logo GamerClick.it

7.0/10
-

"Getenrou" è fantascienza sui generis; è un manga che, attraverso temi classici come genetica e robotica, parla di istinti e bisogni fondamentali dell'uomo nemmeno lontanamente soddisfabili dalla tecnologia. E lo fa con una forza prorompente, che colpisce non tanto per trama o sceneggiatura, ma per l'impianto complessivo che distrugge in modo davvero sconcertante i paradigmi da lettore su come di solito si pensa debba essere in sé coeso un volume unico.

Non è propriamente semplice spiegare l'impressione che "Getenrou" mi ha dato senza svelarne troppo la struttura (il bello sta nella sorpresa), ma è sufficiente dire che la prima impressione che ne ho avuto è stato quello di una raccolta di storielline autoconclusive legate fra loro da elementi che a prima vista sembrano piuttosto trascurabili, fra i quali lo sfondo costituito dal condominio Getenrou; una location, tra l'altro, di per sé del tutto anonima. Nemmeno il fatto che i personaggi che compaiono siano sempre più o meno gli stessi riesce a dare una solida e tangibile continuità fra i capitoli; anche l'elemento fantascientifico irrompe senza preamboli durante il capitolo 3 (che è fra i migliori: una ragazza è stanca del suo premuroso, ma antiquato robot domestico), per essere messo da parte nel capitolo successivo (ma non definitivamente, perché tornerà in grande stile), in cui invece fanno capolino il giallo e una stramba investigatrice che ne fa passare di tutti i colori al collega più anziano. È con la detective che spunta anche l'ultimo elemento caratterizzante il volume: una certa comicità basata sull'assurdo, scatenata nella maggior parte dei casi dall'intraprendenza dell'investigatrice e dai suoi strambi metodi di indagine (il suo primo vero caso riguarda quello che sembra un omicidio perfetto; vittima un uomo tremendamente pigro). In realtà, sin dal primo episodio (tre ragazzini cercano di procurarsi delle riviste porno), l'autore costruisce passo passo una trama complessa che si scioglie solo nell'ultimissimo capitolo, raccogliendo tutti i fili invisibili che aveva lasciato lungo la via. Il risultato lascia a dir poco attoniti: cambia il tono complessivo del manga, cambiano le atmosfere, cambia il senso di tutto quello che avevamo letto e di ciò di cui avevamo sorriso, e quasi ci si vergogna per non aver capito nulla fino all'ultimo, decisivo capitolo. In realtà non è possibile capire, ma il tutto crea lo strano senso di colpa che si prova quando si viene a sapere che una tragedia accadeva mentre si faceva qualcosa di divertente o particolarmente stupido.

Una parola sullo stile di disegno: la mano dell'autore non è particolarmente virtuosa, ma il tratto, i contrasti marcati, la mancanza di ombre e i visi piuttosto caricaturali danno un certo stile e contribuiscono ad amplificare quell'atmosfera straniante che quasi da sola "fa" il pregio di questo volume unico. Una dritta: l'aspetto fisico dei personaggi ricalca bene il loro essere, Ario ne è un esempio.

Consiglio "Getenrou"? In realtà è una lettura complicata, che intrattiene, diverte in un modo tutto suo e poi confonde e sconvolge. Declina la fantascienza nei suo modi un po' "vecchio stile", quando ancora parlava di uomini attraverso le macchine; fa sorridere quando non si capisce esattamente dove si voglia andare a parare; i casi da risolvere raggiungono picchi di ridicolo piuttosto sconcertanti; e la svolta finale … una svolta che fa venire le vertigini. Si meriterebbe un 8 solo per il coraggio, ma 7 è un voto più onesto: far girare la testa al lettore può essere un obiettivo accettabile per un manga, ma a mio parere un minimo di coesione, coerenza e criterio nel raccontare sono caratteristiche imprescindibili perché una buona trama diventi una storia.

Consigliato ai coraggiosi che cercano l'alternativo, la sperimentazione, e a quelli a cui piace essere colti di sorpresa. Sconsigliato a quelli che cercano di capire che regalo c'è nel pacchetto prima di scartarlo: "Getenrou" insegna che, a volte, certe scatole vanno tenute ben chiuse.