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Benedirò, santificherò e onorerò sempre il mio migliore amico per avermi prestato i primi volumi, in modo da farmi risparmiare una spesa alquanto inutile. Questa non è una recensione positiva, ma una critica a quello che da molti viene considerato un "fenomeno". Sicuramente lo è, anzi, lo è senza alcun dubbio, ma è un fenomeno da baraccone, questo sì.
Comunque, prima di cominciare a farlo letteralmente a pezzi, vi dirò che è un manga di Yana Toboso ed è classificabile come shonen drammatico che affronta tematiche sovrannaturali. È stato anche tratto un anime da questo manga, che ho intenzione di vedere in futuro (anche perché non voglio continuare il manga, assolutamente no). Ci tengo inoltre a precisare, prima di iniziare a ferire quest'opera così tanto amata ed osannata a livello planetario, che io sono una di quelle persone che giudica in modo oggettivo qualsiasi prodotto, quindi non è che io odi "Kuroshitsuji" ma, più semplicemente, non capisco né il motivo del suo successo smisurato né tanto meno come possa nascere tanto amore e tanta passione per qualcosa che nel complesso è spudoratamente finto e si finge gotico quando non lo è neanche lontanamente. Entrare nel vivo del gotico significa immergersi in colori, toni e tematiche di un livello molto differente a quello di questo manga, che non riesce neanche lontanamente a sfiorarli con il suo modo di procedere a tentoni in un'ambientazione che non regge il peso della falsità.
Cos'è, esattamente, questo manga? Avete presente i pacchetti confezionati in modo perfetto, attraverso una carta da regalo bellissima e nastrini colorati che la adornano meravigliosamente? Ma, soprattutto, avete presente il contenuto che spesso celano i suddetti pacchetti? Questo è essenzialmente il manga di cui vi sto parlando. È confezionato in modo magistrale e ci ritroviamo catapultati in un'Inghilterra vittoriana dotata di grande incanto e di potere di seduzione (su di me non ha funzionato, però, questo immane potere, ve lo posso assicurare): il fascino innato e il taglio di capelli di Sebastian, l'intelligenza e gli abiti costosi di Ciel, il fanservice spudorato di cui si avvale (in maniera nemmeno troppo velata, se proprio devo essere franca e ho deciso che lo sarò), le atmosfere che si fingono gotiche quando non lo sono affatto, disegni in voga ma certamente apprezzabili, maledizioni d'ogni sorta, lusso e sfarzo la fanno da padroni e, ovviamente, un sacco di pizzi e merletti tanto per rendere la confezione esteticamente più gradevole.

Okay, adesso parliamo della trama (ma devo proprio definirla così?). Ciel, un dodicenne che non fa che cambiarsi d'abito, è l'erede della nobile famiglia Phantomhive che, da generazioni, indaga per conto della corona inglese (per la regina Vittoria, in questo caso) e, più esattamente, su problemi misteriosi legati a forze sovrannaturali ed occulte; inoltre per questo motivo la famiglia è chiamata "il cane della regina". I suoi genitori restano uccisi in un misterioso incendio, perciò Ciel ha la brillante idea di invocare un demone con cui stringe un patto per riuscire a scoprire la ragione della loro misteriosa morte: tale demone - il caro Sebastian - si insedia nella sfarzosa dimora Phantomhive in forma di maggiordomo, affiancato da altri quattro domestici privi di qualsiasi forma di intelletto, anche il più primitivo: Mey Rin, Bard, Finnian ed infine il vecchio maggiordomo Tanaka che si imbottisce di tè dalla mattina alla sera senza esplodere mai.
[Attenzione, contiene spoiler]
Quali sono i problemi fondamentali del manga? I personaggi. Sebastian e Ciel, Ciel e Sebastian, sempre e soltanto loro che, ovviamente, non possono non essere shippati a morte dalle fangirl (come puoi non shipparli ossessivamente se lady Elizabeth è tutto fuorché sopportabile?). L'unico personaggio interessante, purtroppo, ci lascia quasi subito (mi riferisco a Madame Red che aveva attirato la mia attenzione, e non poco).
Il modo in cui, poi, hanno deciso di riutilizzare e bistrattare la storia di Jack lo Squartatore mi ha lasciare perplessa, basita e alquanto schifata, soprattutto dal modo banale in cui hanno "sistemato la faccenda" - ovvero come hanno risolto il caso, ecco, per essere più precisi.
Sinceramente non me la sono proprio sentita di andare oltre, soprattutto dopo che hanno utilizzato una delle leggende più famose, intriganti e misteriose di tutti i tempi a proprio piacimento, no, non l'ho davvero sopportato.
[Fine spoiler!]
Però ci sono dei pregi, sì, e voglio evidenziarli - altrimenti sembro troppo cattiva, vero? "Kuroshitsuji" scorre rapidamente, bene, non si inceppa. C'è uno humor a tratti quasi divertente, anche se un po' ripetitivo, poiché coinvolge i domestici incompetenti. E c'è tutto lo shippamento convulsivo che una fangirl possa desiderare, questo è da ribadire.
Io sono fan dei manga dalle atmosfere dark, gotiche e nere quando sono realmente manga di questo tipo, non nel momento in cui alla fin fine sembrano un pacchetto vuoto dalla carta sgargiante.
Una volta scartato... dentro non c'è nulla.