Recensione
The Labyrinth of Grisaia
7.5/10
Dopo la conclusione ad effetto di "Grisaia no Kajitsu" non vedevo l'ora della comparsa della seconda stagione. Questa, però, è stata anticipata da una puntata speciale della durata di 48 minuti. Un episodio niente male, orientato tutto sul misterioso passato di Yuuji Kazami.
L'anime mantiene ancora i tratti drammatici che aveva caratterizzato la precedente serie, tenendo comunque in considerazione il fattore ecchi (non troppo pesante) e un pizzico di sentimentalismo. L'azione c'è, in effetti, ma non si può dire propriamente che "Grisaia no Meikyuu" sia un anime di questo genere. Direi quasi che la vera battaglia avviene a livello psicologico.
Yuuji Kazami, infatti, aveva deciso di abbandonare almeno in parte la sua vita passata, per assaporare una piacevole e "normale" avventura " scolastica. Ovviamente, per chiunque ha avuto il piacere di vedere la serie precedente, le cose non sono andate proprio come aveva previsto. Ma una domanda ci sorge spontanea: da cosa stava fuggendo?
Il passato di Yuuji non può considerarsi del tutto felice. Il difficile rapporto con la sorella, che lo surclassava in tutto. Un sentimento contrastante, che andava dalla gelosia sfrenata all'amore quasi incestuoso. Ancor più problematico è la relazione con il padre: sempre preoccupato per la sorella maggiore, e completamente indifferente al destino del figlio maschio.
Le cose non vanno bene, ma possiamo dire che precipitano in seguito alla morte della sorella nel ben noto incidente stradale, che ci è stato descritto con accuratezza in "Grisaia no Kajitsu". Il padre si abbandona all'alcolismo, tanto che la moglie è costretta a scappare insieme al piccolo Yuuji. Eppure l'incubo non finisce, i due si rincontrano e il bambino uccide il padre poco prima che questo stuprasse la madre. Fine? No, ovviamente non c'è limite al peggio. Disperata la donna si suicida, lasciando così il figlio alla mercè di un vecchio amico di famiglia, che lo indirizzerà in una strana organizzazione militare.
La figura di Yuuji è abbastanza interessante, soprattutto per la sua apparente passività. Prima subisce le angherie familiari e, per certi versi, lo strano amore della sorella. Poi è costretto ad affrontare difficoltà ben maggiore, mostrando però un'incredibile capacità di adattamento.
Come avevano già mostrato in precedenza, l'obiettivo principale è sicuramente l'analisi dei personaggi e il loro studio psicologico. Delle situazioni, a mio avviso un po' troppo forzate, vengono portate al massimo della loro drammaticità. Lo spettatore si sente partecipe dei dolori del protagonista e ciò è sicuramente positivo nella mia valutazione dell'opera.
Per quanto riguarda la trama, devo ammettere di averla trovata piuttosto interessante. Niente di così sorprendente, visto che, in fin dei conti, si tratta pur sempre di un flashback. Eppure sembra quasi che, questo salto indietro nel tempo, preannunci qualcosa di interessante nel futuro. Innanzi tutto la scoperta di questa sorella così perfetta e impeccabile, poi la comparsa della maestra di Yuuji. Colei che lo renderà così com'è ora.
La grafica è strana, ma non era una sorpresa. I disegni infatti si mantengono molto fedeli alla prima stagione, con figure abbastanza bidimensionali e movenze- mi verrebbe da dire- alla "Bakemonogatari".
Forse, però, è proprio questo a rendere il tutto ancor più interessante. Un alone di mistero e stranezza, capace di attrarre il pubblico.
Belle le musiche e buono il doppiaggio. Tuttavia non si può che ammirare ancora una volta l'ottima regia, che ha trasformato un episodio un po' più lungo del normale, in un'opera degna di nota.
"Grisaia no Meikyuu" non è un capolavoro, secondo il mio modesto parere. Gli manca ancora qualcosa per raggiungere i grandi anime della storia. Sarà che, in fin dei conti, dura solamente 48 minuti, o forse è proprio quell'artificiosità degli avvenimenti. Eppure non è scattata la scintilla sublime, che quella che mi fa innamorare completamente di un'opera.
