logo GamerClick.it

-

<b>Attenzione: la recensione contiene spoiler</b>

Premetto una cosa: "Kimba - Il leone bianco" ai tempi (avevo undici anni) era uno dei miei cartoni animati preferiti, tanto che pure il mio nickname su internet deriva dal nome di uno dei personaggi. All'epoca, "Kimba - Il leone bianco" era un cartone che mi piaceva davvero tanto, e infatti lo seguivo spesso su Italia 1. Recentemente, ho visto tutti e cinquantadue gli episodi della prima serie su YouTube, quindi posso recensirlo nella sua interezza.
Perché, se è una delle mie opere preferite, il mio voto è così basso? Semplice, perché sarebbe impossibile dare un voto diverso, dopo che si è letto il manga. Il manga di "Jungle Emperor" ha una storia molto complicata, con molte sotto-trame che poi si intrecciano tutte insieme, creando una storia veloce, avvincente e coerente, sebbene un po' ingenua in certi punti. L'anime, invece... ma analizziamo.

Prima di tutto, bisogna vedere come è nato quest'anime, analizzando i suoi problemi alla radice: il problema principale di questa serie è che non è stata prodotta interamente da Osamu Tezuka, ma anche dalla NBC, casa di produzione americana. L'intento originale di Tezuka era di farne una serie di settantotto episodi, con l'aggiunta di alcuni personaggi che nel manga non ci sono (Mandy il mandrillo, Dick e Boe le iene, e altri personaggi minori), di cui ventisei concentrati sull'infanzia di Kimba, tre sulla sua giovinezza e quarantanove sulla sua vita adulta, in cui sono presenti anche i suoi cuccioli. Quindi, a parte pochi cambiamenti, la serie sarebbe dovuta essere fedelissima al manga, aveva tutte le carte in regola. Però la NBC impose dei cambiamenti: prima di tutto, per il pubblico americano sarebbe stato inaccettabile che il protagonista morisse nell'ultimo episodio. Inoltre, impose di far restare Kimba piccolo per tutta la durata della serie, che sarebbe durata cinquantadue episodi, non settantotto. Questo portò a un altro problema: secondo l'idea di Tezuka, Kimba avrebbe dovuto passare tutta la sua vita a combattere per portare la civiltà nella giungla. Ma la NBC non voleva un programma consistente in battaglie sanguinose tra animali. Inoltre, il mantenere Kimba piccolo per tutta la serie avrebbe reso il tutto ancora meno realistico, con lui che, cucciolo, combatte leoni adulti, rinoceronti ed elefanti. Così la NBC ha trovato la soluzione trasformando Kimba in una specie di super-leone, il che lo avrebbe reso ancora più popolare tra i bambini americani, abituati com'erano ai super-eroi. In questo modo Kimba avrebbe potuto vincere tutte le battaglie senza difficoltà e senza troppa violenza. Un altro grosso cambiamento è stato il rendere questa serie non una vera e propria serie, ma una collezione di episodi autoconclusivi. Mi fermo qui, perché è evidente, a questo punto, quali sono i problemi dell'anime.

Il problema principale della serie è che è appunto stata resa un cartone molto infantile, quasi senza la drammaticità e il senso di morte che permea il manga. Kimba, nel manga, cresce per tutta la durata della storia, mentre nell'anime resta sempre un cucciolo (cucciolo troppo potente per la sua giovane età: Kimba dovrebbe avere sui dodici anni umani. Nel manga, invece, per esempio, Kimba affronta Bubu quando già ha un po' di criniera, e anche se vince sviene comunque alla fine dello scontro. Molto più credibile e verosimile). Inoltre, tutto l'intreccio della storia originale qui è quasi del tutto sparito: ciò affligge particolarmente i personaggi umani. Nel manga, Hamegg è il padre di Mary, che è una compagna di classe di Kenichi (all'inizio sono ragazzini, diventano adulti man mano che la storia procede), che è il nipote del professor Baffone. Altri due compagni di classe di Kenichi sono Albert, che nel manga ha un ruolo importante e alla fine si trasferirà nella giungla, assistendo alla nascita dei nipoti di Kimba, e Pierre, un ragazzo cattivo e invidioso che partecipa alla scalata finale sul Monte Luna. Acetylene Lamp, uno dei cattivi ricorrenti di Tezuka, Adam Dandy, che tiene imprigionato Rune nel circo, Pito, un bambino che aiuta Rune a scappare... tutti questi personaggi nel manga sono legati da un intreccio perfetto, nell'anime alcuni di essi appaiono, ma sono totalmente slegati gli uni dagli altri: Mary non è la figlia di Hamegg (che tra l'altro compare in due miseri episodi, senza avere quel ruolo importante che ha nel manga), Lamp compare in un solo episodio della seconda serie senza avere alcun rapporto con Hamegg, Albert appare e non appare, e gli altri sono dimenticati. Gli episodi si susseguono l'un l'altro senza una vera trama di fondo, e anche quando avvengono delle vicende presenti anche nel manga sono comunque a sé stanti, non vanno a parare da nessuna parte (tipo la pietra Moonlight: evidentemente si sono dimenticati di dire che è proprio quella il motivo per cui Hamegg ha ucciso Pandja).
I personaggi animali sono tantissimi, ma la maggior parte di essi appare per un solo episodio e non sono di alcuna utilità alla trama di fondo (che non c'è). Oltretutto anche loro sono penalizzati dall'assenza di legami tra loro, che nel manga erano importanti: per esempio Laia era una delle damigelle di Liona, una cugina di Kimba che sarebbe stata importante per lui più avanti.

Tutto questo rende la serie molto lenta, pesante e noiosa da guardare, specialmente dopo che si è letto il manga, che è molto veloce e frenetico. Oltretutto, certe parti sono di difficile comprensione, già a partire dal secondo episodio: nel primo, Kimba arriva in Arabia a nuoto, e all'inizio del secondo è già nella giungla ad affrontare le iene (per di più da solo, senza Kenichi, Mary, Hamegg eccetera)? Va bene che più avanti vengono mostrati dei flashback per mostrare la sua vita nella civiltà, ma è troppo poco. Oltretutto, se è da solo, come ha fatto ad arrivare nella giungla? Come ha fatto a tornare in possesso della pelle di suo padre, se manca tutta la storia relativa che c'era nel fumetto?

Altra penalità, l'adattamento italiano: la serie è reperibile in due doppiaggi, quello più vecchio degli anni '70 con due soli doppiatori per tutti i personaggi, e quello degli anni '90 della Mediaset con l'onnipresenza del narratore che rovina ogni momento di silenzio e la censura audio delle (poche) situazioni più pesanti. Insomma... mi sarebbe piaciuto guardarmela in giapponese coi sottotitoli, ma purtroppo non sono riuscita a trovarla.

Do comunque un 6 per il valore storico e morale dell'opera, ma un consiglio: non perdete tempo a guardarla e leggetevi il manga, è un prodotto superiore sotto tutti gli aspetti.