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9.0/10
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C’era una volta Sun Wukong e c’era una volta Jiang Ziya... quanti di voi conosco la leggenda dello Scimmiotto di Pietra, conosciuta anche come Saiyuki, Viaggio Verso Occidente, con protagonista il Re Scimmia? Penso in tanti, anche perché molti anime e manga si sono ispirati proprio ad essa, Dragonball è un grandissimo esempio, in quanto Son Goku è la traslitterazione giapponese del nome Sun Wukong, così come il personaggio di Goku da piccolo tende ad assomigliare di gran lunga al caro Scimmiotto. Ma in Cina ci sono anche altre grandi storie da cui prender spunto, tra cui Suikoden ed appunto Fengshen Yianyi, novella ispiratrice del nostro Hoshin Engi, con protagonista Jiang Ziya, conosciuto nel manga come Taikobo.

Ricordo tutt’oggi quando l’allora sconosciuto One Piece fece la sua comparsa su Shonen Jump, io avevo acquistato da poco, proprio il numero dove One Piece si mostrava nel primo episodio, quello Shonen Jump dove la quinta serie di Le Bizzarre Avventure di JoJo (Le Bizzarre Avventure Di GioGio, Golden Wind) era già in pieno svolgimento, e proprio in quel numero, scoprii Hoshin Engi. Un episodio in realtà non molto frenetico, un episodio di transito dove però il tratto di Ryu Fujisaki era già ben delineato, ed è proprio del suo stile che mi innamorai. Quei piedoni enormi, quei volti spigolosi, quelle espressioni serie: sembrava davvero un bel manga, peccato non poterlo avere in italiano. Era il 1997, e nel corso degli anni avevo ormai perso le speranze; quando nel Marzo del 2007, dieci anni dopo la mia scoperta, finalmente lo vedo pubblicato in Italia, sotto il marchio della stella, quella Star Comics che fin da piccolo speravo lo pubblicasse.

Hoshin Engi tratta della caduta di una delle famose dinastie cinesi, la dinastia Yin, e di come Immortali ed umani collaborino a stretto contatto, mostrandoci la natura umana delle divinità mitologiche cinesi, tra cui spicca Taikobo protagonista di questa serie ed allievo Immortale, che contornato da tanti altri variopinti personaggi, inizierà una missione che definirei divina, dove sigillare le anime malvagie presenti nel mondo rendendosi però conto, pian piano, che in realtà le cose non sono come le ha sempre pensate ed il piano Hoshin, affinché l’umanità sia in pace, non è propriamente come descrittogli dal suo venerabile maestro. Taikobo è un personaggio stupido e svogliato, molto comico, allo stesso tempo è uno dei personaggi più carismatici; infatti è grazie a lui che si muovono gli altri personaggi, è uno stratega, un ottimo stratega devo dire, un personaggio con un senso tattico elevatissimo, a discapito della sua facciata sciocca e demenziale. Le sue scelte ad esempio son sempre precise e con l’intento di portare alla vittoria ogni sua mossa: un perfetto giocatore di scacchi direi. Ed è così che si svolge la nostra storia, tra trame oscure ed ingenui racconti di vita, Taikobo dovrà affrontare l’Imperatore degli Yin soggiogato dall’Immortale malvagia Dakki, ed il tutto per far si che gli Immortali ed i mostri al seguito di Dakki spariscano dal mondo degli umani. Ma le cose non saranno così facili, ed infatti molti altri problemi si frapporranno tra il nostro stupido eroe ed il completamento della sua missione. Altri nemici, altri colpi di "paope", l’arma segreta di ogni Immortale.

Hoshin Engi è un manga d’azione con tanta strategia, ma di certo non mancano i combattimenti, come già detto, a colpi di paope, arma che solo gli Immortali possono usare e nel mondo fantastico di Hoshin Engi, esistono tantissimi paope, ognuno con il suo effetto distruttivo o demenziale che sia (c’è ad esempio un paope che trasforma la vostra faccia in un volto da shojo manga, fico no?!), quindi i combattimenti risultano sempre godibili e variegati. L’azione si svolge sia nel mondo umano che nel mondo degli Immortali, sospeso in aria al di sopra delle nuvole. Sono presenti sia combattimenti tra Immortali sia combattimenti fra umani, la guerra è inevitabile ed è un male che però porta, almeno in questo caso, ad un futuro migliore. Ma saranno giuste le azioni di Taikobo? Il suo mettersi in mezzo a faccende umane?

Lo stile grafico di Hoshin Engi è molto preciso e squadrato e, col proseguire della storia, si affina sempre più, diventando sempre più pulito. Sicuramente non siamo a livello di Waq Waq che di Fujisaki è l’opera più recente, ma ha comunque un tratto veramente ben definito senza perdere il suo dinamismo ed il suo particolare stile.

Da Hoshin Engi è stata tratta anche una versione animata, che però si discosta molto (a partire da metà serie) da ciò che avviene nel fumetto. La serie è conosciuta in America col nome di Soul Hunter, ed infatti molti associano ormai questo nome al manga.

Hoshin Engi è comunque un classico del fumetto giapponese, che tutt’oggi piace, almeno in patria, basti vedere l’inserimento in Jump Ultimate Stars, rinomato gioco per Nintendo DS, quindi si sente certamente il peso della lettura di un classico, se di peso poi si possa parlare. Classico e bello, consiglio Hoshin Engi a tutti coloro che vogliono leggere qualcosa di differente e "nuovo", ma soprattutto agli amanti dei classici come Dragonball, Saint Seiya, JoJo e tutti quegli altri manga che hanno portato al successo Shonen Jump.