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Alla base di una storia esiste un elemento che si chiama “conflitto”, il quale serve per sconvolgere la situazione che si è creata fino a quel punto e far agire di conseguenza i personaggi. In realtà, questa è una regola che può non essere rispettata dagli autori. L'uomo che cammina è il risultato di una scelta simile da parte di Jiro Taniguchi.

L'uomo che cammina non è una vicenda che si può raccontare, non se ne può parlare come una storia qualsiasi e non si può riassumere. Non esiste conflitto. Allora cos'è? È un insieme di episodi di vita quotidiana in cui un uomo (che cammina) vede delle cose e ne fa delle altre semplicemente perché gli va di farle. In realtà già il titolo dice tutto. Quasi centocinquanta pagine di manga “riassunte” in tre parole.

L'opera di Taniguchi (autore al quale mi accosto per la prima volta) è un elogio alla semplicità. Il volume è composto da diciassette capitoli di una manciata di pagine ciascuno, dove il protagonista vive delle esperienze tanto semplici quanto intense. Quindi, una passeggiata sotto gli alberi, una gara a chi cammina più veloce con un altro uomo, una nuotata notturna nella piscina comunale, la scoperta di una conchiglia nel proprio giardino, la contemplazione del paesaggio visto dalla cima di un albero e altro ancora, diventano per il protagonista esperienze vere vissute con calma e pacatezza e nell'assoluto silenzio.

Infatti: il silenzio. Questo è un elemento chiave, si potrebbe dire, di questo manga. Paradossale! Un mezzo di espressione artistica che si avvale di immagini e dialoghi, o almeno parole onomatopeiche, in questo caso si rifà solo alle prime. Infatti, l'uomo che cammina più che un “romanzo a fumetti”, come dice la copertina dell'edizione italiana targata Planet Manga, è un libro illustrato secondo la tecnica manga. Man mano che si sfoglia quest'opera ci colpisce l'assoluta (o quasi) assenza di dialoghi o semplici parole pronunciate dal protagonista o dai personaggi che incontra e si rimane a guardare le immagini per cercare di coglierne il più possibile il significato. L'autore sembra quasi aver lasciato volutamente vuote le vignette perché il lettore le completasse con la propria fantasia, con le proprie parole e con la propria pazienza.
Ad una prima lettura viene quasi da chiedersi se questo protagonista non sia un nullafacente che cammina e basta. In realtà, si capisce che i diversi episodi sono momenti di tempo libero che l'uomo decide di dedicare a se stesso. Come se Jiro Taniguchi invitasse il lettore a fare lo stesso, perché una passeggiata tranquilla e senza pensieri dettati dalla società frenetica in cui viviamo può essere rilassante e ispirante.

L'edizione italiana, ad opera della Planet Manga, porta un volume in formato più grande dei soliti manga ma senza sovraccoperta. La qualità delle pagine è ottima, ma forse la copertina meritava più attenzione. Una pecca invece, riguarda la mancanza di pagine a colori, cosa che invece avrebbe dovuto esserci, anche perché quelle che dovevano esserlo hanno evidentemente un riempimento diverso. Inoltre, il colore avrebbe reso più giustizia ai disegni così curati. L'edizione che ho potuto leggere è quella della Taniguchi Collection e costa 10,90€ (Dio benedica la mia biblioteca!).

In sostanza, un manga interessante, ma che sicuramente terrà alla larga gli amanti delle storie ben architettate, le psicologie approfondite e tutto ciò che merita un contributo non indifferente dalle parole. Voto 7,5.