Un buon giudizio, comunque, non glielo toglie nessuno. Soprattutto tenendo in considerazione che è già stata annunciato l'inizio di una nuova serie, in cui, certamente, verranno risolti gli ultimi misteri di questo contorto rompicapo.
Voto finale: 7… e mezzo!
L'anime mantiene ancora i tratti drammatici che aveva caratterizzato la precedente serie, tenendo comunque in considerazione il fattore ecchi (non troppo pesante) e un pizzico di sentimentalismo. L'azione c'è, in effetti, ma non si può dire propriamente che "Grisaia no Meikyuu" sia un anime di questo genere. Direi quasi che la vera battaglia avviene a livello psicologico.
Yuuji Kazami, infatti, aveva deciso di abbandonare almeno in parte la sua vita passata, per assaporare una piacevole e "normale" avventura " scolastica. Ovviamente, per chiunque ha avuto il piacere di vedere la serie precedente, le cose non sono andate proprio come aveva previsto. Ma una domanda ci sorge spontanea: da cosa stava fuggendo?
Il passato di Yuuji non può considerarsi del tutto felice. Il difficile rapporto con la sorella, che lo surclassava in tutto. Un sentimento contrastante, che andava dalla gelosia sfrenata all'amore quasi incestuoso. Ancor più problematico è la relazione con il padre: sempre preoccupato per la sorella maggiore, e completamente indifferente al destino del figlio maschio.
Le cose non vanno bene, ma possiamo dire che precipitano in seguito alla morte della sorella nel ben noto incidente stradale, che ci è stato descritto con accuratezza in "Grisaia no Kajitsu". Il padre si abbandona all'alcolismo, tanto che la moglie è costretta a scappare insieme al piccolo Yuuji. Eppure l'incubo non finisce, i due si rincontrano e il bambino uccide il padre poco prima che questo stuprasse la madre. Fine? No, ovviamente non c'è limite al peggio. Disperata la donna si suicida, lasciando così il figlio alla mercè di un vecchio amico di famiglia, che lo indirizzerà in una strana organizzazione militare.
La figura di Yuuji è abbastanza interessante, soprattutto per la sua apparente passività. Prima subisce le angherie familiari e, per certi versi, lo strano amore della sorella. Poi è costretto ad affrontare difficoltà ben maggiore, mostrando però un'incredibile capacità di adattamento.
Come avevano già mostrato in precedenza, l'obiettivo principale è sicuramente l'analisi dei personaggi e il loro studio psicologico. Delle situazioni, a mio avviso un po' troppo forzate, vengono portate al massimo della loro drammaticità. Lo spettatore si sente partecipe dei dolori del protagonista e ciò è sicuramente positivo nella mia valutazione dell'opera.
Per quanto riguarda la trama, devo ammettere di averla trovata piuttosto interessante. Niente di così sorprendente, visto che, in fin dei conti, si tratta pur sempre di un flashback. Eppure sembra quasi che, questo salto indietro nel tempo, preannunci qualcosa di interessante nel futuro. Innanzi tutto la scoperta di questa sorella così perfetta e impeccabile, poi la comparsa della maestra di Yuuji. Colei che lo renderà così com'è ora.
La grafica è strana, ma non era una sorpresa. I disegni infatti si mantengono molto fedeli alla prima stagione, con figure abbastanza bidimensionali e movenze- mi verrebbe da dire- alla "Bakemonogatari".
Forse, però, è proprio questo a rendere il tutto ancor più interessante. Un alone di mistero e stranezza, capace di attrarre il pubblico.
Belle le musiche e buono il doppiaggio. Tuttavia non si può che ammirare ancora una volta l'ottima regia, che ha trasformato un episodio un po' più lungo del normale, in un'opera degna di nota.
"Grisaia no Meikyuu" non è un capolavoro, secondo il mio modesto parere. Gli manca ancora qualcosa per raggiungere i grandi anime della storia. Sarà che, in fin dei conti, dura solamente 48 minuti, o forse è proprio quell'artificiosità degli avvenimenti. Eppure non è scattata la scintilla sublime, che quella che mi fa innamorare completamente di un'opera.
Un buon giudizio, comunque, non glielo toglie nessuno. Soprattutto tenendo in considerazione che è già stata annunciato l'inizio di una nuova serie, in cui, certamente, verranno risolti gli ultimi misteri di questo contorto rompicapo.
Voto finale: 7… e mezzo!
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