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Negli ultimi anni, se si vuole uscire dall'America, la Danimarca e la Corea del Sud hanno dimostrato di avere molto da raccontare. Nel 2009, con Castaway on the Moon, troviamo Hae-jun Lee al suo secondo lungometraggio.

Castaway on the Moon si presenta con dei toni da commedia leggera per poi assumere tinte da commedia romantica. Ma riesce a non sbilanciarsi né in un senso né nell'altro, creandosi una dimensione personale. A conti fatti per grande durata dell'opera non accade nulla, ma la visione prosegue scorrevole. Il film è arricchito da immagini, intuizioni e paralleli interessanti. A cominciare da quello con la Luna, come fa intuire il titolo.

Il primo punto a favore di questo film è sicuramente l'incipit originale. Perché prende il ruolo del naufrago ma lo reinventa. Il protagonista è sì su un'isola deserta, ma si tratta di un piccolo isolotto nel fiume Han della grandissima metropoli di Seul. Il protagonista per esempio, se solo avesse voluto, avrebbe potuto farsi salvare da un traghetto in poco tempo. Il protagonista si trova quindi a comportarsi da naufrago pur contaminato da utensili e oggetti figli della civiltà, portati dalla corrente del fiume. Il film avrebbe potuto vivere di questo spunto per tutta la sua durata, ma presto un nuovo personaggio si aggiunge arricchendolo di nuove dinamiche, creando un rapporto simile a quello tra l'uomo e dio, che tutto vede. Dio ha le risposte. A favore di questa tesi lo stesso protagonista, che una volta avvilito dalla forza della natura, se la prenderà con questo personaggio, pur essendo lui estraneo ai fatti. Il film parla quindi di riscatto, amore e priorità. Castaway on the Moon presenta temi più banali e altri più complessi. Ognuno potrà scegliere la sua morale preferita tra le diverse proposte. Personalmente ciò che ne ho tratto io da questo film è di cogliere l'attimo.

Castaway on the Moon è un buon prodotto che riesce a intrattenere lo spettatore, ma manca di qualcosa. Di quel qualcosa che lo avrebbe potuto portare a essere, se non un capolavoro, quantomeno un piccolo cult. Perché il film non è solo una commedia ben scritta, ma è arricchito qua e là da spunti narrativi e tecnici geniali. Il difetto maggiore di questo film inoltre, a parte la mancanza di epicità, è quello di essere troppo ovattato. Lato del film che si riflette in una fotografia luminosa che sembra uscita da un filtro di Instagram.