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7.0/10
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Tokyo, in un indefinito anno del ventunesimo secolo. Dato il ragguardevole incremento dei piccoli crimini, è stato istituito il <i>CPC</i>, corpo speciale di polizia antisommossa civile, incaricato di affiancare la polizia giapponese, non più in grado di far fronte alla difficile situazione. Le peculiarità del CPC, oltre all'avere tra le sue fila anche personale straniero, sono l'assenza di vincoli circa l'età di arruolamento e l'impossibilità di arrestare un criminale senza previa autorizzazione di un agente di polizia, escluso a priori l'uccisione del fuorilegge. Ne consegue un innalzamento dei requisiti dei candidati e un durissimo addestramento, dovendo essi sopperire alle difficili limitazioni imposte dalla polizia, arrivando così a eccellere nel campo delle arti marziali, nell'uso delle armi da fuoco e nella strategia militare.

Questo il preambolo che fa da sfondo e ci introduce alla storia di <b>Zero-In</b>, manga in 8 volumi di <i>Inoue Sora</i>, curatore sia della storia che dei disegni, edito in Giappone da <i>Kadokawa Shoten</i> e giunto a noi grazie a <b>Flashbook Edizioni</b>.

La trama è incentrata su <i>Nazume Mikuru</i>, esuberante e appariscente ragazza da poco rientrata in Giappone dopo aver vissuto all'estero, al primo anno di liceo e idolo della scuola - in particolare dei ragazzi - in virtù delle sue prorompenti forme: a renderla speciale è la sua affiliazione al CPC, che la vede così, nonostante la sua giovane età, a dover condurre una singolare esistenza, alternandosi tra missioni ad alto rischio per conto dell'agenzia e la vita di tutti giorni sui banchi di scuola.
Infallibile sia negli scontri a fuoco che nel corpo a corpo, è maestra di una particolare disciplina marziale nata coma tecnica di autodifesa, detta Commando Zero, volta a ridurre il gap con chi usa un'arma da fuoco. Essa consiste in una serie di contromosse di sbilanciamento dell'avversario, sfruttanti i suoi intervalli di reazione fino a portarsi al punto zero o Zero-In (da qui il nome del manga), al quale, che si abbia una pistola o un coltello, non fa più differenza, perché estremamente ravvicinato: da questo momento l'avversario subisce una sequenza di colpi altamente letali fino alla sua completa neutralizzazione, completando infine l'attacco con il posizionamento al di fuori del punto zero, o Zero-Out.

Per via di alcune coincidenze, sin dalle prime battute Mikuru farà la conoscenza di <i>Shiraishi Ko</i>, suo compagno di scuola, il classico ragazzo timido spesso vittima del bullismo scolastico e incapace di reagire alle difficoltà della vita. Ad accomunare Ko e Mizuru è il fatto che i membri delle rispettive famiglie, a parte la sorellina minore di Ko, <i>Ayuna</i>, sono o hanno fatto parte del corpo di Polizia: non bastasse questo, viene rivelato - quasi un accenno – che, un tempo, i rispettivi padri sono stati amici e quello di Ko addirittura uno dei fondatori del CPC.

Sono rimasto piacevolmente sorpreso, sebbene si tenda a classificarlo abbastanza frettolosamente, visti i frequenti ammiccamenti al fan service, con sapienti inquadrature e primi piani tesi a sfruttare le abbondanti forme dei personaggi femminili. L'autore ha saputo ben amalgamare diversi ingredienti, mai sbilanciando la storia a favore di una caratterizzazione precisa: quasi fosse una giostra, muovendosi su tematiche forti come la Yakuza e la delinquenza, si passa da scene a tratti comiche, tratteggiate da una deformazione dei disegni molto simpatica, a note di adrenalinica violenza, dalle avvisaglie dei primi batticuori e gelosie adolescenziali a toccanti momenti drammatici.
La lettura scorre fluida senza annoiare mai, vi è anche un evidente omaggio a <i>Gun Smith Cats</i>, manga di <i>Kenichi Sonoda</i>, ma che lascio il piacere di scoprire.

L'edizione italiana è ben curata, attestandosi sugli standard qualitativi della Flashbook Edizioni, che è già di per sé una garanzia; ogni volumetto, al costo di <b>5,90 euro</b> l'uno, ha una sovracopertina con il disegno a lucido in rilievo, elegantemente introdotto al primo capitolo da quattro tavole a colori, belle a vedersi. I disegni dei personaggi sono ben curati, ma altalenanti, a mio avviso, gli sfondi.

In conclusione, ne è risultato un manga scontato solo in superficie, che invece sa mostrare una discreta storia alla base, godibile pur se non innovativa: forse risulta un po' banale il plot iniziale, ma glielo si perdona facilmente.