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7.0/10
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Proposto da Play Press nel corso del 2000 ma preso solo un paio di anni dopo, esposto ancora nell'angolino di un edicola, fortunatamente di quelle chiuse e protette da fenomeni meteorologici vari, in attesa forse di un volume due che non sarebbe arrivato mai. Scelta saggia, anonimo e ignaro edicolante, IN23H s'ha da prendere, non importa quando. E dove.

Volume unico di veloce fruizione, vien via come olio lubrificante questo film in tre atti ben distinti, a mò di trilogia, introduzione, fuga e battaglia, in perfetta sequenza. Tow Nakazaki in piena era PlayStation Uno ci catapulta in un gioco di ruolo virtuale creato dal protagonista Namio, un nerd appassionato di tutto ciò che si muove su schermo che una notte a sua insaputa crea un collegamento tra il mondo reale e "Iron World", realtà virtuale alternativa abitata da soli esseri meccanici. Namio dovrà collaborare con Limit, la protagonista del gioco, per distruggere l'intelligenza artificiale Overload che controlla la città, ma i problemi si presentano da subito dato che il ragazzo per una serie di circostanze assume qui le sembianze di un volatile.

Videogiochi, robotica, sailor fuku in versione robotica, roba giapponese insomma, per otaku compiacenti che non chiedono, e non poteva essere altrimenti. IN23H è una festa di sparatorie e di gag fulminee senza freni, di mazzate e inseguimenti sui tetti dove lo stile dinamico e snello dell'autore si sposa perfettamente con l'azione hightech di scuola PlayStation e Coin Op Sega, quasi si ha la sensazione di sentire la colonna sonora di Virtual On e roboanti effetti sonori in Dolby Digital durante la lettura con mucchi di detriti, pallottole e cyborg che arrivano da ogni dove.

Ammirevole, Tow. Lo stesso Tow Nakazaki che all'indomani andrà a creare quel capolavoro di comicità di ambientazione western conosciuto -da due o tre esseri- con il nome di "Et Cetera", cosicché Play Press Publishing merita dannazione eterna all'inferno bevendo piscio di capra per aver interrotto la pubblicazione di suddetta opera al volume sei (su nove!), e di aver avuto la faccia tosta di ristamparli quei sei volumi (su nove!) attaccati con la colla in due blocchi da tre. Non c'è di che, Play Press, è da sottolineare però che questo IN23H si presenta bene, nel male, edizione datata con rilegatura deboluccia certo, ma la nefasta casa editrice milanese fu la prima a ripudiare le sottilette, a favore di ciò che di più simile ai tankobon giapponesi si era visto in Italia nel corso dei fine novanta con il qui presente volume contenente piacevoli pagine extra a fine albo, schizzi preparatori e commenti vari degli assistenti.
Tra i difetti potrei segnalare una storia non proprio originalissima e un character design forse non adatto a tutti i palati, specie se affiancato con i gusti più recenti, ma nel complesso in un singolo volume IN23H fa il suo dovere, garantendo momenti di sano divertimento, quindi se lo trovate in una bancarella dell'usato a prezzo ridotto, fatelo pure questo piccolo viaggio ad Iron World.