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La stirpe delle tenebre (Yami no matsuei in originale) si inscrive nel genere degli shojo "dark" che iniziano a prendere piede intorno agli anni Novanta, ovvero quei manga (come i ben più celebri Angel Sactuary, X, RG Veda) che pur avendo moduli narrativi tipicamente shojo presentano comunque una trama densa di azione, intrecci fantastici, addirittura violenza e scene splatter. Leggendo "La stirpe" infatti si nota di primo acchito che ben più di una volta il modello fondamentale preso in considerazione dalla Matsushita sono le Clamp: la tipologia dei personaggi e delle loro relazioni, la struttura episodica, l'atmosfera oscura e misteriosa e molti atri elementi ricordano molto da vicino le storie del quartetto di autrici; addirittura gli estimatori e conoscitori delle Clamp potranno forse fin troppo facilmente trovare una vera e propria "citazione" fatta di candidi ragazzini sotto inquietanti alberi di ciliegi celanti oscuri segreti…

Citazioni o meno è soprattutto da sottolineare che questa è la prima opera lunga effettivamente realizzata da Yoko Matsushita e questo forse è da tenere in conto nel momento di una qualsiasi valutazione. Sottolineo il fatto che il manga è rimasto fermo per molto tempo e solo recentemente è stato (malamente) ripreso in mano dall'autrice. Non si conosce di preciso il motivo della stasi quasi decennale dell'opera né quando e se se ne vedrà mai la conclusione. C'è da dire che la situazione non è delle più fiduciose, in ogni caso riporterò qui la mia valutazione sui primi 11 volumi della serie, gli unici stampati in Italia.

Non si può stimare Yami no matsuei come una perla di originalità: come detto qui troverete ciò che ci si aspetta di trovare in un tipo di shojo "clampesco" quindi ambientazioni fra il fantastico e il paranormale, personaggi belli e dannati, amicizie quantomeno particolari, piume, sangue, croci e tutto il resto. Peccato che a causa dell'inesperienza dell'autrice il meccanismo si riveli altalenante, lontano comunque dalla chiarezza espositiva e lineare delle altre più mature e abili colleghe. La storia passa da episodi importanti e sostanziosi riguardanti il filo narrativo principale, che spiegano o almeno tentano di spiegare il passato e lo scopo dei vari personaggi, ad episodi di un'inutilità e spesso stupidità incredibile che sembra siano stati messi più come riempitivo o addirittura come pretesto per presentare scene Shonen Ai. A proposito dello Shonen Ai di questa serie di cui tanto si parla, effettivamente ne è presente una vena più che evidente; le scenette, i fraintendimenti e le allusioni neanche tanto velate (quando non propriamente palesi) abbondano in ogni volume, anzi forse è uno degli shojo "friendly yaoi" più espliciti nel trattare tali situazioni.

Certo questo fa piacere alle molte fangirls che leggono "la Stirpe" ma a lungo andare sviliscono il manga, sembra che l'unico motivo di acquisto sia la presenza di bishonen tutti innamorati o attratti dal bel protagonista, anziché l'effettiva qualità della storia. Questa alternanza fra momenti di inconsistenza e altri un po' più significativi non giova alla chiarezza della trama, che sinceramente non è sempre cristallina, ma se non altro almeno la prima parte della serie (i primi 8 volumi circa) risulta piacevole, alcune scenette comiche stemperano le tinte più fosche e cruente della storia principale, i personaggi si rendono simpatici. Peccato che queste caratteristiche scompaiano totalmente negli ultimi volumi in cui si nota chiaramente una discesa qualitativa sia grafica che narrativa; una discesa che non cessa visto che il manga non è completo e i pochi capitoli che escono ogni tanto peggiorano a vista d'occhio.

Diversa è la valutazione dei disegni: se da un lato non sorprende che un'autrice alle prime armi possa difettare nella sceneggiatura, dall'altro sorprende che abbia uno stile grafico già di così alto livello. I disegni sono curati, eleganti, anatomicamente accurati, con un sapiente uso dei chiaroscuri e i retini, i personaggi sono tutti classici bishonen declinati in tutte le salse ma comunque graficamente ben riusciti, buona anche l'impostazione generale della tavola; davvero notevole per un'esordiente. Purtroppo anche in questo caso si registra il brusco calo di qualità degli ultimi volumi, probabilmente affidati alla mani degli assistenti, perdendo così il loro stile e anche la loro piacevolezza.

In conclusione "La stirpe delle tenebre" è un'occasione mancata: è un manga mediocre, la trama da confusa passa a essere inconsistente, i personaggi sono i soliti stereotipi da simil - Shonen Ai, i disegni che potevano essere l'unico vero punto a favore del manga si perdono alla fine e naturalmente a tutto ciò si aggiunge la mancata conclusione del titolo che, anche se venisse ripreso e portato a termine, sarebbe ormai irrimediabilmente rovinato e inquinato. I diritti italiani della serie erano stati comprati dalla Star Comics ma saranno scaduti da molto tempo, tuttavia se qualche editore o la stessa Star decidesse di ristamparla con una conclusione non credo che l'acquisterei e consiglio di non farlo agli altri lettori; ormai "la Stirpe2 sa troppo di già visto e unisce a questo un storia non propriamente esaltante e per giunta non conclusa. Rivolgetevi ad altro.