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9.0/10
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La serie deriva da un OAV intitolato "Death Billiards" che uscì nel 2013 e mi piacque molto come idea per un anime, e quindi aspettai fino a gennaio 2015 quando uscì l'anime "Death Parade".

Quando le persone muoiono vanno in un posto che è prima del paradiso o dell'inferno. È proprio in questo posto che vengono giudicate da un giudice che ha il compito di portare agli estremi la psicologia dell'umano fino a rivelare la sua vera natura. È proprio in questo luogo che ci sono i nostri protagonisti: Decim (il giudice) e Chiyuki (una ragazza che prima di essere giudicata ricorda di essere morta e quindi affianca Decim nei suoi giudizi) che per gran parte della serie giudicano vari morti e farli destinare o al paradiso (reincarnazione) o all'inferno (vuoto). La serie inizialmente sembra abbastanza monotona, ma solo dopo la metà della serie si vengono a scoprire le vere motivazioni di perchè Chiyuki non è stata giudicata e del perchè si ricordava di essere morta: infatti Nona (la giudice più rinomata) vuole creare un giudice che abbia i sentimenti di un umano e di giudicarli in un modo totalmente diverso dai giudizi normali. Ed è proprio da questa sua rivelazione che la serie si concentra sulla psicologia non più quella dei giudicati ma quella di Decim, che alla fine si ritroverà a giudicare anche Chiyuki. Alla fine della serie si nota un drastico cambiamento di Decim: infatti egli riesce a giudicare le persone capendo le loro emozioni e premiando chi ha deciso di vivere appieno la propria vita.

Alla fine "Death Parade" non ha deluso le aspettative che avevo sulla serie e nonostante ii primi episodi auto conclusivi e molto simili tra di loro (nonostante per ogni nuovo cliente si cambiasse sfida) si giunge a una trama molto profonda e che all'apparenza sembri semplice in realtà è molto complicata, dato che nelle valutazioni sta quasi a noi decidere il perchè della scelta dei giudici. Lo scopo finale dell'anime è quella di far vedere tutte le personalità dell'uomo e le variazioni di psicologia tipiche dell'uomo messe in certe situazioni.
Riguardo al finale non ho nulla da dire, se non che è un capolavoro narrativo, dato che è riuscito a riunire tutti i pezzi sparpagliati durante i dodici episodi e metterli insieme in un unico ultimo episodio finale.

Riguardo l'aspetto grafico devo dire che è uno degli anime migliori che abbia mai visto e devo dire che la MadHouse ha fatto un egregio lavoro sotto questo punto di vista. Le sigle di apertura e di chiusura mi sono piaciute davvero tantissimo (soprattutto la opening), mentre riguardo le OST sono orecchiabili, ma nulla di eclatante.

Il mio voto finale è un 9 che poteva essere anche un 10 diretto, ma in molte parti della serie l'anime non si presentava come un anime drammatico e psicologico che sarebbe l'etichetta per questa serie e certe scene sono anche noiosette. Oltre a questi contro ho promosso a pieni voti questa serie e spero vivamente in una seconda stagione.