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6.0/10
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"Indigo Blue" è un manga josei e contemporaneamente anche a tematica yuri di Ebine Yamaji, edito in Italia dalla Kappa Edizioni e acquistabile al prezzo di 11,00 euro.
Rutsu, una giovane scrittrice, conosce una sua lettrice casualmente e costei le fa notare un passaggio all'interno del suo ultimo romanzo che a suo parere è alquanto singolare: nel corso della scena è descritto un personaggio dalla sessualità imprecisata, che è chiamato dall'autrice semplicemente "Y", mentre sfiora con le dita intrise di pittura blu indaco il corpo nudo di una donna.
Rutsu rimane molto turbata quando le viene fatto notare questo particolare, quindi inizia a sviluppare un certo interesse per Tamaki, con la quale vorrebbe instaurare un rapporto, ma inizialmente verrà rifiutata.

I personaggi principali sono essenzialmente tre e vanno a creare un grosso intreccio amoroso difficile da sciogliere: Rutsu, Tamaki e Ryuji, l'ultimo è il fidanzato ufficiale della nostra protagonista, ovvero una bugiarda che mente costantemente agli altri e soprattutto a sé stessa, nascondendo la verità nel suo cuore.
C'è un vero e proprio triangolo amoroso in atto, perché la protagonista è legata indissolubilmente a entrambi i personaggi, ma dovrà cercare di capire chi davvero desidera che faccia parte della sua vita.
Nel complesso nessun personaggio ha un particolare fascino, attrattiva qualsiasi o carisma: nessuno di loro mi ha trasmesso nulla, a maggior ragione la sciocca protagonista tanto avvezza alle sue carissime menzogne che propina quotidianamente alle persone che afferma di amare.
L'introspezione psicologica è presente, ma non mi ha coinvolto né convinto in alcun modo, lasciandomi infine molto indifferente. In superficie i personaggi sono analizzati, questo è vero, ma è come se ciò non fosse abbastanza perché io non ho potuto percepirli e sono rimasti lontani, irraggiungibili, come separati dai miei occhi che non hanno colto forse neanche una briciola della loro essenza.

I disegni sono relativamente molto semplici, quasi essenziali oserei dire. Gli sfondi sono altrettanto essenziali, anche se compaiono piuttosto di rado, soprattutto se c'è un primo piano di un qualsiasi personaggio (in questo caso compare il classico sfondo bianco).
I disegni, nel complesso, non possono affatto essere considerati un pregio di questo manga, poiché sviliscono i personaggi, talvolta li deformano seppur leggermente, e annoiano perché sono anonimi e senza caratteristiche interessanti.
Eppure ho apprezzato moltissimo le illustrazioni di ogni capitolo nonostante l'evidente semplicità: esse ritraggono la nostra protagonista, Rutsu, in posizioni diverse, vestita o semi-nuda. C'è qualcosa di tremendamente affascinante in queste illustrazioni che, con certezza, è l'unico elemento del disegno che salverei senza remore.

Le intenzioni del manga erano ottime. Credo che "Indigo Blue" volesse presentarsi come un realistico racconto di vita, di maturazione interiore e scoperta della propria sessualità, ma questa crescita da parte della protagonista non c'è stata perché si rifiuterà a prescindere di scavare realmente dentro se stessa, e questo non le permetterà mai di abbattere la barriera che la separa dalla verità.
La verità bisogna cercarla nei meandri di noi stessi, se si vuole davvero trovare, altrimenti basta lasciarla sepolta da qualche parte. Eppure, com'è successo a Rutsu, se non si ricerca questa verità alla fine verrà a galla ponendoci davanti molti interrogativi cui non sapremo rispondere: è meglio cercarla con le proprie mani o lasciarla nascosta? Quando conosceremo la verità troveremo un modo per accettarla? Ovunque si celi la verità e di qualunque tipo essa sia, i suoi effetti non saranno mai innocui per noi e non potremo trovare un modo per esserle immune.
Tutto è in bilico tra la certezza e l'incertezza, tra realtà e irrealtà, così ogni cosa finisce per confondersi tra verità e bugie.