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7.0/10
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Premessa: non è facile recensire un manga come Medaka Box. Si tratta infatti di un'opera poliedrica in cui si alternano diversi generi, dal gag manga al battle-shonen fino alle sfide psicologiche, con cambi talvolta anche bruschi. Tale molteplicità può essere vista, a seconda dei gusti, come un pregio o un difetto (nel mio caso è senza dubbio il primo), ma rappresenta sicuramente uno degli aspetti fondamentali di Medaka Box.

Se non è possibile indicare un genere di riferimento per questo manga, è invece oltremodo facile individuare la sua tipologia: si tratta indubbiamente di uno shonen, corrispondente a tutti i canoni di questa categoria. Tuttavia dire che corrisponde ai canoni degli shonen è ancora poco: Medaka Box si diverte a prendere tutti gli stereotipi e le regole non scritte di questa tipologia e portarli alla loro estrema conseguenza. Un esempio? Prendiamo il classico cliché del nemico che diventa amico. In Medaka Box esso diventa il principio cardine che muove tutte le azioni della protagonista: in qualsiasi situazione si trovi e qualunque sia il suo nemico, Medaka cercherà sempre e comunque di "convertirlo", non importa quanto bastardo esso sia.
Un altro esempio è la norma non detta per cui il protagonista, alla fine, vince sempre. Questa regola non solo nel corso della storia viene espressa direttamente da un personaggio, ma diventa la base su cui egli imposta tutta la sua strategia.
Credo che lo scopo di NisiOisiN fosse proprio quello di parodiare gli shonen, obiettivo che raggiunge proprio dall'interno di uno shonen, usando i suoi stessi principi!

Parliamo adesso di un altro aspetto che io ritengo sia uno dei punti di forza di questo manga: i personaggi. Senza fare un impossibile elenco, dirò solo che esiste un numero eccezionale di caratteri, ognuno contraddistinto da proprie particolarità ed eccentricità. Qui l'autore mostra tutto il suo ingegno e la sua creatività, riempiendo il manga di figure originali e stravaganti. L'unico appunto che gli si può fare è di aver dato troppo poco spazio a certi personaggi, che compaiono brevemente per poi sparire di scena o che non sono adeguatamente approfonditi, ma è una conseguenza inevitabile del numero spropositato di figure che l'autore ha voluto introdurre (malignamente qualcuno potrebbe dire che ha privilegiato la quantità alla qualità, ma io non sarei così drastico).
Ciò non vuol dire che tutti i personaggi restino sullo sfondo, a molti infatti è data una rilevanza ben maggiore. Tra questi ce ne sono tre degni di menzione, a cui se ne potrebbe eventualmente aggiungere un quarto. La prima è, ovviamente, la protagonista, Kurokami Medaka, a cui ho già accennato. Anche in questo caso si può vedere come l'autore abbia estremizzato i canoni tipici dell'eroe: Medaka rappresenta il personaggio perfetto, imbattibile, estremamente buono e compassionevole verso tutti. Paradossalmente, ma forse sarebbe meglio dire proprio a causa di ciò, risulta anche essere il personaggio più insopportabile e detestato dell'intero manga. Al contrario Misogi Kumagawa è presentato come il concentrato di tutti gli aspetti negativi dell'uomo: è un debole, un perdente, un bugiardo e un falso. Neanche a dirlo, egli è il personaggio più amato della serie, quello per cui molti, letteralmente, pensano valga la pena di comprare questo manga.
Tra questi due estremi sta Hitoyoshi Zenkichi, amico d'infanzia della protagonista. Figura più sfumata rispetto "all'assolutamente perfetta" Medaka e "all'assolutamente imperfetto" Kumagawa, Zenkichi rappresenta il ragazzo normale che alterna momenti di gloria ad altri di mediocrità. Se devo essere sincero, è un personaggio che normalmente non mi entusiasma, eppure alcuni dei momenti più belli del manga hanno proprio lui come protagonista.

Nota negativa per l'edizione GP: normalmente non m'interesso più di tanto di traduzione e adattamento e comunque preferisco non parlarne nella recensione (forse sbaglio, ma ho l'idea che qui si debba parlare dell'opera in quanto tale, avulsa dalla sua edizione), ma in questo caso non posso esimermi dal bocciare su tutta la linea l'adattamento operato. Per fare un esempio, c'è un importante personaggio che parla normalmente tra virgolette. La GP nel primo volume in cui compare ha correttamente inserito le virgolette, salvo toglierle nei due volumi successivi e reinserirle nuovamente a partire da quello successivo, il tutto senza nessuna spiegazione o scusa da parte dell'editore. Ora io, avendo letto prima le scan, conosco la situazione, ma una persona che si approccia per la prima volta al manga non credo possa capire il motivo di tale variazione, tenuto presente che quelle virgolette non sono una mera concessione estetica, ma hanno un loro valore e un loro significato. Questo è solo l'esempio più eclatante, ma non l'unico dell'operato di questo editore.

Tirando le somme, Medaka Box è un titolo sicuramente stravagante e originale, atipico come shonen eppure rientrante pienamente in questa categoria. E' un manga che può piacere molto come essere detestato: questo perché quello che per alcuni è un pregio (originalità, presenza di diversi generi, personaggi stravaganti e vari) per altri può essere considerato un difetto. E' anche un'opera molto disomogenea, per cui ad archi splendidi fanno da contralto archi mediocri (purtroppo nella seconda categoria rientrano le ultime due saghe, davvero deludenti, a cui si unisce un finale piatto e non entusiasmante). Se dovessi consigliare questo manga a qualcuno mi troverei in difficoltà: è un'opera così varia che determinare prima della lettura a chi possa piacere e a chi no è quasi impossibile.
Voto finale: 7,5. In realtà, per quanto mi è piaciuto il manga, vorrei dare di più, ma ritengo che questo sia il voto più giusto per i motivi già citati.