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Il canto delle stelle è stata la mia prima (e per ora unica) opera di Natsuki Takaya. La me del tempo cercava un ennesimo manga shojo da leggere, consapevole che il genere includeva spessa dei cliché. Così, molto a caso, comprai l'opera sopra citata.
Mi si aprì un mondo. Il canto delle stelle è un'opera eccessivamente sottovalutata, che non si vuole porre come un "semplice shojo". Vuole essere una porta sulla conoscenza propria e reciproca, vuole essere il trampolino di lancio per gettarsi in un mare di sentimenti nascosti.
Le stelle, silenziose osservatrici della storia, sono il principale mezzo di conoscenza tra i due protagonisti, dai caratteri opposti, ma dalle sofferenze comuni. Lui tormentato da un'amore che sembra ormai finito, lei in balia dell'abbandono, perennemente aggrappata ad un sorriso, nella speranza di non sprofondare: ecco Chihiro e Sakuya. Ed attorno a loro ruotano parenti e amici, dal passato difficile e dal presente incerto.
Il canto delle stelle è un manga perfetto per i giovani, per gli adolescenti come la sottoscritta, che potrebbero trovare dei tratti comuni con quelli del nostri personaggi, oppure assistere semplicemente alle loro vicende, sempre in procinto di piangere.
Perché questa è un'opera malinconica, ma al contempo stesso speranzosa, un'opera dalla quale è impossibile non lasciarsi sfuggire una lacrima.