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8.0/10
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All'uscita di "Cross Ange", ho immediatamente classificato la serie come la solita trashata moderna, tutta fanservice e niente sostanza, e ho deciso di non seguirla. Tuttavia, sorprendentemente, ho cominciato a sentirne parlare bene nel blog mecha, da più persone e consistentemente per vari mesi. Così, a circa metà serie, mi sono deciso a recuperarla dall'inizio, per vedere perché tutti ne tessevano le lodi. In quel momento sono rimasto aggangiato e ho continuato a seguire la serie in contemponea fino all'ultima puntata.

Diciamo le cose come stanno: "Cross Ange" è una delle migliori serie robotiche degli ultimi anni, forse anche la migliore insieme a "Daimidaler" e sopra a "Sidonia no Kishi". Che significa migliore? Significa in primo luogo che è una serie capace di intrattenere, che finita una puntata si ha voglia di vedere la successiva per capire cosa diavolo si inventeranno gli autori, significa che piace e che dà soddisfazione. Non significa che sia una serie particolarmente profonda o impegnata, perché non lo è: significa soltanto che è fatta bene per gli scopi che si prefigge.

E lo scopo che si prefigge è in primo luogo quello di trollare serie pre-esistenti e di prendere bonariamente in giro molti stereotipi degli anime, non solo moderni. Abbiamo quindi una serie che fa del non essere politically correct il suo punto di forza, e questo si vede chiaramente fin dalla prima puntata, con la ormai leggendaria scena dell'ispezione anale cui è sottoposta la protagonista. Così comincia "Cross Ange", con una principessina biondina e carina che di punto in bianco si trova declassata al rango di criminale di genere sub umano e che per sopravvivere si trova costretta a cambiare completamente atteggiamento trasformandosi in una bad ass girl.

Si tratta di una serie in cui drammaticità e voglia di prendere in giro coesistono in un mix felice, senza mai esagerare nell'uno o nell'altro senso. Si capisce subito (a partire della puntata sull'isola deserta in cui appare Tusk per la prima volta) che alla fine vivranno tutti felici e contenti e che non c'è da preoccuparsi troppo, ma che lungo il viaggio ci sarà un bel po' da divertirsi. Qui voglio spezzare una lancia a favore del personaggio di Tusk, l'unico personaggio maschile di qualche spessore, il fidanzato della protagonista Ange: a differenza dei soliti inutili protagonisti degli harem, Tusk fa la sua bella figura e soprattutto combina: e qui torniamo al discorso del non essere politically correct. Come in "Gundam SEED" il sesso è presente e si fa, mica ci prendono in giro con il vedo non vedo o il faccio non faccio di tanti shonen! Bravo Tusk, che sarà finito nella zona inguinale di Ange almeno una dozzina di volte nella durata della serie!

I personaggi sono più o meno tutti simpatici, ma merita una menzione d'onore Hilda: la puntata che racconta la sua storia è a mio avviso la migliore della serie, facendo il verso ai melodrammoni strappalacrime degli anni settanta. In generale il chara design, opera della non troppo famosa Sayaka Ono, è ottimo. Non sarà originalissimo, ma adempie perfettamente alla bisogna. Ottimo anche il mecha design, gli sfondi, la colorazione, la CGI che una volta tanto è fatta bene; ottimi i combattimenti, non ce ne sono tantissimi ma sono spettacolari e ben fatti. Su tutto promuovo le musiche, sia la opening, la ending, che le musiche interne che soprattutto le canzoni che accompagnano l'arma finale dei super robot presenti (i Ragna-Mail). "Cross Ange" è un compendio di quarant'anni di robotico, con chiari richiami a "Macross", "Orguss" e tantissime altre serie antiche e moderne, passando per "Code Geass" e arrivando al "Gundam SEED" citato in precedenza (infatti Fukuda ha messo il suo zampino in "Cross Ange" come "Creative Producer"). Non solo questo, abbiamo anche una puntata che fa il verso allo spokon degli anni settanta (quando Salamandinay sfida a duello Ange), un personaggio che adora fare cosplay di Sailor e mille altre cose: la maid, la loli, i draghi, le dimensioni parallele, il cattivone biondo e belloccio, eccetera, eccetera.

Si tratta insomma della tipica serie post-moderna e citazionista dei nostri tempi: si distingue però dalla massa perché è fatta bene, diverte, prende in giro ed ha dei personaggi vincenti. Inoltre ha anche una trama articolata e piene di colpi di scena, dotata di ritmo e brio. Mi chiedo cosa ne sarebbe potuto uscire se gli autori equipaggiati con tali capacità avessero deciso di realizzare un anime serio...