe", così il protagonista maschile Kousei Arima parla della protagonista femminile, Kaori Miyazono. Un po' quel che ho provato guardando questo anime: come andare sulle montagne russe. Una scena riesce a essere sublime, una subito dopo può farti cadere le braccia. Ma andiamo con ordine.
La trama, piuttosto banale, gira intorno ai drammi dei due protagonisti: nella prima metà dovremo sviscerare quello di Kousei, nella seconda ci immergeremo in quello di Kaori. Quando un anime, come in questo caso, non porta nella sua storia niente di nuovo, ha il compito di colpire lo spettatore tramite il modo di affrontare certe tematiche, situazioni, episodi che altrimenti saprebbero di già visto e stravisto. Purtroppo, "Shigatsu wa Kimi no Uso" non ci riesce. Quasi tutto in questo anime è una riproduzione di quel che troviamo abbondantemente in altri, anzi, si va anche oltre: lo stesso "Shigatsu wa Kimi no Uso" si ripete, autocitandosi continuamente. Determinate frasi e scene vengono ripetute fino alla nausea sotto forma di flashback e voce interiore; anche certe situazioni (come le esibizioni sul palco) si presentano molto simili tra loro, come se seguissero tutte lo stesso copione. In particolare il dramma di Kousei mette a dura prova la pazienza di qualsiasi spettatore, insistendo sempre sugli stessi punti nel tentativo di far coincidere faticosamente la risoluzione con la metà della serie. Quello di Kaori, al contrario, è tratteggiato in maniera talmente vaga da risultare poco credibile e da far finire lo stesso personaggio, così preponderante nella prima parte, sullo sfondo in attesa del finale.
Tra gli altri personaggi, il più approfondito è probabilmente quello di Tsubaki, seppur non presenti nulla di nuovo; altri, come i rivali di Kousei, Watari e la sorellina di Takeshi sembrano messi lì al solo scopo di servire alla "trama" o fare da riempitivo. Per mantenere questa recensione spoiler-free, eviterò di scendere in maggiori dettagli.
Dal punto di vista grafico, nulla da dire: anche se non amo lo stile originale dell'autore con queste labbra marcate e l'onnipresente ombra ai lati del naso, i colori, l'animazione e il disegno in generale sono fatti molto bene e non hanno praticamente mai cali.
Lo stesso si può dire della colonna sonora: d'altronde, inserendo capolavori della musica classica quali Chopin o Mozart difficilmente ci si può lamentare; tuttavia, in questo caso anche opening ed ending fanno bella figura, in particolare la bellissima "Hikaru nara" dei Goose house e "Orange" dei 7!!.
Purtroppo però, pur essendo un'amante del genere drama, l'anime non è riuscito a commuovermi o emozionarmi come avrebbe dovuto, a causa dei motivi sopra esposti e anche alla sensazione che le situazioni tragiche siano state forzate di proposito dall'autore allo scopo di suscitare facili lacrimoni nei lettori/spettatori meno abituati: una tecnica molto usata ultimamente. Eppure, qua e là ci sono scene meravigliose, dimostrazione che l'anime poteva dare molto di più. Occasione sprecata.
La trama, piuttosto banale, gira intorno ai drammi dei due protagonisti: nella prima metà dovremo sviscerare quello di Kousei, nella seconda ci immergeremo in quello di Kaori. Quando un anime, come in questo caso, non porta nella sua storia niente di nuovo, ha il compito di colpire lo spettatore tramite il modo di affrontare certe tematiche, situazioni, episodi che altrimenti saprebbero di già visto e stravisto. Purtroppo, "Shigatsu wa Kimi no Uso" non ci riesce. Quasi tutto in questo anime è una riproduzione di quel che troviamo abbondantemente in altri, anzi, si va anche oltre: lo stesso "Shigatsu wa Kimi no Uso" si ripete, autocitandosi continuamente. Determinate frasi e scene vengono ripetute fino alla nausea sotto forma di flashback e voce interiore; anche certe situazioni (come le esibizioni sul palco) si presentano molto simili tra loro, come se seguissero tutte lo stesso copione. In particolare il dramma di Kousei mette a dura prova la pazienza di qualsiasi spettatore, insistendo sempre sugli stessi punti nel tentativo di far coincidere faticosamente la risoluzione con la metà della serie. Quello di Kaori, al contrario, è tratteggiato in maniera talmente vaga da risultare poco credibile e da far finire lo stesso personaggio, così preponderante nella prima parte, sullo sfondo in attesa del finale.
Tra gli altri personaggi, il più approfondito è probabilmente quello di Tsubaki, seppur non presenti nulla di nuovo; altri, come i rivali di Kousei, Watari e la sorellina di Takeshi sembrano messi lì al solo scopo di servire alla "trama" o fare da riempitivo. Per mantenere questa recensione spoiler-free, eviterò di scendere in maggiori dettagli.
Dal punto di vista grafico, nulla da dire: anche se non amo lo stile originale dell'autore con queste labbra marcate e l'onnipresente ombra ai lati del naso, i colori, l'animazione e il disegno in generale sono fatti molto bene e non hanno praticamente mai cali.
Lo stesso si può dire della colonna sonora: d'altronde, inserendo capolavori della musica classica quali Chopin o Mozart difficilmente ci si può lamentare; tuttavia, in questo caso anche opening ed ending fanno bella figura, in particolare la bellissima "Hikaru nara" dei Goose house e "Orange" dei 7!!.
Purtroppo però, pur essendo un'amante del genere drama, l'anime non è riuscito a commuovermi o emozionarmi come avrebbe dovuto, a causa dei motivi sopra esposti e anche alla sensazione che le situazioni tragiche siano state forzate di proposito dall'autore allo scopo di suscitare facili lacrimoni nei lettori/spettatori meno abituati: una tecnica molto usata ultimamente. Eppure, qua e là ci sono scene meravigliose, dimostrazione che l'anime poteva dare molto di più. Occasione sprecata.